La Tuscia per noi è tutta rappresentata sull’affresco della tomba etrusca dei Leopardi, simbolo della Necropoli dei Monterozzi a TARQUINIA, dove sono raffigurati uno di fronte all’altro con le fauci spalancate nello spazio trapezoidale posto di fronte all’ingresso.
Il nostro itinerario in Tuscia
In questi due felini abbiamo visto le principali anime della Tuscia rappresentate dai due archi temporali durante i quali questa area ha raggiunto il massimo del suo splendore: quello degli antichi popoli italici, gli Osco-Umbri, i Latino-Falisci e gli Etruschi, e quello degli antichi borghi medievali incastonati nella roccia tra forre e calanchi lungo il cammino dei pellegrini sulla via Francigena alla volta di Roma, ma anche dei palazzi e delle ville rinascimentali arricchiti da preziosi giardini all’italiana.
Ma non solo. Abbiamo anche pensato alla Tuscia come un territorio a macchia di leopardo da un punto di vista turistico e dell’accoglienza. Nel nostro giro abbiamo toccato luoghi famosi che non hanno bisogno di presentazioni, ma anche borghi meno noti in cui ci siamo fermati per curiosità e che abbiamo visitato ammirati. Le differenze sono state evidenti soprattutto nell’accoglienza: per la prima volta esibire il tesserino da giornalista per visitare e quindi raccontare luoghi (solo quelli pubblici perché dai privati non viene riconosciuto) non mi è sembrato un diritto da esercitare ma visto piuttosto come una sorta di “scrocco”, accompagnato da occhiate indagatrici e atteggiamento anche un po’ infastidito nel fornirmi il biglietto gratuito.
Non lontano c’è Proceno, un pittoresco villaggio che, secondo la leggenda fondato da Porsenna. Sull’abitato emerge una rocca-fortezza del XII secolo con ponte levatoio e torrione: il Castello di Proceno in cui siamo stati ospiti.
Che percorriamo le stesse strade frequentate dai pellegrini sin dal Medioevo lo conferma il gran numero di persone che abbiamo incontrato sulle orme di Sigerico, arcivescovo di Canterbury, che nel 994 raccontò il suo viaggio verso Roma. Poi seguito da sovrani, imperatori, prelati e milioni di fedeli che ancora oggi affrontano a piedi le strade dell’Alta Tuscia lungo la via Francigena o Romea tra le principali mete fra i borghi e i castelli attorno al Lago di Bolsena. Un’area, questa, famosa per i calanchi o forre, contornata da creste bianche d’argilla, guglie, burroni e muraglioni incisi da piccoli corsi d’acqua.
Usciti dal museo, irrinunciabile la passeggiata tra le alte torri medievali del centro storico, con le sue chiese e le sue vie strette tra gli imponenti palazzi nobiliari.
Meno scontata quella tra i dolcissimi alpaca di Piani degli Alpaca che fa parte della grande tenuta intorno all’Agriturismo Piani della Marina in cui siamo stati ospiti immersi in una verde campagna che guarda il mare.
E di tufo continuiamo a parlare riguardo la meta successiva: CALCATA, dove i caldi toni rossi e marroni delle rocce formano alte pareti, pinnacoli, gole e tagliate su uno dei più bei panorami laziali, quello della Valle del Treja.
Il piccolo paese medievale su uno sperone proteso nel vuoto fu un feudo degli Anguillara che si spopolò completamente negli anni ’30 dello scorso secolo in seguito ai crolli della fragile rupe tufacea.
Oggi all’esterno Calcata conserva un aspetto marcatamente medievale, ma appena varcata la porta d’accesso ci si trova immersi in un’atmosfera indefinita e senza tempo che si gusta appieno fermandosi qualche giorno in una delle Opera Suites o casette del circuito del progetto tutto al femminile Opera Calcata.
Per chi visita la Tuscia viterbese è d’obbligo la visita al Sacro Bosco di Bomarzo che ospita il Parco dei Mostri. Il biglietto è un po’ caro ma vale la pena percorrere i sentieri di questo museo a cielo aperto per vivere la sua atmosfera sospesa tra sogno e realtà. Un altro giardino che merita la visita è il centro botanico Moutan di Vitorchiano che vanta la più ricca e completa collezione al mondo di peonie, un pezzo di Cina trasportato nel viterbese.
La fioritura quest’anno a causa dei capricci del clima troppo asciutto e rigido ha subito ritardi per cui abbiamo rimandato l’immersione tra queste meravigliose corolle a una prossima volta, mentre ci siamo fermati per la foto di rito sotto l’unica statua Moai esistente al mondo al di fuori dell’Isola di Pasqua, una vera chicca del borgo di VITORCHIANO, uno dei borghi più belli d’Italia con le abitazioni che sembrano fiorire dallo sperone di roccia vulcanica che le sostiene.
Per rimanere in tema di “cose strane” per il nostro riposo in zona abbiamo scelto uno chalet in legno immerso nel bosco con tanto di sauna finlandese e idromassaggio in una bolla che isola dall’umidità esterna e viene illuminata la sera da tante lucine che immergono ancor di più in un’atmosfera da fiaba.
Molti palazzi e ville principesche della Tuscia ospitano giardini meravigliosi, come quelli della splendida Villa Lante della Rovere a Viterbo.
Ma è il piccolo borgo di Caprarola a custodire uno dei più grandi tesori dell’area, il Palazzo Farnese. Nato come una fortezza per resistere agli attacchi dei nemici, con il tempo il palazzo è diventato una elegante residenza con gli ambienti impreziositi da affreschi e i favolosi giardini che ne fanno una delle più belle dimore rinascimentali d’Italia.
Per il nostro soggiorno abbiamo scelto la pace e la tranquillità del piccolo e raffinato borgo raccolto intorno alla Fonte dell’Vsignolo che sgorga da una spaccatura nella roccia alimentando le vasche punteggiate da ninfee.
Il nostro tour in Tuscia non poteva che finire a VITERBO, la città dei papi, definizione che condivide con Roma e Avignone.
DOVE DORMIRE
Castello di Proceno – Proceno (Viterbo)
Piani della Marina – Tarquinia (Viterbo)
Opera Calcata – Calcata (Viterbo)
Luxury Chalet in the Wood – Orte (Viterbo)
Fonte dell’Vsignolo – Ronciglione (Viterbo)
DOVE MANGIARE
Trattoria del Moro – Bolsena (Viterbo)
Le Murelle – Montalto Marina (Viterbo)
La Piazzetta – Calcata Vecchia (Viterbo)
Opificio storie di calici e fornelli – Ronciglione (Viterbo)