L’e-bike e la mia prima volta: l’esordio su una bici elettrica è stato per me indimenticabile! Perché? Sicuramente perché scoprire una città come Vicenza con un tour in e-bike tra il patrimonio artistico delle Ville Palladiane organizzato da Palladian Routes montando una e-bike invece che una bicicletta normale è decisamente più comodo e veloce.
Un movimentato tour tra il Veneto e Ferrara
Salire sul monte Berico dove emerge il Santuario dedicato alla Madonna e da cui si ammira uno splendido panorama sulla città, è stato come bere un bicchiere d’acqua. Ma ciò che ha reso davvero indimenticabile la passeggiata in e-bike è stata la caduta rovinosa alla fine della discesa affrontata a velocità sostenuta e in scioltezza. Proprio come a volte accade sugli sci, sono letteralmente volata giù dal sellino della bicicletta non appena terminata la pendenza, quando mi sono rilassata e non ho prestato attenzione ad alcuni lavori in corso sulla strada.
Cosa è successo? Per scansare una buca ho preso il cordolo del marciapiede, si è sganciata la catena, la bicicletta si è imbizzarita come un cavallo piantandosi per terra e io sono atterrata su un fianco battendo la parte laterale del polpaccio. Sicuramente l’inesperienza nella guida di una e-bike ha fatto la sua parte, ma fortunatamente il mio passato da sportiva mi ha insegnato a cadere proteggendo la testa con il braccio e limitando i danni!
Salutatolo con la promessa di fargli sapere come stavo e rimessa a posto la bicicletta che non aveva subito danni, sono rimontata sulla e-bike, anche se malvolentieri per il timore di cadere un’altra volta, e siamo tornati alla sede dei nostri #sognidoro vicentini, Palazzo Valmarana Braga, progettato dal Palladio e tra i 23 monumenti del centro storico di Vicenza iscritti tra i siti Unesco dal 1994.
In serata siamo usciti per andare a cena ma nel frattempo la mia gamba lievitava e durante la notte si è trasformata in un pesante blocco di marmo. Questo infortunio ha decisamente avuto un peso non indifferente sul resto del viaggio ma non mi ha fermato. Ho voluto godermi ugualmente il nostro soggiorno nell’ampio appartamento del palazzo in cui era stata ospitata niente di meno che l’imperatrice Maria d’Austria e il giorno dopo mi sono dedicata alla visita dei musei cittadini, dalla Basilica Palladiana al Teatro Olimpico.
Prima, però, ero andata in farmacia per acquistare un antinfiammatorio e chiedere consigli su cosa applicare a livello locale per far sgonfiare la parte sempre più dolorante. La dottoressa mi ha consigliato di andare al pronto soccorso per definire con certezza il “danno” prodotto dalla caduta. Ma io non ho voluto indagare: avevamo organizzato questo nostro viaggio in Veneto tra la Valpolicella, Vicenza, Padova e Ferrara fin nei più minimi dettagli.
E da tempo desideravamo visitare questi luoghi e provare l’emozione di salire a bordo de Il Burchiello per navigare sul Brenta ammirando le ville sulle rive per poi arrivare a Venezia via mare. Non potevo rinunciare al giro programmato e mandare tutto all’aria per una stupida caduta da una e-bike! Non mi sono fatta scoraggiare nonostante la gamba gonfia e dolorante. Ma non è stato il dolore a tenermi sveglia nella prima notte dopo l’incidente bensì l’assillo tra due pensieri contrastanti: una parte di me avrebbe voluto andare all’ospedale per accertare cosa mi fosse accaduto, l’altra voleva assolutamente continuare il giro senza pensare troppo a quella che solo al ritorno a Conversano, sottoponendomi a una radiografia, avrei scoperto essere una forte contusione aggravata dal mancato riposo.
L’idea di annullare tutto e di tornare a casa non mi ha mai sfiorato nonostante la preoccupazione di Michele per il mio stato. Stoicamente ho trascinato la mia “gamba di legno” per tutto il viaggio di cui avevamo percorso soltanto un terzo dell’itinerario: ma non sarebbe certo stato un imprevisto con una e-bike a farmi desistere dal continuare.
Poi… il miracolo! Il giorno della gita a bordo del Burchiello, che sognavo da quando frequentavo le elementari grazie al racconto che ne aveva fatto in classe una mia compagna, mi sono svegliata con la gamba meno gonfia e più leggera e anche il dolore era molto più sopportabile. Questa sensazione mi ha accompagnato per circa due terzi della navigazione, ma poi le salite e le discese insieme alle visite ai grandi giardini e alle splendide sale delle antiche ville hanno cominciato a pesare sulla mia gamba malandata.
E quando siamo arrivati a Venezia, insieme alla meravigliosa visione della città nella luce dorata del tramonto, ho ricominciato a provare una sensazione di dolore che non mi avrebbe più abbandonato per il resto del viaggio. Sul vaporetto prima, per raggiungere la stazione di Santa Lucia, e sul treno dopo, per tornare a Padova, recuperare l’auto e finalmente riposare nella casetta messa a nostra disposizione da Alessandra nel suo Agriturismo Villa Selvatico da Porto, la spossatezza si è fatta sentire tutta. Inutile aggiungere che questa fatica mi ha messo a dura prova ma la felicità di aver provato finalmente l’emozione della crociera sul Brenta in collaborazione con Il Burchiello mi ha dato la forza di andare avanti nonostante dolore e gonfiore siano man mano peggiorati tanto da mettermi KO per tutta la domenica.
Il giorno dopo siamo partiti per Ferrara e dagli Horti della Fasanara, dove siamo stati ospiti della famiglia Filia insieme a nostro Otto, fino al centro abbiamo passeggiato lentamente attraverso quella che viene definita la “campagna dentro le mura”. In due giorni ci siamo fatti un’idea della città ma non abbiamo voluto strafare a causa del mio infortunio causato dalla caduta dalla e-bike per cui abbiamo rimandato a una prossima volta le visite al castello degli Estensi e ai musei.
Durante il viaggio di ritorno ho tenuto la gamba alzata e arrivata a casa il divano è stato il mio miglior compagno per un lungo periodo dopo aver appurato che fortunatamente non c’era nulla di rotto ma solo le conseguenze di una brutta botta che per un bel po’ ha reso la gamba destra il doppio dell’altra dal ginocchio in giù.
Guarda, io invece potrei raccontarti di quella volta che… camminavo tranquillamente (!) e son finita lo stesso per terra, devo ancora capire come ho fatto, avrò centrato in pieno una microfessura sull’asfalto?? Fatto sta che mi si stava gonfiando la parte, ho messo subito acqua fredda, m’aspettavo un cambio di colore invece il livido è stato circoscritto. Non era una caduta da bici in corsa, ma quando ho visto che si gonfiava mi son detta il classico “speriamo di no” perché anch’io… vado avanti.
Così siamo noi donne, con le nostre emozioni e preoccupazioni, e notti che non dormiamo in bilico fra un dubbio e l’altro, ma certamente più vicine nelle nostre esperienze di quanto appaia 😉
E Otto come si è comportato? Ha sentito che non eri nel tuo stato normale?
Ho voluto continuare stoicamente il viaggio perché era da tempo che desideravo visitare quei luoghi e fare quelle esperienze.
Otto? Lui è molto sensibile e sicuramente ha sentito il “caldo” insolito della parte che gentilmente mi ha leccato fino a quando non è guarita del tutto 🥰