Spoleto nel 1300 fu scelta dal cardinale spagnolo Gil Alvarez Carrillo de Albornoz come avamposto diplomatico-strategico per la riconquista dei territori persi dallo Stato della Chiesa e per riportare pace e ordine nei luoghi circostanti.
Spoleto: fascino e bellezza
A testimonianza di ciò emerge ancora su tutto il borgo la poderosa Rocca con la sua molte turrita edificata sulla sommità del Monte Sant’Elia dal capomastro Matteo di Giovannello, detto il Gattapone.
Se allora la città fu scelta come caposaldo del potere papale durante l’esilio dei papi ad Avignone, seicento anni più tardi, nella seconda metà del XX secolo, fu il compositore lombardo Gian Carlo Menotti a scegliere Spoleto come sede di una manifestazione di spettacoli, mostre e grandi nomi.
Si tratta del Festival dei Due Mondi, il cui centro vitale divenne il teatro Caio Melisso, l’ottocentesco gioiello da 300 posti progettato da Giovanni Montiroli che si affaccia su una delle piazze più belle del mondo, dove da quinta fa la splendida facciata del Duomo con il monumentale campanile del XII secolo.
La costruzione della Cattedrale dell’Assunta fu iniziata intorno al 1175 e terminata nel 1220, ma la facciata, illuminata dal grande mosaico del Cristo benedicente, è cinquecentesca. Al suo interno, la famosa abside affrescata con scene della Vita di Maria da Filippo Lippi e un interessante pavimento a mosaici geometrici originale del XII secolo che ricopre gran parte della navata centrale.
Abbiamo cominciato la nostra visita da piazza della Libertà che abbiamo raggiunto attraverso il percorso pedonale meccanizzato dopo aver lasciato l’auto al parcheggio della Spoletosfera.
Sulla piazza si affaccia il Palazzo Ancajani, sede del Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo e, attraverso un’inferriata, si ammira il Teatro Romano del I secolo, sulla scena del quale furono costruiti la chiesa di S. Agata e il palazzo della famiglia Corvi. Nel 1395 nel palazzo Corvi si insediarono le monache Benedettine e il teatro, ormai interrato, divenne il chiostro del monastero. Fu esplorato per la prima volta nel 1891 dall’archeologo spoletino Giuseppe Sordini e riportato alla luce con scavi sistematici tra il 1954 e il 1960.
Imboccato corso Mazzini si può decidere di proseguire su questa strada meta delle “vasche” degli spoletini, oppure addentrarsi in un dedalo di vicoli come via dello Sdrucciolo che conduce in via dell’Arco di Druso e Germanico eretto nel 23 d.C. in onore delle loro vittorie sul Reno.
Sulla sinistra si apre la vivace piazza del Mercato sulla quale prospetta la Fonte di Piazza, una fonte pubblica costruita nel 1746 dall’architetto Costantino Fiaschietti su incarico del Comune di Spoleto.
Da qui si può imboccare via dei Duchi, fiancheggiata da botteghe medievali, mentre salendo ancora sulla sinistra si erge il Palazzo Comunale con l’intatta torre duecentesca e poi si raggiunge l’alberata piazza Campello, che fa da tramite fra la città murata e la Rocca e dove si trova la Fontana del Mascherone, che ancora oggi raccoglie l’acqua fresca e pura che scende dalla montagna.
Scendendo si apre la scenografica vista del Duomo con la strada che porta verso la piazza su cui prospettano le absidi di Sant’Eufemia e la facciata a graffiti del rinascimentale Palazzo Racani-Arroni.
Proseguendo affacciatevi nel cortile del Palazzo Vescovile dove si nasconde la chiesa di Sant’Eufemia, uno degli esempi più notevoli del romanico umbro.
La Rocca Albornoziana, con le sue otto torri, rappresenta il punto più alto della città e fu realizzata dal Gattapone insieme al Ponte delle Torri, alto 80 metri e lungo 230, che unisce le sponde del baratro della valle del Tessino e collega la città al Monteluco, col suo antico bosco di lecci da sempre protetto. Dall’alto della sua cinta muraria si può ammirare il panorama della Spoleto “bassa” che si estende lungo il torrente Tessino e in cui si distingue la Torre dell’Olio, la più alta della cittadina, chiamata così perché da qui si gettava, a scopi difensivi, olio bollente sui nemici.
Oltre a guardare le imponenti vertiginose 10 arcate del ponte dalla cima della fortezza, il nostro suggerimento è quello di ammirarle dall’altra parte dove c’è il Fortilizio dei Mulini, presidio dell’acquedotto dove le acque alimentavano due mulini comunali prima di essere convogliate lungo il ponte. Sulla strada si passa davanti alla chiesa di San Pietro fuori le Mura, tra le più famose in Umbria: i suoi bassorilievi narrano leggende tratte da enciclopedie medievali e sono considerati capolavori della scuola romanica umbra.
Non saremo certo i primi né gli ultimi, ma Spoleto ci ha stregato! E abbiamo lasciato l’affascinante cittadina già col desiderio di tornarci presto per completare la nostra visita approfondendola attraverso il percorso museale che comprende il Museo Archeologico Statale ospitato all’interno dell’ex monastero di Sant’Agata con annesso il Teatro romano, la Rocca Albornoziana al cui interno è ospitato il Museo Nazionale del Ducato di Spoleto, la Casa Romana rinvenuta sotto il palazzo del Municipio, e il Palazzo Collicola che oltre a essere sede del Museo d’Arte Contemporanea “Giovanni Carandente” è esso stesso degno di nota sia per l’architettura simile ai coevi palazzi barocchi romani che per il mobilio e gli splendidi arazzi settecenteschi, manifattura delle Fiandre, provenienti dall’eredità della Regina Cristina di Svezia.
E terminare con due chicche: scovare il vicolo Baciafemmine, uno dei più stretti d’Italia largo appena mezzo metro nei pressi del Duomo, e visitare la Basilica di San Salvatore, di eccezionale valore storico e artistico tanto da essere inserita nel 2011 tra i Patrimoni Mondiali dell’UNESCO come parte del sito seriale I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.), che comprende le più importanti testimonianze monumentali longobarde esistenti sul territorio italiano.
Spoleto per me ha sempre significato Festival dei 2 Mondi, tuttavia non le avevo mai dato un volto. La scopro con voi con la magnificenza della sua cattedrale e la maestosità del Ponte delle Torri. Splendida
A noi ha fatto un effetto del tipo: sai che andrai a conoscere una bella donna, ma poi quando la incontri dal vivo perdi la testa, perché ti conquista con il suo fascino e il suo splendore!
Una delle più belle cittadine da visitare in Umbria.
Tante storia, arte e relax quanto basta per ricaricare le pile un weekend!
Anche noi ci abbiamo lasciato il cuore!
In Umbria ci siamo stati tantissime volte ma a Spoleto mai.
In questo tour non ce la siamo fatta sfuggire e ne siamo rimasti incantati! 😍