Valpolicella: non c’è niente di meglio di un tour autunnale in questo splendido paesaggio, gustando un bicchiere di vino abbinato al piatto giusto.
La vendemmia tra i filari di Corvina e Rondinella
Prima di partire con noi per andare a conoscere il territorio di uno dei più pregiati vini italiani, l’Amarone della Valpolicella, vi invitiamo a osservare la cartina geografica dell’area. Partendo da una precisazione: anche se attualmente il Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella comprende nella zona di produzione della denominazione altre due aree definite Zona DOC e Zona Valpantena, noi ci siamo voluti dedicare totalmente alla Zona Classica, cioè quella che comprende i comuni di Sant’Ambrogio di Valpolicella, San Pietro in Cariano, Fumane, Marano di Valpolicella e Negrar.
Sulla mappa questa, che è la terra più antica dove è nata la denominazione e si trovano alcune delle cantine più storiche, ha la forma di una grande goccia che dai Monti Lessini, al confine con il Trentino, si estende nella sua parte più larga tra Sant’Ambrogio e Negrar in cui si incunea il territorio di San Pietro in Cariano. Proprio in quest’area, nella frazione di Castelrotto, abbiamo trascorso il nostro soggiorno presso Villa Betteloni, chiamata anche Villa dei Poeti, ospiti di Vittorio Betteloni, proprietario e discendente di questa antica famiglia, che non solo ci ha offerto la sua squisita accoglienza ma ci ha anche dato un aiuto davvero speciale a organizzare il nostro tour nelle meraviglie di questa terra, tra pievi, cantine, golosità e incontri.
Già osservando la cartina ci si rende subito conto di quanto sia ristretta l’area della Valpolicella Classica, un luogo unico, in cui è concentrata la coltivazione dei tre vitigni, Corvina, Corvinone e Rondinella, da cui si ricavano eccellenti vini in quattro tipologie: Valpolicella, Valpolicella Superiore, Amarone e Recioto, ai quali si aggiunge il Ripasso che già nel nome suggerisce la tecnica con cui il Valpolicella Superiore subisce una seconda breve fermentazione insieme alle bucce delle uve utilizzate per l’Amarone.
Il nostro consiglio? Cominciare ad approcciare questi nettari partendo dalla “base”, cioè dal Valpolicella, il vino più semplice e leggero, prodotto con uve fresche, pigiate e fermentate subito dopo la vendemmia e imbottigliato poco dopo. Un compagno ideale per la nostra prima cena alla Osteria La Cooperativa di Pedemonte, dove su suggerimento di Enrico lo abbiamo abbinato a un tagliere di salumi e formaggi locali con squisita giardiniera prodotta dalla famiglia, che è subito finita tra i nostri souvenir di viaggio. Il gusto piacevole e fresco ha retto bene anche il confronto con la polenta con le animelle di coniglio in saor e i tortelli e il secondo a base di faraona.
Un Valpolicella Superiore lo abbiamo voluto assaggiare sulla mitica pasta tirata a mano come un tempo dalla Pierina della trattoria della famiglia Caprini nelle due versioni, ripiena e tagliolini, seguita da fegato alla veneziana e guanciale di manzo brasato al Valpolicella. Da non perdere lo spettacolo della signora che stende la pasta, elastica e sottile tanto da farci passare la luce, come fosse una grande tovaglia su un tavolo all’ingresso del locale al primo piano che si affaccia sulla chiesa di Torbe.
Il Ripasso, che ci è piaciuto molto e che si pone a metà strada tra Valpolicella Superiore e Amarone, di cui riporta caratteristiche olfattive e di gusto morbido e rotondo in bocca, è stato il vino del nostro incontro con Andrea Gonzato di Improntenelmondo che finora conoscevamo solo virtualmente. E’ stato bello raccontarsi intorno alla tavola ben apparecchiata di Cà dei Maghi a Fumane, dove ci siamo dati appuntamento per la cena, Otto compreso naturalmente!
L’Amarone? Abbiamo degustato più volte questo vino prodotto solo dalle uve migliori che vengono appassite in cassette nei fruttai e poi affinato in botti di legno per almeno due anni e vi racconteremo per filo e per segno queste esperienze sublimi.
