In Valnerina: un tour calmo e senza caos

Fuori confineIn Valnerina: un tour calmo e senza caos
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Il nostro viaggio in Umbria si è sviluppato in Valnerina, dove protagonista è il fiume Nera che scorre impetuoso fra i boschi fitti che si arrampicano sulle colline. Per cogliere l’intervento umano in questo paesaggio magistralmente disegnato dalla natura bisogna spostare lo sguardo in alto, sui cocuzzoli di roccia su cui sembrano incastonati i borghi fortificati costruiti nel Medioevo nei punti più strategici.

Slow travel in Valnerina

Valnerina

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Come Vallo di Nera, tra i Borghi più belli d’Italia, dalla forma ellittica e le casette in pietra addossate le une alle altre e protette dalle alte mura. Ci si perde volentieri nel silenzio di archi, sottopassaggi e ripide viuzze che conducono al punto più alto del paese, nella piazzetta dove sorge la Chiesa di San Giovanni, il patrono.

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Scendendo lungo le mura si costeggia il castello, che conserva ancora il cassero, buona parte della cinta muraria con la Carbonaia e la possente torre munita di mensoloni e caditoie da cui gli assediati facevano piovere pietre e olio bollente.

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Ma il gioiello è la chiesa francescana di Santa Maria Assunta che, con il suo campanile a torre e il portale gotico, si affaccia su una piccola piazza nella parte bassa del paese. Ci fa entrare attraverso il chiostro la signora che abita a fianco alla chiesa e grande è la meraviglia in quanto la semplicità esterna non lascia presagire la ricchezza dei preziosi affreschi tornati al loro splendore dopo il restauro post terremoto 2016.

Spiccano le opere di scuola giottesca di Cola di Pietro da Camerino che affrescò l’abside e realizzò sulla parete destra la Processione dei Bianchi, una delle rarissime rappresentazioni che si hanno della confraternita di penitenti che attraversò l’Italia nel 1399. Che evidentemente da qui passò, così come gli artisti di gran calibro che hanno reso questa piccola chiesa tanto preziosa da essere definita uno scrigno di arte sacra medievale.

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Abbiamo solo sfiorato Foligno, città di acque pure e sorgenti, come quella di Sassovivo che dà il nome all’Abbazia, ma sicuramente questa cittadina dai tanti primati merita di più. Qui infatti furono stampate le prime copie della Divina Commedia di Dante, qui nella piazza Grande si denudò San Francesco dei suoi beni e qui è nato l’architetto Giuseppe Piermarini che ha progettato la Scala di Milano. L’antica Fulginia, poi, nonostante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e i terremoti che non l’hanno risparmiata, mantiene intatto un centro storico di tutto rispetto ricco di chiese e palazzi.

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La nostra prima meta in Valnerina e uno dei Borghi più belli d’Italia visitato in Umbria è stato Sellano, un piccolo paese che ha conservato la sua natura di comune montano immerso in un ambiente di grande bellezza. Nel suo territorio nel quale sono sparsi piccoli borghi e fortezze, emerge il Castello di Postignano Relais, il luogo perfetto per ricariche le pile e uno straordinario punto di partenza verso le bellezze artistiche e naturali dell’Umbria, nonché il primo a ospitare i nostri #sognidoro.

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In Valnerina sono tanti i borghi che conservano intatto il fascino di un tempo, come Cerreto di Spoleto sorto alla confluenza dei fiumi Nera e Vigi, che nonostante sia stato letteralmente tagliato in due dalla strada statale Valnerina, ha mantenuto il suo aspetto di bel borgo medievale fin dall’epoca romana crocevia di percorsi in direzione di Spoleto, Cascia, Norcia, Visso e Camerino.

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Tra i Borghi più belli d’Italia, dei quali l’Umbria detiene il primato con ben 28 paesi inseriti nella lista, rientra anche Monteleone di Spoleto che sorge su un poggio che domina la valle del fiume Corno coltivata a farro, considerato il migliore d’Italia.

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Il paese, dominato dalla Torre dell’Orologio e dal castello medievale, è famoso anche perché nel 1902, all’interno della necropoli venuta alla luce con 44 tombe presso Colle del Capitano, fu trovata una biga di fattura etrusca del VI secolo a.C. oggi esposta al Metropolitan Museum di New York e, in copia, al Museo della Biga di Monteleone.

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Attraverso la porta d’accesso Spoletina, col suo arco ogivale, si entra nel corso principale su cui si affacciano eleganti palazzetti, mentre nella parte più alta del borgo ci sono le chiese di San Nicola e di San Francesco, oltre le quali lo sguardo spazia sull’altopiano di Leonessa, che è già Lazio.

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Nelle campagne di Monteleone di Spoleto abbiamo trascorso in una “dimensione” diversa, come racconteremo, la nostra seconda notte in Umbria ospiti nelle “bolle” di The Bubble Retreat.

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Nel cuore della Valnerina, tra Spoleto, Campello e le Fonti del Clitunno, immerso tra le colline argentate di olivi, si trova l’insediamento di Poreta. L’ampia piana è ancora oggi dominata dal castello che fu gravemente danneggiato da un terremoto nel ‘700. Il borgo intorno al maniero fu progressivamente abbandonato e sorsero diversi centri nella valle che ospita sin dal 1673 la bella Villa della Genga che fu la casa di caccia preferita del Cardinale Annibale della Genga che fu eletto Papa col nome di Leone XII.

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Dal 2006 la famiglia dei Marchesi Montani della Fargna, erede dei Pucci della Genga, ha trasformato una parte della villa in cui abitano, in comode case per l’accoglienza turistica, che godono di tutta la tenuta che si estende per oltre 300 ettari coltivati ad olivo, a seminativi e a bosco con le sue tartufaie.

