Bolsena e Gradoli le perle sul lago

Fuori confineBolsena e Gradoli le perle sul lago
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Bolsena è stata la seconda tappa del nostro #TusciaTour. Ma prima di raggiungere la cittadina che dà il nome al lago vulcanico più grande d’Europa abbiamo visitato Gradoli, un borgo arroccato reso inconfondibile dal profilo della Chiesa della Maddalena e del Palazzo Farnese che dominano tutto il paese.

Intorno al lago tra Gradoli e Bolsena

Bolsena

La Chiesa ha la facciata barocca e un interno a tre navate che conserva un affresco cinquecentesco di una Madonna col Bambino, mentre il Palazzo del 1515, si deve al Cardinale Alessandro Farnese, futuro Paolo III, che ne affidò la costruzione ad Antonio da Sangallo il Giovane.

Il piccolo centro, tra vie, piazze rinascimentali e palazzi nobiliari, si erge su uno sperone di tufo da cui si ammira uno splendido paesaggio sul lago di Bolsena. Un paesaggio disegnato dallo specchio di acqua dolce di origine vulcanica e ricamato dalle due piccole catene montuose dei Volsini e dei Cimini.

Bolsena

Bolsena ha due poli attrattivi: dentro le mura del centro storico medievale perfettamente conservato a dominare è la bella Rocca dei Monaldeschi della Cervara, mentre fuori le mura protagonista è la Collegiata di Santa Cristina.

Bolsena

Al borgo medievale si accede attraverso la monumentale Porta di San Giovanni. Salendo, la nostra prima fermata è stata piazza san Rocco, dove protagonista è la bella fontana rinascimentale voluta dal cardinale Giovanni de’ Medici. Secondo la tradizione vi si dissetò San Rocco che lavandosi guarì una piaga nella coscia. Nel nostro caso ne ha approfittato Otto per bere dell’acqua fresca.

Bolsena

Continuando a salire, sulla sommità del paese si erge la Rocca Monaldeschi della Cervara, un castello costruito nel 1100 circa, quando papa Adriano IV decise di fortificare alcuni centri lungo la Cassia per difenderli dalle invasioni barbariche. Prese poi il nome dalla potente famiglia che governò il territorio fra XIV e XV secolo.

All’interno ospita, dal 1991, il Museo Territoriale del Lago di Bolsena che abbiamo visitato insieme al nostro Otto. Il museo è suddiviso in 3 parti. La prima sezione spiega la formazione del territorio e del lago e i primi insediamenti umani lungo le sue sponde.

La seconda racconta il periodo etrusco e romano di Bolsena attraverso alcuni manufatti rinvenuti nel vicino sito archeologico di Poggio Moscini. Tra i più belli in mostra il Trono delle Pantere in terracotta, rinvenuto nella Casa delle Pitture. Si tratta di una seduta utilizzata nei rituali in onore del dio Bacco ridotto in pezzi quando il Senato di Roma decise di vietare questi riti al di fuori dei templi dedicati al dio. Dopo essere stata completamente ricostruita rappresenta uno dei tesori del museo.

Il percorso museale si conclude con l’Acquario, inaugurato nel 2011, la cui visita è stata particolarmente interessante. Il percorso espositivo si snoda tra trenta vasche in cui nuotano specie diverse tra pesci, anfibi e crostacei, provenienti dai fiumi e dai laghi del territorio provinciale.

Carpe, lucci e trote sono i veri protagonisti degli ambienti fluviali e lacustri, ma anche daphnie, gamberi di fiume, storioni ed enormi pesce siluro accompagnano il visitatore in un vero e proprio viaggio nel mondo sommerso dell’acqua dolce che ha entusiamato anche Otto. Ogni vasca rappresenta un differente ecosistema in cui le ricostruzioni sono state fatte utilizzando in prevalenza materiali naturali prelevati direttamente dagli habitat stessi.

