Umbria, una regione da godere con tutti i sensi

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Allertate tutti i sensi: siete in Umbria! Una regione sempre pronta a incantare in qualsiasi stagione dell’anno si decida di visitarla, così come ci sottolinea Francesca Brunelli che attraverso la sua pagina I live Umbria, non solo si occupa della promozione e della valorizzazione turistica della sua regione, ma aiuta in modo concreto con consigli e suggerimenti preziosi chi come noi vuole visitarla.

L’Umbria, una regione che incanta

Inutile sottolinare che l’Umbria incanta. Colpì anche la giovane Virginia Woolf che qui approdò durante il suo viaggio in Italia agli inizi del Novecento e trascrisse sui suoi taccuini le emozioni che questa terra seppe trasmetterle annotando “che ha un suo carattere e presto renderà insulso qualunque altro paesaggio”. Per darle ragione bisogna lasciarsi condurre per questi territori che hanno mantenuto la poesia dei dipinti del Perugino e del primo Raffaello dando “ascolto” ai cinque sensi.

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Cominciando dalla vista dei profili ondulati della campagna in cui le colline coperte da vigne si rincorrono tra ulivi e campi amorevolmente coltivati. E poi ammirando l’azzurro del cielo, terso e immenso come ce lo siamo goduto noi, che si stempera nei tramonti infuocati. Lasciandosi abbagliare dal bianco dei marmi che risplendono a Spoleto, una cittadina che ha conquistato il nostro cuore.

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L’udito: chi viene in Umbria, in Valnerina in particolare, deve esercitarsi al silenzio, per farsi cullare dal suono delle campane delle chiese o dei campanacci appesi al collo di mucche e cavalli che pascolano insieme a pecore e caprette sui dolci rilievi di questo territorio attraversato dal fiume Nera.

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Il gusto. Ogni paese ha la sua specialità culinaria, ma i punti fermi sono funghi, salumi, caci e caciotte, legumi e tartufo nero che abbonda nelle zone che abbiamo visitato, tra Spoleto e Norcia. Come rinunciare a un bel piatto di strangozzi, fettuccine senza uovo, conditi con una grattata di tartufo? O a una selezione di formaggi e salumi?

Naturalmente non sono mai mancati, ma alcuni li abbiamo assaggiati direttamente “a domicilio” nelle campagne di Monteleone di Spoleto come i salumi presso l’Agriturismo Casale Montebello e le ricotte “condite” da chiacchiere e caffè con la famiglia Reali presso Il Pastore di Rescia.

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Non manca il pesce di lago o di fiume, che se ben preparato come lo abbiamo gustato al ristorante La Casa Rosa del Castello di Postignano, non fa certo rimpiangere quello di mare. E ogni momento della giornata val bene una crescia o torta al testo, a base di pasta non lievitata e cotta sul testo, un disco di pietra arroventato, ottima con prosciutto di Norcia o salsicce.

E poi i vini. In Umbria se ne producono di buonissimi, dal famoso Sagrantino di Montefalco, un rosso dal gran carattere, al gradevolissimo bianco Grechetto Doc dei Colli Martani. Fino al meno noto Ciliegiolo di Narni, ricavato da un vitigno unico nel suo genere che è riuscito a sopravvivere all’estinzione solo grazie alla grande passione di un piccolo gruppo di produttori e che ci ha fatto “scoprire” Carla nel suo Hora Media presso l’Abbazia di San Pietro in Valle. Per concludere in dolcezza con la Vernaccia di Cannara, un vino amabile che secondo la tradizione si assaggia la mattina del giorno di Pasqua mentre si fa un’abbondante colazione con torta al formaggio, capocollo e uova sode, come ci ha raccontato Diletta durante la degustazione presso la Cantina Di Filippo.

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Il tatto viene stimolato dal percorrere con le dita le superfici di muri e palazzi che sembrano quinte teatrali tanto sono incastrate armoniosamente nel paesaggio, nonostante qui i terremoti purtroppo frequenti facciano i loro danni. Non ci è stato possibile per esempio ammirare l’Abbazia di Sant’Eutizio, uno dei monumenti più celebri della Valnerina, perché dopo il sisma devastante del 2016 che ha buttato giù gran parte delle chiese e dei complessi monastici della zona è ancora completamente diroccata.

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Sorte diversa e più fortunata per l’Abbazia di Santa Croce di Sassovivo, vicino Foligno, uno dei luoghi dello spirito più suggestivi di tutta l’Umbria, la terra di San Francesco, in cui certo l’afflato mistico è presente ovunque.

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Emerge imponente fra i boschi di alti lecci arroccata sul Monte Aguzzo e impone prepotentemente la sua storia millenaria a chiunque le si avvicini. Dopo alterne vicende questo antico complesso benedettino dal 1979 è tornato un luogo dello spirito grazie ai Piccoli Fratelli di Jesus Caritas, una comunità di religiosi che si rifà a Charles de Foucauld, ispiratore e fautore di un monachesimo di frontiera.

