Minervino di Lecce, non solo Tavole

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Minervino di Lecce e il territorio che comprende le sue frazioni Cocumola e Specchia Gallone sono mete ideali tutto l’anno, perfette per quella destagionalizzazione dei flussi turistici di cui si parla da più di un decennio. Luoghi da visitare dunque non solo in occasione delle Tavole di San Giuseppe che pure rappresentano un ottimo motivo per organizzare un giro da queste parti in un territorio compreso tra la terra e il mare a poca distanza dalla litoranea adriatica.

Meta ideale in ogni stagione

In estate è il mare a fare da calamita: quello cristallino di Otranto, le alte e splendide scogliere di Santa Cesarea Terme e la suggestiva baia di Porto Badisco si raggiungono da Minervino di Lecce in pochi minuti. Ma motivi per passeggiare tra borghi e campagne ce ne sono molti altri e buoni per ogni stagione.

Minervino di Lecce

Appena fuori dal centro abitato di Minervino di Lecce sulla strada che conduce a Uggiano La Chiesa si trova il Dolmen Li Scusi, secondo per dimensione solo a quello di Bisceglie. Composto da otto pilastri che sorreggono una lastra orizzontale pare debba il suo nome a “qualcosa da nascondere”. La sua scoperta risale al 1879 ed è stato il primo dolmen catalogato in Puglia. Datato tra il V e il III millennio a.C. si è conservato pressoché intatto ed emerge nella campagna tra gli olivi.

Minervino di Lecce

Sulla pietra superiore vi è foro attraverso cui ogni solstizio d’estate i raggi del sole penetrano nel monumento in maniera perpendicolare. Intorno è stato creato un parco denominato “Parco Culturale del Dolmen Scusi” che si inserisce all’interno di un perimetro geografico chiamato Giardino megalitico d’Europa che comprende, oltre a Minervino di Lecce, i comuni Giurdignano e Giuggianello con i loro menhir.

Minervino di Lecce

Da non perdere la visita tra vie e piazze del borgo di Minervino, a cominciare dalla chiesa dedicata a San Michele Arcangelo che vanta un magnifico rosone sulla facciata che concentra tutta l’attenzione di chi guarda ed è formato da quattro fasce. La prima, la più esterna, è una corona di foglie di alloro, nella seconda sono scolpiti fiori di melograno, simbolo di abbondanza e prosperità, nella terza si alternano i volti degli angeli che reggono con la bocca pesanti festoni, la quarta scolpita a foglie di acanto, simbolo di resurrezione, accoglie l’ampia vetrata. Le dimensioni sono imponenti: vanta un diametro di circa cinque metri e mezzo e dalla vetrata di due metri e mezzo alla cornice esterna vi sono almeno un paio di metri.

All’interno di quello che è stato definito un capolavoro del Rinascimento si prova una sensazione di pace e bellezza grazie al candore della pietra abbellita da cordoni scolpiti che ne arricchiscono anche l’abside diviso da una serie di nicchie tra colonne corinzie finemente intagliate.

Caratteristica comune a Minervino e le sue frazioni Cocumola e Specchia Gallone è la presenza di imponenti palazzi nobiliari. Diversi sono stati restaurati e riportati all’antica bellezza aprendosi all’ospitalità. In occasione delle Tavole di San Giuseppe siamo stati ospiti de La Dimora del Vescovo, un palazzetto finemente ristrutturato nella piazza principale del paese appartenuto a Don Raffaele, nunzio apostolico della Santa Sede e vescovo di Andria, in cui ognuna delle quattro camere ha il nome dei luoghi in cui ha vissuto la sua carriera ecclesiastica: Bonn, in Germania; Luanda, in Angola; Rio de Janeiro, in Brasile; Sidney, in Australia.

Minervino di Lecce

Minervino di Lecce

Qualche anno fa eravamo stati con il nostro Otto a Palazzo Ducale Venturi che se all’esterno appare come una severa fortezza cinquecentesca con il portale bugnato sul quale troneggia lo stemma deila nobile casata, all’interno presenta un grande ed elegante salone e ampie stanze al piano superiore. Sulla corte interna in cui è incastonata la piscina si affaccia la suite affrescata con scene della leggenda di San Giorgio che ha accolto noi e Otto: gli amici a 4 zampe di tutte le taglie sono ben accolti in questa splendida struttura 5 stelle Luxury della catena Relais di Charme.

Minervino di Lecce
Foto dal sito www.menhirsalento.com

Nel centro del borgo emerge Palazzo Scarciglia, edificio che si estende intorno a un ampio atrio e che in quelli che un tempo erano i magazzini e le stalle a piano terra ospita le sale di Origano Cibo e Vino, osteria-bottega delle Cantine Menhir che fanno capo a Gaetano Marangelli.

Ricca di palazzi anche la frazione di Specchia Gallone, che oltre all’imponente Palazzo Baronale Gallone chiamato anche Basalù, vanta una piccola gemma tutta da scoprire: la chiesa di Sant’Anna che cela dietro la sua semplice facciata una serie di meravigliosi affreschi tra cui un Giudizio Universale che ricorda quello dipinto da Michelangelo nella Cappella Sistina. Non si sa quando è stata edificata ma sono sicuramente cinquecenteschi i dipinti del vecchio e del nuovo Testamento che ne ricoprono le pareti e che lasciano a bocca aperta chi vi entra.

E se tutto questo peregrinare tra tracce del passato e strade lastricate dei graziosi borghi vi ha messo fame, niente di meglio che fermarsi a Cocumola interessante meta per il turismo gastronomico salentino tanto da essere definito Paese della Buona Cucina.
Siamo tornati volentieri a I Rocci che propone una cucina raffinata e inaspettata: avete mai mangiato le pigne? Sì proprio quelle che crescono sulle conifere ma in versione baby e sciroppate!

Ma cominciamo dall’inizio. Non appena seduti a tavola sono arrivati fragranti grissini alla pizzaiola e subito dopo una serie di piccole portate, tra cui le sorprendenti sfere di olive verdi che esplodono in bocca e le panelle al tartufo nero estivo, una sorta di soffici bomboloni salati.

A seguire insalata calda di pesce con cicorie in due consistenze e spaghetti cacio pepe con tartare di tonno. Notevoli anche i dolci tra cui la cotognata leccese e la confettura di noci verdi oltre alle pignette già citate. E per digerire tutto e tenere lontane le negatività un punch “infuocato” a base di arancia, chicchi di caffè, limone e alcol.

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Rosalia
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