La coscienza di Zeno è la prima cosa che mi è venuta in mente non appena ho conosciuto e chiacchierato un po’ con Zeno Zignoli.
Banale? Forse. Ma anche se i due personaggi, quello reale proprietario della cantina Monte dei Ragni e quello letterario creato dalla penna di Italo Svevo, sono completamente diversi e diverse sono le aree geografiche e le storie di vita, i contatti ci sono. E sono tutti compresi in quella parola: coscienza.
I vini biodinamici di Zeno Zignoli
La coscienza che hanno entrambi di una civiltà malata la cui unica via d’uscita, se tutto continuerà senza rispettare i ritmi ancestrali della natura, è l’annientamento totale. Temi forti, che abbiamo affrontato quando abbiamo incontrato Zeno a tarda sera. Il periodo è quello molto intenso della vendemmia ma lui ci ha accolto con cordialità grazie all’intercessione di Vittorio Betteloni, nella sua cantina Monte dei Ragni ospitata nella corte della storica contrada in località Marega datata 1450 e nata come guarnigione della vicina Villa della Torre.
Una strada stretta fra due muri di sasso conduce in questa frazione del comune di Fumane, dove da cinque generazioni la famiglia Ragno conduce il proprio fondo, coltivando e vinificando le proprie uve. I vini prodotti qui da Zeno Zignoli sono ormai entrati a far parte del mito. Ma ridurre la figura di Zeno a quella di un produttore di vino, sia pure di quello che in tantissimi definiscono il miglior Amarone in circolazione, è davvero riduttivo.
Le prossime bottiglie verranno messe in commercio solo alla fine del 2023. E noi le abbiamo prenotate a occhi chiusi perché il suo mito non ammette dubbi.
Dal 1997 li porta avanti Zeno che ha sposato non solo una signora Ragno ma anche e soprattutto la filosofia della famiglia conducendo i terreni prima secondo il metodo biologico e dal 2008 con quello biodinamico ispirato dall’antroposofia di Rudolf Steiner. I vini di Monte dei Ragni sono prodotti in cinque-seimila bottiglie all’anno in modo sostenibile e nel rispetto dell’ecosistema, senza utilizzo di fertilizzanti e pesticidi di origine chimica. Dietro a ognuno di questi vini c’è la storia affascinante di Zeno, che si autodefinisce agri-cultore oltre che agricoltore.
Lui ha deciso di rimanere nella sua terra, a Fumane, la stessa frequentata per la sua posizione strategica a metà strada tra la Pianura Padana e le Alpi, già 90.000 anni fa come testimonia la Grotta di Fumane, sito archeologico di notevole interesse, in cui abitarono l’uomo di Neanderthal e l’Homo Sapiens. Al suo interno è stato ritrovato lo Sciamano, una pietra dipinta in ocra rossa, considerato il più antico esempio di pittura rupestre di tutta Europa. E uno sciamano moderno è Zeno, profondamente convinto che solo rispettando la terra e i suoi doni è possibile migliorare la propria vita e quella di chi gli sta attorno.
Ci ha detto: “l’agricoltura è basata sul rapporto di fiducia e responsabilità nei confronti della terra che coltivi e della gente che nutri”. Se si lavora bene in vigna col metodo biodinamico, in cantina l’apporto di coadiuvanti enologici, quali lieviti, enzimi e acidificanti sono ridotti al minimo se non nulli. E nella cantina di Monte dei Ragni vengono adottate pigiature soffici, pressature morbide, un sapiente uso dei legni e la quasi totale esclusione di sistemi di pompaggio meccanici.
Questo il vino secondo la coscienza di Zeno. Ora non ci resta che attendere il nostro Amarone che sarà imbottigliato a dicembre all’ultimo quarto, in fase di luna calante, tra il 20 e il 30 del mese. Abbiamo prenotato due bottiglie, perché come ci ha suggerito Zeno, una si beve e l’altra si lascia affinare anche oltre dieci anni per apprezzarla ancora di più una volta stappata.
Interessante il parallelismo e complimenti a Zeno Zignoli per aver deciso di continuare a produrre vino seguendo la filosofia di famiglia.
E che bella accoglienza!
Zeno è una persona speciale e abbiamo apprezzato la sua accoglienza in modo particolare perché niente affatto scontata in tempi di vendemmia.