Dal 2009 questi appartamenti sono stati affiancati dalle suites del Borgo della Marmotta, dove noi siamo stati ospiti insieme al nostro Otto: un piccolo sogno medievale con la sua piazzetta, le stalle, l’ovile, il frantoio, il granaio e le grandi aie all’aperto, che hanno ripreso vita diventando un indirizzo imperdibile per chi cerca la pace e il relax di un’Umbria ancora “segreta”.

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Nota nel mondo per la sua storia, la sua bellezza e il suo Festival invece è Spoleto di cui ci dichiariamo follemente innamorati e a cui dedichiamo un post a parte.

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A proposito di meraviglia, un altro borgo della Valnerina che sembra uscito da un libro illustrato è Scheggino, dominato da un castello a base triangolare, ma anche i paesaggi naturali sanno riservare emozioni impreviste.

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Accade alle Fonti del Clitunno dove le acque sgorgano da fratture della roccia e vengono raccolte in un laghetto con acque dai colori incredibili! Le polle, chiamate le vene di Campello, alimentano il lago sistemato scenograficamente dal conte Paolo Campello nel 1852. E rimangono sue le parole migliori per descrivere questo luogo “che si direbbe di zaffiri e lapislazzuli”.

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La sorgente del piccolo fiume anticamente consacrato a Giove Clitunno ha affascinato e ispirato poeti di ogni tempo e con le sue limpidissime acque su cui si specchiano salici piangenti e cipressi è un luogo da non perdere!

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Lungo tutta la valle, poi, scorre il fiume Nera che forma rapide che lo rendono ideale per praticare rafting a ogni livello, così come canyoning e hydrospeed, lungo le centinaia di rivoli che dai Monti Sibillini scendono verso la Valnerina, attraverso un suggestivo paesaggio determinato da gole, canyon e forre.

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Imperdibile, prima di rientrare a casa, la tappa alla Cascata delle Marmore nel Parco del fiume Nera. C’ero stata da bambina e mi erano rimaste impresse per la maestosità, ma affrontare alcuni dei percorsi insieme a Michele e a Otto è stato proprio emozionante.

Consigliamo la visita guidata che conduce alla Cascata degli Innamorati proprio sotto il salto più imponente perché consente di approfondire gli aspetti tecnici e storici del luogo. Le cascate furono create dai romani nel 271 a.C. per bonificare la pianura reatina e sono formate da una spettacolare caduta delle acque formata dal torrente Velino che precipita con tre acrobatici salti di 165 metri complessivi sul fiume Nera che scorre più in basso.

ValnerinaUno spettacolo superbo che poco ha di naturale ma è stato “inventato” dal console romano Curio Dentato che fece scavare un canale, la Cava Curiana, affinché le acque del Velino potessero superare il costone della montagna e raggiungere il Nera anziché formare paludi insalubri sull’altopiano sovrastante. Ma il problema del deflusso non fu risolto perché il Velino contiunava a formare una barriera di concrezioni calcaree trattenute da muschi e licheni perché la pietra sponga, il travertino del luogo caratterizzato da consistenza spugnosa, trattiene l’acqua.

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Per cui furono realizzate nuove cave: la Reatina, la Clementina e la Paolina. Oggi il controllo delle acque si deve a impianti idroelettrici che ne regolano il flusso. Il rilascio delle acque della cascata viene quotidianamente operato dall’uomo e ad annunciare l’apertura c’è il fischio inquietante di una sirena che durante la Seconda Guerra Mondiale segnalava i bombardamenti su Terni che venne ridotta in macerie.

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Fin qui la storia. Ma affascinanti sono anche le leggende che la guida ci ha raccontato sull’origine del nome del Balcone degli Innamorati (accessibile solo con visita guidata e biglietto a parte), un tunnel realizzato sotto il primo belvedere per far defluire gli accumuli di acqua, sotto il quale si passa per accedere a una rinfrescante ma violenta doccia che non consente l’affaccio oltre la caduta dell’acqua.

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La leggenda narra del contrastato amore tra il pastore Velino e la Ninfa Nerina. La fanciulla venne trasformata da Giunone nell’attuale fiume Nera, mentre Velino si gettò nelle acque per ricongiungersi alla sua amata per tutta la vita. Il terrazzino si lega anche al santo patrono di Terni, San Valentino, che fu chiamato da Velino per verificare la fedeltà della ninfa: il santo batté il suo pastorale sulla roccia e creò un potente getto d’acqua dalla forma di un velo da sposa, simbolo di fedeltà.

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Lo spettacolo delle cascate può essere goduto anche dall’alto, con lo stesso biglietto per cui noi abbiamo usufruito dello sconto del 40% grazie al voucher che l’Abbazia di San Pietro in Valle offre ai suoi ospiti: la vista dalla parte superiore in più regala uno straordinario effetto arcobaleno incluso nel prezzo. E anche se non è la cascata più alta d’Europa né d’Italia, l’emozione è unica tra luci, colori e fragori.

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Il consiglio che ci sentiamo di dare, tutta l’Umbria e la Valnerina in particolare, vanno visitate senza fretta, perdendosi tra i suoi piccoli borghi e senza tralasciare le sue perle come Spoleto che come abbiamo già sottolineato ci ha davvero incantato.

In collaborazione con iliveumbria.com

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This travel blog with the dog is a personal selection of our best experiences, our favorite spots and secrets places around the world curated by Rosalia e Michele.

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Comments

  1. È un tipo di viaggio che già apprezzavo, oggi seppur necessario, sempre più nelle mie corde. E grazie ai tuoi racconti l’Umbria diventa sempre più interessante. Grazie Rosalia ❤

  2. L’Umbria è una regione che necessita di ritmi lenti e di “riflessione”: ora più che mai una meta ideale!

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