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Ovunque silenzio, pace e bellezza che trovano il loro apice nel celebre chiostro romanico duecentesco chiuso da un porticato di 128 colonnine binate con capitelli a giglio in marmo bianco, scandito da 58 archi sui quali spicca un cornicione policromo finemente scolpito e intarsiato.

Una scala conduce al primo piano in cui ci sono la cappella, il refettorio e l’Appartamento dell’Abate, mentre nel giardino c’è un cipresso geneticamente identico a quello piantato 800 anni fa da San Francesco a Verrucchio nel più antico edificio francescano della Romagna, dove, secondo la leggenda, il santo avrebbe infisso nella terra un bastone attorno al quale nacquero radici e foglie: il gigantesco cipresso vecchio di oltre sette secoli è tuttora visibile lì nel chiostro.

Un altro angolo di Medioevo sopravvissuto allo scorrere dei secoli è quello dell’Abbazia di San Pietro in Valle in cui abbiamo avuto il grande piacere di pernottare durante il nostro tour in Valnerina. Da visitare la chiesa dell’abbazia voluta dal duca longobardo Faroaldo II costruita sui resti di un antico tempio romano e decorata da affreschi risalenti al 1100, un ciclo pittorico considerato il più grande dell’Umbria fino alla costruzione della Basilica di San Francesco in Assisi.

Bellissime le scene della Genesi con Adamo tra gli animali e la Madonna di Loreto dipinta nel 1513 da Giovanni di Girolamo. Molto interessanti anche il magnifico altare longobardo dell’VIII secolo d.C., i sarcofagi in marmo in cui sono sepolti i duchi longobardi e quelli posti uno sull’altro che ospitavano le reliquie dei Santi Eremiti Lazzaro e Giovanni attorno ai quali è possibile ancora oggi compiere un giro in segno di devozione e per chiedere grazie.

Si può con un unico biglietto approfittare per visitare anche la cripta romanica della chiesa di Santo Stefano a Ferentillo dove sono conservate alcune mummie conservate in teche di cristallo, scoperte nel 1805 quando un editto napoleonico ordinò l’esumazione delle salme dall’interno delle chiese. Gli studiosi sostengono che l’ottima conservazione dei corpi è dovuta alle particolarità fisico-chimiche del terreno. Noi questa volta non abbiamo fatto in tempo a vederle ma ci riserviamo di tornare a Ferentillo che, mummie o non mummie, merita una visita perché è un paese unico nel suo genere in quanto diviso esattamente in due parti dal fiume Nera che lo separa in due borghi più piccoli: Matterella e Precetto.

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Infine l’olfatto che è certo catturato dai piatti robusti della cucina umbra che non prescindono mai dall’olio di oliva tra i migliori in Italia, ma poi rivolge la sua attenzione ai profumi di legna, di funghi, di frutta, di mosto che ci hanno deliziato percorrendo le strade di campagna seguendo l’invito che lo scrittore americano Henry James rivolgeva al visitatore, quello di “camminare dappertutto molto lentamente e senza meta”.

In collaborazione con iliveumbria.com

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Comments

  1. Un viaggio da cui emerge forte una parola: passione.
    Passione per la propria terra, passione per le cose semplici e assai preziose, passione per i sapori autentici altrove già persi.
    Come sempre è un piacere seguirti Rosalia. Alla scoperta di un’Italia che non smette di stupire.
    I miei complimenti al lavoro di Francesca Brunelli. Tante volte abbiamo sostenuto quanta passione, lo ripeto, occorra per raccontare e promuovere la propria terra.

  2. Stavolta Spoleto la metto da parte, mi lascio prendere da quegli affreschi… Tutti posti che hanno vissuto peripezie secolari eppure restano in piedi, intatti nel messaggio che trasmettono. Credo che molti vogliano venire in questi luoghi per ritrovare respiro dell’anima, in una regione che si distingue proprio perché ispira silenzio. Eppoi… ben vengano i dettagli, il ciliegiolo, il cipresso…
    Bella presentazione 👍 , poche parole e un invito diretto: vieni, vedi, vivi.

  3. Concordo Benedetta. La nostra attività sarebbe impossibile da intraprendere e portare avanti senza passione che ne è il motore! 😍

  4. Abbiamo fatto davvero un viaggio attraverso le tue foto e i tuoi racconti!
    La descrizione dell’udito ci ha catapultato in un’atmosfera davvero meravigliosa!
    Il profilo delle colline e gli scorci dei vari borghi poi hanno completato l’opera!
    Mettiamo anche questa regione nella lista delle cose da vedere nei prossimi mesi!

  5. Grazie Daniele e Marilena! Vi auguro di programmare presto un viaggio in Umbria, una terra che sa regalare grandi sensazioni!

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