Il Burchiello: andar per ville sul Brenta

Fuori confineIl Burchiello: andar per ville sul Brenta
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Il Burchiello con la crociera lungo il Naviglio del Brenta era uno dei miei sogni chiusi in un cassetto da quando frequentavo le scuole elementari. Una mia compagna parlò in classe di questa sua esperienza e da allora ho desiderato provare anch’io la navigazione sulla Riviera preferita dalla nobiltà veneziana per ammirare le monumentali ville dove d’estate ci si dedicava agli “ozi della villeggiatura”.

Sul Burchiello scivolando sul Brenta

Certo sono passati un bel po’ di anni da allora ma grazie alla collaborazione con Il Burchiello ho potuto tirare fuori dal cassetto questo sogno e realizzarlo insieme a Michele e a Otto in una splendida giornata di metà ottobre.

Il Burchiello

Siamo arrivati a Padova al mattino accolti da un sole tiepido e una leggera foschia. La partenza è dal porto fluviale del Portello caratterizzato da una elegante scalinata in bianca pietra d’Istria affacciata sul Canale Piovego, idrovia di origine duecentesca costruita per collegare il Bucchiglione al Naviglio Brenta.

Il Burchiello

Il punto di incontro è fissato lì a ridosso dell’edicola di Santa Maria dei Barcaioli ma, a causa del guasto della Chiusa di Stra, abbiamo raggiunto la più monumentale e principesca delle dimore della Riviera del Brenta, Villa Nazionale Pisani, a bordo di un autobus. E solo dopo aver visitato quella che viene definita piccola Versailles veneta siamo saliti a bordo del Burchiello.

L’imbarcazione prende il nome dall’antica barca che veniva trainata controcorrente da Padova con i cavalli fino a Fusina alla foce del Brenta e poi spinta a remi attraverso la laguna per raggiungere San Marco a Venezia.

Il Burchiello

I burchielli originali non esistono più perché sono stati distrutti dai francesi per cui oggi il viaggio si fa a bordo di una moderna e confortevole imbarcazione, attraversando 9 ponti girevoli e 5 chiuse, veri e propri ascensori ad acqua, che permettono di risalire o scendere il dislivello di ben dieci metri esistente tra Venezia e Padova.

Tornando a Villa Pisani, la nobile dimora rappresenta l’apice della grandeur veneziana sul Brenta fatta costruire nella prima metà del Settecento senza badare a spese da una delle famiglie più ricche di Venezia, quella di Almorò e Alvise Pisani, eletto doge nel 1734.
Iniziata da Girolamo Frigimelica Roberti fu conclusa da Francesco Maria Preti. Il risultato? Ben 168 stanze decorate dai più celebri artisti dell’epoca, tra cui la monumentale sala da ballo affrescata dal Tiepolo.

Non abbiamo potuto visitare gli interni a causa delle restrittive norme Covid ma la nostra preparatissima guida Silvia Vallerin ce ne ha fornito una dettagliata descrizione raccontandoci al contempo la travagliata storia della villa che fu venduta a Napoleone che la abitò per breve tempo con Josephine Beauharnais per poi donarla al figliastro Eugenio, viceré d’Italia. Durante la fase “francese” alcuni degli appartamenti vennero trasformati secondo il gusto dell’epoca per cui ci sono ambienti sia in stile barocco che in stile impero.

Nel 1814 la Regina delle ville venete, come viene definita, divenne proprietà degli Asburgo e luogo di villeggiatura prediletto dall’imperatrice d’Austria Marianna Carolina che vi ospitò il gotha dell’aristocrazia europea. Passò poi ai Savoia che la cedettero nel 1869 allo stato italiano. Nella storia movimentata della villa c’è anche il primo incontro ufficiale tra Mussolini e Hitler che vi si svolse nel 1934.

Meraviglioso il parco che si sviluppa su una superficie di più di 10 ettari. Camminando tra il rigoglioso verde si notano le varie strutture dei giardini che seguono la storia della villa e dei suoi proprietari: il modello francese che richiama la reggia di Versailles, il boschetto inglese aggiunto in epoca napoleonica e l’influenza austriaca con la grande attenzione dedicata alla botanica in vaso e in terra, le serre e l’inserimento di grandi alberi.

Nel parco ci sono originali architetture, dalla Coffee House alle Scuderie, dall’Esedra, edificio decorato con statue rappresentanti le arti liberali da cui si intersecano sei percorsi e da dove partono due gallerie di glicini, al famoso Labirinto di alte siepi di bosso fino alla preziosa raccolta di agrumi nell’Orangerie e alle Serre Tropicali.

Il Labirinto d’Amore è uno dei più grandi d’Europa e nei suoi nove cerchi concentrici è facile perdersi! Piccanti le storie che la guida ci ha raccontato riguardo ciò che accadeva nelle feste durante i giochi tra dame e cavalieri. Nel labirinto, sulla torretta decorata dalla statua di Minerva, si collocava una dama che dava indicazioni ai cavalieri per essere raggiunta: quelle giuste all’amante, le sbagliate agli altri.

Al 1839 risale la costruzione della ghiacciaia su una collinetta artificiale circondata da un fossato la cui acqua d’inverno ghiacciava e, una volta tagliata in blocchi, veniva conservata all’interno della collina.

La lunga piscina al centro del parco della villa, invece, fu costruita nel 1911 per studi idraulici dall’Istituto Idrografico dell’Università di Padova e abbellita nel 1913 con un emiciclo decorato da statue.

