Napoli. Punto e a capo

Fuori confineNapoli. Punto e a capo
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Napoli è solenne, irriverente, caotica, decadente e fastosa. In una sola parola Napoli è unica, perché unica è la sua capacità di incantare. Ammalia proprio come Partenope, la sirena a cui secondo la mitologia deve la sua origine e che cercò di far innamorare Ulisse con il suo melodioso canto. Ma al rifiuto dell’eroe si lanciò da una rupe tra le onde che la condussero fino al golfo di Napoli nell’isola di Megaride dove il suo corpo svanì andando a formare la città campana con la testa a Capodimonte e la coda a Posillipo.

A Napoli con Otto e nipotini

Casa Tolentino

Napoli continua a incantare anche chi come noi ci è stato più volte, ogni volta approfondendone un lato: nobile e reale, verace e popolare, ma sempre coinvolgente, effervescente e molto caotico.

Napoli

Napoli è stata la prima delle nostre mete del 2022 e il breve giro nella città partenopea non è stato programmato con anticipo bensì pensato in quattro e quattr’otto per esaudire il desiderio di tre bambini: Federica, Giuseppe e Giorgio, i nostri nipotini.
Così dopo i viaggi a Venezia e in Val Pusteria, quello a Napoli è stato l’ultimo che abbiamo affrontato con bimbi e cane al seguito. Faticoso? Un po’, ma volete mettere la bellezza di ritrovare nei loro occhi la stessa meraviglia provata quando era ancora tutto da scoprire?

E l’eccitazione nel passeggiare tra le statuine e i corni esposti lungo la via di San Gregorio Armeno, la strada dei pastori. O, ancora, l’emozione di scendere nelle viscere della terra e al contempo di “nuotare” tra le tessere di mosaico cerulee e cangianti della stazione Toledo della Metropolitana, progettata dall’architetto catalano Óscar Tusquets Blanca e considerata la più bella d’Europa.

Napoli li ha conquistati sin dal primo momento! A partire dalla calda accoglienza al Borgo Vergini Garden di Carlo Gioiello, nostra vecchia conoscenza nonché il primo a darci il benvenuto in città con Otto cucciolo quattro anni fa, e di Anastasia, che col suo accento napoletano non lascia proprio immaginare le sue origini russe e il suo passato da globetrotter.

Napoli

E ha catturato anche le loro papille gustative tra la ricca colazione del Bed&Breakfast, pizza fritta, montanare, frittatine e i fiocchi neve di Ciro Poppella, tanto che davanti alla pizza fumante offertaci da Gino in attesa dell’aperitivo al suo locale Sanità Spritz, Giorgio ha dichiarato convinto: “Napoli è il mio mondo, lasciatemi pure qui!”.

RIONE SANITA’
Base di partenza il B&B Borgo Vergini Garden nel cuore del quartiere Stella più conosciuto come Rione Sanità, dove è nato Totò e ancora oggi, come allora, l’edilizia povera e popolare si alterna alle chiese e ai palazzi storici.

Napoli

Se è imperdibile la visita alle catacombe, che abbiamo effettuato con i ragazzi della Cooperativa La Paranza la prima volta che siamo stati a Napoli con Otto, non è da meno la passeggiata in superficie tra le colorate e chiassose bancarelle del vivace mercato lungo via dei Vergini.

Ed è perfetta la collocazione proprio qui delle luminarie che riprendono una delle canzoni più amate di Pino Daniele: “Napule è mille culure…”. Infatti nel rione si colgono al meglio le mille sfumature e i mille contrasti di questa città. Basta affacciarsi nel cortile del Palazzo dello Spagnolo, costruito a metà del 1700 da Ferdinando Sanfelice per il marchese Nicola Moscati e poi acquistato dal nobile spagnolo Tommaso Atienza.

Una volta attraversato il maestoso portale si viene immediatamente colpiti dalla scala a giorno a doppia rampa che come una scenografia separa il cortile principale da quello secondario.

Attraversata la trafficatissima via Foria ci si trova al cospetto della Porta di San Gennaro: si chiama così perché da qui parte la strada che conduce alle catacombe in cui era sepolto il patrono della città ed è caratterizzata da un’edicola votiva affrescata risalente al 1656 dedicata a San Gennaro, Santa Rosalia e San Francesco Saverio che pregano per la fine della peste.

DECUMANO MAGGIORE
Oltrepassata Porta San Gennaro si entra nella Napoli greco-romana, lungo il tracciato antico scandito dai tre decumani che corrono paralleli e dai cardines che li tagliano ortogonalmente. Abbiamo percorso via Anticaglia, che prende il suo nome dalla presenza dei resti delle antiche mura di un edificio romano, per poi sbucare su via Duomo sulla quale domina la grande cattedrale edificata per volere di Carlo I d’Angiò fra la fine del 1200 e l’inizio del secolo successivo.

