In Calabria tra i boschi e i borghi della Sila

Fuori confineIn Calabria tra i boschi e i borghi della Sila
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La Calabria è seconda solo al Piemonte per superficie di terre boscate. E negli ultimi tempi la bella notizia è che in Italia le foreste sono più che raddoppiate negli ultimi cinquant’anni. Questo significa che anche l’aria è più pulita dato che gli alberi la purificano assorbendo l’anidride carbonica e le polveri sottili, producendo frescura e umidità attraverso la traspirazione, mitigando le isole di calore e al contempo generando ioni negativi che influiscono positivamente sul nostro umore.

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La Sila, un tesoro tutto verde

Ce ne siamo resi perfettamente conto soggiornando nello chalet nel bosco della Tenuta Bocchineri a Rogliano, immersi nella natura a metà tra il mar Tirreno e il fitto verde della Sila, dove abbiamo goduto di dolci sonni piacevolmente scaldati da una leggera coperta a proteggerci dal fresco notturno.

Siamo partiti alla scoperta di questo angolo di Calabria proprio da Rogliano, al centro della valle del Savuto, famosa per il suo vino. E infatti la vallata è percorsa da muretti a secco che delimitano i vigneti di Savuto Doc, chiamato qui “succo di pietra” a sottolineare il suo carattere dovuto a uve di qualità e a un clima mitigato dalla brezza marina e dal sole. Scrisse Mario Soldati: “è il vino più celebrato della provincia di Cosenza, e sta a Cosenza come il Barolo sta a Cuneo”.

Essendo capitati da queste parti la domenica, abbiamo approfittato per un giro tra le bancarelle del mercato mattutino nel centro del paese, in cui i produttori locali espongono e vendono i frutti del loro lavoro.

Naturalmente abbiamo comprato di tutto! Ormai si sa che i nostri souvenir preferiti sono quelli mangerecci… Bruno ci ha proposto i sapori e le conserve di mare dell’azienda di famiglia, la Ditta Mannarino Monica di Amantea (Sapori e Conserve di Mare): dal tonno alle alici sott’olio al tipico novellame di pesce ghiaccio marinato con peperoncino piccante e non, fino all’altrettanto classica ‘nduja di Spilinga, che non producono loro direttamente ma di cui ci ha garantito la qualità.

Seconda tappa ai banchetti di frutta dove ci siamo lasciati conquistare dalle locali ciliegie gialle chiamate Colombo e dai dolcissimi gelsi bianchi e neri.

Stuzzicato l’appetito ci siamo spostati a Mangone accolti da Giuseppe nel suo Agriturismo Mancaro che, come ci ha spiegato durante la passeggiata post pranzo nel bosco sulle colline intorno, prende il suo nome dal verbo “mancare” che nel dialetto calabrese locale significa tessere al telaio.

Infatti dove ora è ospitato l’agriturismo c’era una vecchia filanda e tutta la zona qui era famosa per la coltivazione dei gelsi per i bachi da seta e per la lavorazione di questo prezioso tessuto. Ma torniamo al pranzo in cui ci sono state servite vere e proprie delizie a cominciare dal pane per cui Mangone è famosa.

E poi, dall’antipasto misto alla pasta fatta in casa apposta per noi, dalle patate mpacchiuse ai panzerotti e ai fiori di zucca fritti, fino alle costolette di agnello in umido e alla macedonia di deliziose e profumatissime fragole, che Giuseppe produce nei suoi terreni insieme alle patate e all’uva per il vino. Per concludere bignè al cioccolato e una bella chiacchierata dopo la passeggiata nel bosco dove ai bordi del sentiero crescono le fragoline di bosco, uno degli straordinari doni che la Sila regala.

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Ora è il momento di fare la sua “conoscenza”, tra gli alti fusti di quelli che vengono definiti i “giganti di legno”: pini larici, aceri di montagna, castagni e pioppi che crescono in questa fetta di Calabria che vanta un Parco Nazionale tra i più estesi d’Italia con i suoi oltre 74mila ettari che abbracciano tre province, Cosenza, Crotone e Catanzaro.