La più singolare? Quella nella cantina Monte dei Ragni di Zeno Zignoli, dove l’Amarone è stato accompagnato da formaggio stagionato e tanti affascinanti discorsi sulle vigne, sul vino, sull’agricoltura biodinamica e perfino sulla luna giusta per imbottigliare. Vi raccontiamo tutto in #Incontri: vi anticipiamo soltanto che la bottiglia di Amarone che Zeno ha stappato per noi non era sua.
Lui non ne ha al momento a disposizione e imbottiglierà il vino che ora riposa in bottaia alla fine di quest’anno per poi metterlo in commercio nel 2023: ci siamo messi in lista d’attesa per poter avere il privilegio di essere tra gli acquirenti delle sue preziose bottiglie, non più di cinque – seimila all’anno, che raggiungono tutti i paesi del mondo!
Un accenno anche al Recioto, vino dolce e raffinato ricavato da uva che ha subito un processo di appassimento, ma per mezzo di una fermentazione più corta rispetto all’Amarone. Pure su questo vino abbiamo gustosi aneddoti che ci ha raccontato Vittorino durante la degustazione presso Vigneto dei Salumi e di cui vi faremo presto partecipi. Per finire: in Valpolicella c’è tanto altro da fare che mangiare bene e bere meglio e siamo pronti a raccontarvelo nel prossimo post.
Grazie Rosalia per questo viaggio in un territorio che conoscevo solo di nome. Tra l’altro, per una buongustaia come me, questa passeggiata che unisce buon vino e cibo è pura poesia per le papille gustative. Villa Betteloni è stata una location perfetta per il vostro soggiorno. Sa di altri tempi. E complimenti alla sig.ra Pierina della trattoria della famiglia Caprini. Che sfoglia ha tirato!
Che bello sentire raccontare il nostro territorio con entusiasmo!
E’ stato un piacere condividere una serata con voi (Otto compreso!) e ancor di più sapere che avete ricevuto un’ottima accoglienza in Valpolicella.
(però la prossima volta una foto insieme dobbiamo farla…ma la dimenticanza è colpa di quella buonissima bottiglia di Ripasso!)
P.s. Mi fa piacere abbiate provato anche “Il vigneto dei salumi”: una chicca non per molti… 😉
La signora Pierina è un mito e la Trattoria Caprini è una tappa imperdibile per chi vuole apprezzare la Valpolicella anche a tavola!
Cara Simona ti auguriamo di fare presto conoscenza con questo territorio unico e tutto da scoprire: a presto con la prossima puntata!
Per la foto mancata ci è dispiaciuto un sacco!!! Vino e chiacchiere ci hanno fatto passare di mente che l’incontro andava immortalato: sarà per la prossima perché abbiamo intenzione di tornare! La Valpolicella ci ha accolto benissimo. Villa Betteloni è stata una base di partenza ottimale e Vittorio una miniera di suggerimenti e di contatti. È grazie a lui che abbiamo potuto avere gli appuntamenti con i mitici Zeno Zignoli di Monte dei Ragni e Vittorino del Vigneto dei Salumi. Vi racconteremo… 😉
Fantastico stender la pasta così, son quelle tradizioni che si conoscono solo per via diretta, speriamo non si perdano. Che cosa vuol dire gusto rotondo? Non è la prima volta che sento quest’espressione, ma non so farmene un’idea…
Patrizia vedere all’opera la signora Pierina è come partecipare a una masterclass!
Riguardo “gusto rotondo” posso dirti cosa significa per me: pieno, avvolgente, vellutato, senza spigoli… un sorso che riempie la bocca e sembra abbracciarla ☺️
Quindi una sensazione completa? In effetti rotondo parte da un punto e torna nello stesso… Senza spigoli, ovvero senza urti, un’armonia di sapore…
Esatto proprio così! 👍
Adoro questo modo di scoprire il territorio, partendo proprio dai prodotti più preziosi in grado di offrire. Il vino è sicuramente uno di questi. La sfoglia tirata dalla signora Pierina ha qualcosa di incredibile, è talmente sottile che sembra la tovaglia del tavolo
Il primo approccio per noi è sempre questo: capisci subito dove ti trovi e con chi hai a che fare! Naturalmente nel prossimo post racconteremo le altre meraviglie della Valpolicella, tra pievi romaniche, giardini meravigliosi, nobili ville e… piccole chicche!