Napoli

La chiesa angioina, sorta incorporando edifici preesistenti di epoca paleocristiana, fu molto modificata nei secoli successivi. Infatti al suo interno c’è l’antica basilica di Santa Restituta con il battistero di San Giovanni in Fonte. Nella cripta, realizzata nel 1500 su disegno del Bramante nell’area sottostante l’abside per collocarvi le reliquie di San Gennaro, sono custodite le ossa del patrono in un vaso longobardo.

La Cappella del Tesoro di San Gennaro, visitabile a pagamento come l’area archeologica in cui si trova il più antico battistero dell’Occidente, fu edificata all’inizio del 1600 per ringraziare il santo dopo la fine della epidemia di peste del 1527. Sotto la cupola con il Paradiso affrescata da Lanfranco, l’oggetto più prezioso è il busto-reliquario del santo, capolavoro dell’oreficeria gotica.

Un po’ storditi dalla magnificenza del Duomo, ci siamo incamminati lungo via dei Tribunali per poi raggiungere via San Gregorio Armeno, una delle strade più belle del centro antico dove oggi come secoli fa gli artigiani fabbricano i pastori e tutte le altre figure che danno vita al suggestivo scenario del presepe. Naturalmente non poteva mancare il presidente della Regione Campania De Luca con il lanciafiamme!

Nelle antiche botteghe non solo presepi e statuine, ma anche corni portafortuna di ogni dimensione che, mi raccomando, devono essere regalati! Ai bimbi ne è stato fatto dono dalla Bottega Capuano, mentre a me lo ha regalato mio fratello dopo avermi punto il palmo della mano sinistra come da tradizione.

Per “funzionare” il corno deve avere determinate caratteristiche tra cui durezza, curvatura e forma appuntita, deve essere rosso e deve essere fatto a mano per assorbire l’energia positiva dell’artigiano.
E se la punta del corno si rompe, non c’è da preoccuparsi perché vuol dire che ha semplicemente fatto il suo lavoro, accumulando tutta l’energia negativa sulla sua punta. A quel punto va collocato in un vaso: creato con la terracotta finisce il suo ciclo tornando nella terra.

Napoli

Con ognuno il suo corno contro la jettatura e ricordando le parole di Edoardo De Filippo “Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male”, abbiamo continuato la nostra passeggiata visitando il chiostro di San Gregorio Armeno dove, fra le piante di agrumi, spicca la scenografica fontana con le statue del Cristo e della Samaritana.

Al chiostro si accede attraverso una lunga scala di piperno che termina davanti a una grande porta in legno di noce ai lati della quale ci sono due “ruote”, unici mezzi di trasmissione degli oggetti che entravano e uscivano dal convento delle suore di clausura.

Stranianti la calma e il silenzio che caratterizzano questo luogo nel pieno centro di una città caotica e vociante. Lungo il portico ci sono grate affiancate da sedie su cui le monache potevano assistere alla Messa senza allontanarsi dal chiostro su cui si affacciano il salotto della Badessa, il refettorio, un piccolo museo contenente utensili un tempo adoperati dalle suore e l’antica Cappella della Madonna dell’Idria, l’ambiente più antico di tutto il complesso. Notevole il coro dalla cui grata è possibile sbirciare l’interno della magnifica chiesa con il soffitto a cassettoni e con tavole del fiammingo Teodoro d’Errico.

Tornati in via San Gregorio Armeno, dominata dal cavalcavia che unisce il convento a quello di San Pantaleo su cui venne eretto il caratteristico campanile della chiesa, abbiamo proseguito il nostro giro nel Decumano inferiore meglio noto come Spaccanapoli.

SPACCANAPOLI
Spaccanapoli è la zona in cui è concentrato il maggior numero di chiese e conventi di Napoli. In realtà il rettilineo assume lungo il suo percorso sette nomi diversi e per il susseguirsi di chiese, piazze e palazzi è stato definito un vero e proprio museo all’aperto. Ma è anche uno dei luoghi più vivaci e popolati della città, pieno di attività commerciali e artigianali.

E lo era sin dal passato come testimonia la statua del Nilo fatta erigere dai mercanti alessandrini che in questa zona avevano le loro sedi. Singolare la storia di questo monumento: disperso dopo la partenza degli egiziani, fu ritrovato senza testa ed erroneamente interpretato come il “corpo di Napoli”, città-madre che allatta i suoi figli. Ancora oggi la statua è chiamata così anche se un restauro secentesco l’ha provvista di una testa barbuta che richiama il dio-fiume.