Dal fondo di paludi, fiumi e laghi siamo riemersi e saliti sui camminamenti delle torri: la vista che si gode dall’alto della Rocca è eccezionale e abbraccia tutto il lago nella sua estensione e le due isole Martana e Bisentina.

Bolsena

Peccato non aver potuto ammirare questo panorama in una bella giornata di sole. Ma vi possiamo assicurare che Bolsena è una meraviglia anche con il cielo grigio.

Bolsena

L’altro simbolo di Bolsena è la Collegiata dedicata a Santa Cristina, un bell’edificio di origine romanica arricchito in epoca rinascimentale secondo uno dei progetti presentati nel 1490 per la Basilica di Santa Maria del Fiore a Firenze.

La chiesa comprende la grotta di Santa Cristina e sorse a ricordo di un antico miracolo legato alla santa. Cristina, cristiana sotto Diocleziano, fu gettata nel lago con una pietra al collo, ma invece di annegare trascinata al fondo dal peso, la santa ne fu sostenuta e fu portata a riva.

Il secondo evento straordinario che ha caratterizzato la storia di questo borgo affacciato sulle sponde del lago e che ha sortito come effetto la forte devozione legata alla figura di Santa Cristina, patrona della città, fu quello del miracolo all’origine del Corpus Domini.
Nell’estate del 1263, un sacerdote boemo, Pietro da Praga, iniziò a dubitare della reale presenza di Gesù nell’ostia e nel vino consacrati. Decise così di recarsi a Roma e sulla strada si fermò a pernottare a Bolsena, dove celebrò la messa nella Grotta di Santa Cristina. Secondo quanto tramandato dalla tradizione, al momento della consacrazione l’ostia cominciò a sanguinare.

Per sancire e ricordare l’evento miracoloso, il papa istituì l’11 agosto del 1264 il Corpus Domini, una delle festività principali del calendario liturgico.
Per questo Bolsena è anche detta la Città del Miracolo Eucaristico e la festività del Corpus Domini è particolarmente sentita e celebrata con una spettacolare Infiorata.

Bolsena

Prima di lasciare il centro cittadino per raggiungere la sponda del lago e fermarci ad assaggiare qualche specialità del luogo sulla palafitta della rinomata Trattoria del Moro abbiamo notato, lungo le ripide e strette vie tra chiese e palazzi, degli strani vasi a forma di teste femminili, satiri, sfingi e Meduse.

Sono opera di Giuseppe Utano, scultore e ceramista originario di Messina, residente da anni a Bolsena dove ha aperto la bottega La Medusa, dove ha ripreso un’antica usanza secondo cui la testa di Medusa ha il significato di protezione per le popolazioni legate all’acqua.

Attraversata la via Cassia abbiamo raggiunto il lungo lago percorrendo viale Colesanti, la strada realizzata tra 1867 e 1871 dove villette inizio Novecento si alternano a costruzioni più recenti tra platani secolari. A questo punto purtroppo ha cominciato a piovere e abbiamo dovuto modificare il programma della giornata che prevedeva, dopo il pranzo, la continuazione del nostro giro verso Montefiascone, luogo di produzione del famoso vino bianco Est! Est! Est! che ci siamo limitati a gustare a tavola, Capodimonte e Marta, due piccoli e pittoreschi porticcioli sul lago, fino a Civita di Bagnoregio conosciuta come la città che muore.

Bolsena

Non ci siamo dispiaciuti più di tanto… Perché siamo convinti che lasciare qualcosa da parte sia sempre di buon auspicio per il ritorno in un luogo. E la Tuscia ci ha talmente affascinato e conquistato che speriamo davvero di potervi tornare presto!

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Comments

  1. Com’è bello scoprire la Tuscia Viterbese con voi!
    Per quanto mi riguarda il vostro tour è una finestra su una terra suggestiva e poco conosciuta

  2. Siamo contenti Simona di condurti con noi nel nostro tour: a breve le prossime puntate! 🙂

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