Al cospetto di queste meraviglie vegetali, alberi alti fino a 45 metri, dal tronco largo 2 e dall’età straordinaria di 350 anni, ci si sente piccoli e catapultati in un altro mondo che riporta alla mente Robin Hood e la Foresta di Sherwood.

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Ma siamo nel Parco della Sila, che si divide in Sila Greca, Piccola e Grande, comprende ben tre laghi artificiali e vette altissime come il Monte Botte Donato e tanti di quei boschi incontaminati da valergli il riconoscimento dell’Unesco come Riserva della Biosfera Italiana.

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Sul lago Arvo abbiamo perfino navigato a bordo di un silenziosissimo battello elettrico (Navigare a Lorica – +39 320 8420597) che nel suo giro permette di vedere la diga costruita tra il 1927 e il 1931 in argilla e terra compatta, unica nel suo genere.
Il lago oltre che navigabile è anche balneabile e ci sono diversi lidi sia liberi che attrezzati sulle sponde in questa stagione “macchiate” del giallo intensissimo delle ginestre. Otto non se lo è fatto ripetere due volte e ha pensato bene di bagnarsi nelle acque del lago prima di pranzo!

Fortunatamente Il Brillo Parlante, la griglieria scelta per la nostra pausa golosa, ha spazio sia all’interno che all’esterno, per cui il nostro imprevedibile Otto ha fatto in tempo ad asciugarsi mentre noi ci siamo dedicati all’assaggio del tagliere di formaggi e salumi locali accompagnati da una squisita confettura di cedri e dalla ottima birra artigianale della casa, prima di gustare la grigliata mista di salsiccia, costine di maiale e caciocavallo silano con le immancabili patate mpacchiuse.

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Non si possono lasciare la Calabria e la Sila senza spingersi fino a San Giovanni in Fiore che, oltre a essere famosa per le notevoli attività artigianali della Gioielleria Spadafora che si ispira alle tradizioni bizantine e greche e per le pregevoli tessiture della Scuola di Tappeti del maestro Caruso, vanta un gioiello inestimabile. Si tratta dell’imponente Abbazia Florense, dalla mole lineare e pulita con un’unica navata alta e larga, legata all’abate Gioacchino da Fiore ed edificata dai monaci del suo ordine tra il 1215 e il 1234.
Ma tante altre storie hanno da raccontarci Sila e Calabria, per cui la promessa è quella di tornare quanto prima!

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Comments

  1. Che spettacolo la Sila! Ne ho sempre sentito tanto parlare e mi è entrata un po’ nel cuore pur non essendoci mai stata, sarà forse per l’idea dei suoi boschi. Avete vissuto una di quelle esperienze che amerei fare anche io. Immersa tra i boschi, con i suoni della natura ed alberi da abbracciare. E poi vogliamo parlare dei suoi sapori? Uno di quei viaggi da cui torni completamente rigenerata e felice!

  2. L’abbiamo trovata perfetta come prima meta post lockdown: pace, silenzio e tanto verde! Vogliamo tornarci per conoscere in modo ancora più approfondito il Parco Nazionale della Sila, uno dei più grandi d’Italia.

  3. Di questa parte della Calabria ho solo lontani ricordi. Ho in programma un on the road calabro da nord fino alla costa Jonica più conosciuta perchè frequentata da 25 anni. Alcuni prodotti che hai citato li conosco, l’ho assaggiati e sono veramente squisiti

  4. Della Calabria finora conscevamo l’alta costa ionica e il Museo di Reggio. Abbiamo voluto fortemente ripartire da questa regione vicina eppur sconosciuta per dare un forte segnale sul fatto che la “ripresa” può cominciare anche a due passi da casa. Meglio se circondati dal verde!

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