Con la Toscana abbiamo sempre avuto “una corrispondenza d’amorosi sensi” dovuta al fatto che il primo componente a quattro zampe del nostro blog, Arturo, era nato a Cortona e lì tornavamo spesso per andare a trovare i suoi primi “genitori umani” e Vicky, la sua mamma.
Toscana a tavola: vino e cucina
Nel tempo, poi, ci siamo tornati spessissimo, sia con lui che senza, dopo che ci ha lasciato dopo 16 anni di vita e di viaggi insieme.
Insieme a Otto, invece, non ci siamo ancora stati e speriamo di rimediare durante l’anno in corso, magari visitando Lucca, città che desideriamo conoscere da un po’.
Un altro desiderio è quello di tornare sull’isola d’Elba per perdersi tra baie isolate e paesini incantevoli come Rio nell’Elba, borgo medievale ai piedi del monte Strega e Marciana Marina che con la Torre Saracena e l’antico quartiere Cotone è uno dei gioielli architettonici elbani.
Ma torniamo al tema: Toscana a tavola. Ormai come nostri lettori sapete che la maggior parte dei nostri souvenir sono golosi e dalla Toscana si torna sempre con il cofano dell’auto pieno di leccornie tra pecorini di Pienza, prosciutto e salumi di ogni tipo ricavati dalle razze autoctone di maiali Cinta Senese e Grigio della Val di Chiana.
E naturalmente la celebre Fiorentina, termine che indica il taglio della carne, di Chianina, che invece è il nome della razza bovina.
A questo proposito vogliamo raccontarvi una storia che più che in #Buongusto andrebbe inserita nella rubrica #quellavoltache…
Eravamo in giro a Firenze e dopo un gustoso panino al lampredotto siamo entrati a curiosare nel Mercato Nuovo, un’istituzione in città. Come resistere all’acquisto di due succulente fiorentine? Messe sotto vuoto e infilate nello zaino, ci siamo avviati alle Cappelle Medicee dove “beccati” dal metal detector all’ingresso, abbiamo dovuto spiegare cosa c’era nella borsa tra macchina fotografica e cartine! Ma nessun biasimo, anzi, solo complimenti per l’ottima scelta da intenditori.
Nelle nostre puntate nel capoluogo toscano non ci siamo lasciati sfuggire la trippa: per una cena tutta a base di frattaglie consigliamo Bella Ciao ai piedi della collina su cui svetta la Pieve di Sant’Alessandro, dove gustare trippa e lampredotto in tantissime varianti proposti come antipasti, primi e secondi con il surplus di essere serviti su un’ampia e fresca terrazza con vista sulle colline di Scandicci a due passi da Firenze.
E mai sono mancati a inizio pasto gli squisiti crostini alla toscana: fette di pane spalmate di un passato di milza di vitello, fegatini di pollo, cipolla, acciughe e capperi, rosolati con burro, vino e pomodoro e serviti caldi perché solo così sprigionano quei profumi unici tali da stuzzicare appetito.
Ma il piatto che vogliamo proporvi l’abbiamo mangiato più volte a Cortona, nel ristorante pizzeria Fufluns che per anni abbiamo frequentato con i nostri amici Rita e Massimiliano e l’indimenticabile Arturo. Ed è al Fufluns che dobbiamo la ricetta che spesso riproduciamo ai fornelli di casa e che proponiamo anche a voi.
Prima però abbiamo imparato che Fufluns non è un nome inventato o il nomignolo del proprietario ma niente di meno che quello della divinità etrusca della vita vegetale, della felicità, del vino, della salute e della crescita di tutte le cose, corrispondente al greco Dioniso e al romano Bacco. E agli Etruschi la Toscana deve molto, da un punto di vista storico e artistico, ma anche gastronomico.
Anche se ci piace sottolineare quanto siano state intense pure le conseguenze della divisione in fazioni tra guelfi e ghibellini: i primi mettevano il coltello a destra, tagliavano il pane per traverso e mele e pere per lungo; i secondi mettevano le posate a sinistra e tagliavano pane e frutta dal basso verso l’alto. Le dichiarazioni di fede politica, dunque, erano palesi già in tavola e se il commensale era di parte avversa poteva finire a coltelli e si rischiava addirittura il morto!
Non dimentichiamo, inoltre, che l’arte culinaria come la intendiamo in senso moderno è nata proprio in Toscana. I cuochi che seguirono Caterina de’ Medici, quando a metà del 1500 andò sposa a Enrico II di Francia, elaborarono marinature, lunghe cotture e le prime ricette di pasta sfoglia che poi i francesi adottarono entusiasticamente sino alla elaborazione della “Haute Cuisine” da parte di La Varenne alla fine del XVII secolo.
Ma torniamo alla felicità del dio etrusco Fufluns e soprattutto a quella che generalmente generiamo nei nostri ospiti quando la Toscana a tavola arriva con la tagliata di manzo al rosmarino abbinata a un deciso Chianti Classico di Badia a Coltibuono nella versione invecchiata 12 mesi in botti di rovere o a un più fresco Rosso delle Ripalte a base di Grenache, chiamata anche alicante, cannonau e garnacha.
Tagliata al rosmarino
Ingredienti per 4 persone
• 600 g carne di manzo
• q.b.olio di oliva
• q.b.rosmarino
• q.b.pepe verde in salamoia
• 2 o 3 spicchi d’aglio
• sale
Preparazione
Passate la carne sulla griglia ben calda e cuocetela prima da un lato e poi dall’altro, in modo tale da essere cotta fuori e mantenere l’interno rosa e sugoso.
Nel frattempo in una pirofila da forno sistemate l’olio insieme agli aghi di rosmarino, l’aglio tagliato a pezzetti e il pepe in grani. A cottura ultimata togliete la carne e appoggiatela dove intendete tagliarla a fettine.
Salatela a piacere e sistematela nella pirofila facendo insaporire la carne da ogni lato. Infornate per un paio di minuti a forno già caldo per dar modo al condimento di sprigionare i suoi aromi. Servite subito caldo in tavola.
Forte l’incidente del metal detector, suona la campanella, tutti sull’attenti ma erano solo due bistecche…
In generale trovo che la cucina sia tutto un grande invito ad approfondire, e quindi perché non farlo? Magari pensi che in fondo certi piatti li conosci già, poi li mangi in loco e non è lo stesso sapore… oppure cambi un ingrediente e cambia tutto del piatto… e trovo che stavolta la ricetta sia molto alla toscana, un’idea più raffinata di polenta o bollito.
Altra grande idea è andare a Lucca, semplicemente splendida!! Me la ricordo pulita, ordinata, con una bellissima piazza. Avrei voluto visitare la casa di Puccini, ma era chiusa e così sono andata a Torre del Lago.
Invece non sono mai stata a Cortona; è un borgo?
Ciao Patrizia anche io sono stata a Torre del Lago tanti tanti anni fa.
Riguardo Cortona è splendida!
E c’è un museo meraviglioso dove vedere preziosi reperti archeologici etruschi.