A Spaccanapoli sorge il complesso di Santa Chiara che i sovrani aragonesi scelsero per custodire le loro tombe. Entrando, sul lato sinistro si staglia l’alto campanile, mentre di fronte si erge l’imponente facciata in tufo giallo. L’interno è semplice e severo e rispecchia l’iniziale impianto francescano, rivestito in stile barocco a metà del 1700 poi completamente distrutto da un incendio nel 1943.

Autentica meraviglia desta il Chiostro Maiolicato, giardino progettato da Domenico Antonio Vaccaro, in uno spazio scandito da 72 pilastri ottagonali intervallati da sedili rivestiti dalle maioliche dipinte da Donato e Giuseppe Massa. Con lo stesso biglietto si visita il Museo dell’Opera che conserva elementi del complesso di Santa Chiara e i resti di un edificio termale romano.

Napoli

TOLEDO E CASTEL NUOVO
Il giorno dopo ci siamo dedicati alla Napoli monumentale, quella che abbraccia il centro commerciale e amministrativo della città moderna e il cuore dell’antica capitale. Ci siamo arrivati da piazza Cavour in due sole fermate di metropolitana: l’arrivo alla stazione di Toledo ha entusiasmato grandi e piccoli.

Napoli

Nella giornata di festa è tanta la gente che passeggia lungo via Toledo, via Chiaia e nella Galleria Umberto I fermandosi poi per un caffè allo storico Gambrinus: all’esterno una targa ricorda che fu proprio qui che Gabriele D’Annunzio scrisse il testo della celebre canzone napoletana ‘A vucchella.

A poca distanza dalla reggia-fortezza di Castel Nuovo, noto come Maschio Angioino perché a Napoli tutto ha almeno due nomi diversi, il superbo Palazzo Reale voluto dai viceré spagnoli fronteggia la basilica di San Francesco di Paola. La Galleria Umberto I, considerata uno dei salotti buoni della città, dovrebbe essere più rispettata e pulita per poter mantenere quell’aria elegante e nobile che si volle donare a Napoli dopo l’epidemia di colera del 1884. Una delle uscite dà sul Teatro San Carlo che si affaccia su piazza Trieste e Trento, che i napoletani chiamano San Ferdinando, con al centro la fontana del Carciofo, regalo dell’armatore Achille Lauro alla città.

Su viale Toledo sfociano le salite strette e ripide dei Quartieri Spagnoli in cui la vita scorre frenetica dentro e fuori dalle case. Tanto che, in cerca della chiesa di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, abbiamo avuto indicazioni direttamente dalla gente affacciata sui balconi.

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Ovunque altarini tra sacro e profano. Onnnipresente San Gennaro, ma anche Sophia Loren, Massimo Troisi, Pino Daniele e Maradona, a cui è dedicato uno dei più grandi murales della zona ai cui piedi, dopo la morte del campione, si sono aggiunte bancarelle e baretti in onore del mito. La nostra sosta gastronomica? Dall’altrettanto mitica Trattoria Nennella nel cuore dei Quartieri Spagnoli tra fritto misto Napoli, pasta e patate e polpette al ragù.

I nostri indirizzi a Napoli tra new entry e conferme

Borgo Vergini Garden
Via Mario Pagano 23, Napoli

Isabella De Cham Pizza Fritta
Via Arena della Sanità 27, Napoli

Pasticceria Poppella
Via Arena della Sanità 28/29, Napoli

Sanità Spritz
Via Mario Pagano 3, Napoli

Concettina ai Tre Santi
Via Arena della Sanità 7 Bis, Napoli

Trattoria Nennella
Vico Lungo Teatro Nuovo 103/104/105, Napoli

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Comments

  1. “Napoli continua a incantare anche chi come noi ci è stato più volte” …niente di più vero!
    Una di quelle città in cui puoi tornare mille volte e mille volte c’è da rimanere a bocca aperta e occhi spalancati.
    E poi ci rendiamo conto come ogni volta ci sia qualcosa di nuovo da vedere…e il vostro post in questo ci è utile, per la prossima volta che torneremo!

  2. Grazie Andrea siamo contenti di poter essere utili soprattutto se si parla di Napoli che è la nostra “seconda patria”. I nostri nipotini ne sono stati entusiasti e il calore napoletano ha conquistato tutti! Mentre Otto ha conquistato Napoli: non hai idea di quanta gente ci ha fermato per strada per accarezzarlo e farci i complimenti! Un “cane dalla faccia sincera” (così lo hanno definito) ☺️

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