L’Abbazia di San Pietro in Valle è stata la meta del quarto dei nostri #Sognidoro in Umbria. Non potevamo lasciare la regione senza visitare un’abbazia. Anzi la prima tappa è stata proprio dedicata all’Abbazia di Santa Croce di Sassovivo, vicino Foligno, uno dei luoghi dello spirito più suggestivi di tutta l’Umbria, che emerge fra i boschi del Monte Aguzzo. Mentre a chiusura del nostro viaggio abbiamo voluto provare l’esperienza di essere accolti fra le mura pregne di storia di uno di questi monumenti dello spirito.
Nelle celle dei frati in Valnerina
Già arrivando all’Abbazia di San Pietro in Valle e guardandola da lontano immersa nella rigogliosa vegetazione del Monte Solenne, sembra di aver attraversato la porta del tempo. All’abbazia conduce una strada che si snoda a mezza costa in un’atmosfera mistica e in un silenzio rotto solo dal suono del motore dell’auto.
Non si fa fatica a pensare che questo angolo intatto di Medioevo sopravvissuto allo scorrere dei secoli, tra i maggiori documenti di arte alto-medioevale dell’Italia centrale, sia stato dichiarato monumento nazionale.
Ne ascoltiamo rapiti la storia millenaria da Federica, Letizia e Chiara le tre sorelle proprietarie che gestiscono la residenza storica.
Il complesso sorge sul luogo dove erano vissuti nel VI secolo gli eremiti Lazzaro e Giovanni e fu fondato dal duca di Spoleto Faroaldo II, che qui si ritirò a vita monastica dopo essere stato deposto dal figlio Trasamondo nel 720.
La chiesa, a croce latina, ha un’unica navata ed è un trattato di architettura: l’unico monumento che si ricolleghi direttamente alla storia del Ducato Longobardo di Spoleto e che conservi così tanti segni dell’arte e della cultura sviluppatesi tra l’VIII e il XII secolo in Centro Italia.
Nel 1100 fu decorata da affreschi: i cicli rimasti, tra cui le bellissime scene della Genesi con Adamo e gli animali, sono gioielli dell’arte pittorica dell’Età di Mezzo. Notevole anche la Madonna di Loreto di Giovanni di Girolamo datata 1513. Interessanti anche i cinque sarcofagi romani con soggetto pagano, uno dei quali secondo la tradizione ospitò la salma del duca Faroaldo II, e l’altare maggiore, primo esempio di scultura firmata dall’autore Ursus Magister.
Un’altra particolarità che salta all’occhio non appena si entra sono le due colonne alte circa un metro posizionate lungo un solco distinto che separa l’ingresso dal corpo della chiesa: queste erano poste a delimitare l’accesso alle persone non battezzate che non potevano avvicinarsi a quelle battezzate che si posizionavano nella parte centrale della chiesa, mentre al clero era riservata la sezione tra il piano della chiesa e i gradini dell’altare definita da due lastre di pietra scolpite.
Tornando all’abbazia, dopo varie vicissitudini, fu prima acquistata dalla famiglia Ancajani di Spoleto nel 1890 e poi rilevata nel 1917 dalla famiglia Costanzi che ancora oggi ne è la proprietaria e che si è occupata del suo restauro sotto la supervisione della Soprintendenza alle Belle Arti di Perugia.
Nel 1999 è diventata uno splendido albergo, mentre la Chiesa abbaziale è di proprietà della Parrocchia di Ferentillo e aperta al pubblico per le visite.
E grazie ai lavori sapientemente diretti dal papà ingegnere l’Abbazia non ha subito alcun danno dopo il terremoto dell’agosto 2016 che ha colpito il centro Italia e in particolar mondo Norcia e Amatrice, tanto da essere riaperta a marzo dell’anno successivo in tempo per accogliere gli ospiti della nuova stagione.
Le sorelle Costanzi ci hanno invitato a girare liberamente per il complesso immerso nel verde del Monte Solenne. Le camere sono ricavate nelle antiche celle dei monaci benedettini e negli ambienti della foresteria e hanno un arredo monacale che non tradisce lo spirito del luogo pur garantendo comodità. Diverse fra di loro, hanno camini, mensole, nicchie, armadi a muro e perfino feritoie e sono chiamate ognuna con il nome di un frate.
La nostra? Fra’ Timoteo a piano terra con ingresso direttamente dal chiostro, perché a chi come noi viaggia con il quattro zampe sono assegnate le stanze che garantiscono immediato accesso all’aperto senza attraversare gli ambienti interni dell’abbazia che comunque sono visitabili liberamente.
Al piano superiore il loggiato, arricchito da affreschi tra cui si distingue il leone rampante dello stemma della famiglia Ancajani, si affaccia sul grande chiostro circondato su tre lati da un portico e al quale si accede superando l’arco della porta che un tempo permetteva ai monaci di separare le aree destinate anche ai forestieri dalla zona destinata esclusivamente ai religiosi.
Questo è il luogo in cui più si avverte l’atmosfera mistica che si respira ovunque ed è qui che insieme al nostro Otto abbiamo fatto colazione il mattino dopo, sotto i portici nei pressi del refettorio dove viene servita in caso di cattivo tempo.
Abbiamo lasciato a malincuore questo posto in cui ci si sente in pace con il mondo, soprattutto alla sera quando scende il buio e il silenzio diventa padrone di tutta la valle. La prossima volta ci ripromettiamo di seguire i consigli di Federica e di raggiungere con una bella passeggiata tra i boschi il borgo fantasma di Umbriano, uno dei primi castelli della Valnerina alle pendici del Monte Sant’Angelo, proprio di fronte all’Abbazia di San Pietro in Valle.
Non ci siamo invece persi la cena presso Hora Media, il ristorante situato dove un tempo c’erano le cantine dei monaci, ma la generosa accoglienza e la simpatia di Carla e Alessandra meritano un post a parte.
Vi anticipiamo soltanto che completa l’offerta magnifica che l’Abbazia riserva ai suoi ospiti contribuendo con la sua atmosfera d’altri tempi, complice la musica medievale in sottofondo, a farli sentire in un’epoca diversa dalla nostra oppure su un set cinematografico!
Non è certo un caso che il complesso abbaziale sia stato più volte scelto come luogo di riprese di diversi film tra cui Marcellino Pane e Vino: ne è rimasta traccia nella sala lettura al piano superiore del chiostro dove una parete è decorata con un grande affresco raffigurante San Francesco, realizzato per una scena del film e lasciato lì al termine delle riprese.
Relais Abbazia San Pietro in Valle
Via dell’Abbazia – Ferentillo (Terni)
Info: +39 0744 780129
www.sanpietroinvalle.com – abbazia@sanpietroinvalle.com
A parte i segni del tempo, quelle mura non hanno un graffio, tutto in perfetto stato, persino la musica medievale in sottofondo… Ci starei anch’io a gestire un posto così.
Le sorelle Costanzi sono state bravissime a conservarne anche l’atmosfera monacale 🙂