Il Burchiello

Lasciata la villa siamo saliti a bordo e abbiamo cominciato la nostra navigazione fra gli argini verdissimi punteggiati da decine di imbarcaderi privati.
Dalla seconda metà del Cinquecento fino alla caduta della Repubblica di San Marco a fine Settecento, la Riviera del Brenta divenne un’appendice di Venezia sulla terraferma, sospesa tra vita agreste e mondanità.

Le dimore costruite lungo il Naviglio, prosecuzione ideale del Canal Grande, coniugavano funzioni di azienda agricola e di casa di vacanza della “Venezia bene” che si trasferiva sulle rive del Brenta per trascorrere l’estate e andar per ville di festa in festa.

L’ideale per rivivere questa atmosfera è la crociera a bordo de Il Burchiello. Mentre la barca procede con andamento lento, sfilano le eleganti facciate delle ville, coronate dal verde dei salici piangenti che sfiorano l’acqua su cui nuotano anatre e cigni che hanno catturato spesso l’attenzione di Otto.

Il Burchiello

Un primo superamento del dislivello acqueo è rappresentato dalla Chiusa di Dolo: guardare scendere l’acqua in queste conche di navigazione secondo un principio vecchio di secoli è davvero affascinante!
Le chiuse di navigazione erano già conosciute dagli Egizi ma fu Leonardo da Vinci a perfezionarne il funzionamento che ancora oggi è basato sul principio dei vasi comunicanti: l’imbarcazione entra in una camera chiusa da due porte, una a monte e una a valle, dove l’acqua risale o fuoriesce per raggiungere il livello esterno. E quando questo è raggiunto la porta viene aperta e l’imbarcazione prosegue il suo percorso.

Dolo è il paese più caratteristico e dal fiume si scorgono la parte più antica, l’Isola Bassa, fra i due rami del canale, il vecchio Squero dove venivano costruite e riparate le barche e i mulini cinquecenteschi.

La seconda tappa è Villa Widmann, dopo aver superato Mira, dove si trova la maggiore concentrazione di ville, e l’omonima Chiusa.
Villa Widmann Rezzonico Foscari è un complesso formato dalla casa padronale, con affreschi e arredi in stile rococò, da una grande barchessa e uno splendido parco con statue di pietra e fontane.

All’aperto i ricchissimi mercanti Widmann facevano rappresentare le commedie di Carlo Goldoni, mentre il piccolo delizioso salone da ballo affrescato da Giuseppe Angeli poteva accogliere solo un ristretto numero di danzatori.

Sulla riva opposta sorge l’imponente Barchessa Valmarana, un tempo collegata all’omonima villa che venne demolita nel 1908 dai proprietari per evitare di pagare la tassa sulle abitazioni di lusso.

La pausa pranzo si fa a Oriago presso il ristorante “Il Burchiello” e poi la crociera riprende ammirando lungo il canale l’alternarsi di vecchie case e ville monumentali come Villa Mocenigo e la cinquecentesca Villa Gradenigo.

Proseguendo, dietro un’ansa del canale, appare altera e solitaria Villa Foscari, detta la Malcontenta, una delle più belle creazioni del Palladio, che svetta su un alto basamento come un tempio antico.

Palladio la costruì nel 1554 su richiesta dei fratelli Alvise e Nicolò Foscari, discendenti del doge Francesco Foscari: è l’unica dimora progettata dal celebre architetto in provincia di Venezia.

Il progetto di questa dimora rispecchia la tipologia caratteristica delle sue ville: una pianta centrale su tre piani perfettamente simmetrica e con una loggia maestosa. Il piano nobile è decorato da un grandioso ciclo di affreschi di Gian Battista Zelotti che sfoggiano colori più tenui rispetto a quelli presenti nelle altre ville venete. Il motivo? Ce lo ha spiegato Silvia: mentre i francesi avevano tentato di strapparli dai muri, gli austriaci li ricoprirono di calce.

Dopo anni di totale decadimento la villa fu restaurata dall’americano Albert Landsberg che la acquistò nel 1924, mentre nel 1974 fu comprata dai discendenti della famiglia Foscari. Così dopo 4 secoli la Malcontenta è tornata agli antichi committenti di Palladio e oggi proprietari sono Antonio, docente di Storia dell’Architettura e sua moglie Barbara, architetto e interior designer a cui si devono gli attuali arredi nel salone centrale e nelle quattro sale laterali. Purtroppo non abbiamo potuto documentare gli interni in quanto non è consentito fotografare.

Il Burchiello

Ma vi sveliamo che in una delle salette c’è il ritratto di colei a cui secondo la leggenda deve il nome la villa: la Malcontenta, una dama di casa Foscari relegata tra le sue pareti perché costretta a scontare, in assoluta solitudine, la pena per aver condotto una vita dissoluta e licenziosa. Per alcuni invece deriverebbe da “Brenta mal contenuta“, perché qui il fiume straripava spesso e la zona sarebbe stata chiamata così già prima della costruzione della dimora.

Il Burchiello

Lasciata la Malcontenta, Il Burchiello si dirige verso la più antica delle chiuse, la seicentesca Conca di Moranzoni e poi a Fusina dove sbocca nella Laguna di Venezia e la attraversa fino al pontile di San Zaccaria: lo spettacolo della città inondata dalla luce dorata del tramonto è la degna conclusione di questo straordinario viaggio tra storia, arte e natura sulle orme dei veneziani di un tempo.

Il Burchiello
Via Porciglia, 34 – Padova
Info: +39 049 8760233
www.ilburchiello.itinfo@ilburchiello.it

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Rosalia
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This travel blog with the dog is a personal selection of our best experiences, our favorite spots and secrets places around the world curated by Rosalia e Michele.

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