Dobbiamo confessarlo. Nonostante le nostre frequenti incursioni a Napoli non eravamo mai stati da Sorbillo, considerato uno dei templi della pizza del capoluogo campano. Gino Sorbillo appartiene a una delle famiglie di pizzaioli più antiche di Napoli e il suo locale storico si trova in via dei Tribunali.

Da Gino Sorbillo con i cuochi  fuorisede

Abbiamo colmato questa lacuna gustando le squisite pizze a base di farine biologiche, proposte nella sempre affollatissima pizzeria, grazie alla partecipazione al concorso organizzato da Andrea e Valentina Pietrocola, anime del blog La Cucina del Fuorisede, insieme a Gino Sorbillo. Questo concorso metteva in palio la cena di Natale a Napoli proprio nella sede storica nel cuore di Spaccanapoli e consisteva nell’inviare un messaggio simpatico ai ragazzi cuochi fuorisede.

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“L’idea, – ha spiegato Andrea durante la serata a cui eravamo presenti noi di Città Meridiane, Pasquale Chiaravalle e Francesco Montepeloso, i tre vincitori della cena in palio, – è nata con l’invitare tutti a scrivere sul nostro canale Instagram o su Facebook il perché dovreste esser proprio voi a essere invitati da Gino Sorbillo per una degustazione di pizze e dolci napoletani”.

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Ph. La Cucina del Fuorisede di Andrea e Valentina

Risultando tra le tre migliori risposte scelte dai ragazzi della Cucina del FuoriSede e da Gino Sorbillo ci siamo organizzati e il 21 dicembre scorso siamo partiti per Napoli. Ma prima di raccontarvi la nostra serata golosa, una breve parentesi sul giro che ci ha condotto in questo accogliente locale nel centro di Napoli dove abbiamo raggiunto gli amici foggiani.

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Per recarci alla pizzeria abbiamo optato per una piacevole passeggiata che ci ha dato un’idea completa di quanto Napoli sia una città verticale, in cui si sale e si scende con ascensori, funicolari e scale. Da Casa Tolentino, dove abbiamo alloggiato, che emerge sotto la Certosa di San Martino e Castel Sant’Elmo nel verde risparmiato dalla sfrenata corsa alla cementificazione degli ultimi due secoli, una scala porta su corso Vittorio Emanuele e a due passi c’è l’ingresso della Funicolare Centrale che con una sola fermata conduce nella frequentatissima via Toledo.

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Non abbiamo perso l’opportunità di avvicinarci a piazza Dante, per poi raggiungere a piedi via dei Tribunali, prendendo la metropolitana e al contempo ammirare, finalmente, la stazione Toledo, progettata dall’architetto catalano Oscar Tusquets Blanca e definita la più bella d’Europa. Scendendo fino a 50 metri di profondità, sembra quasi di immergersi nel mare in un gioco di riflessi garantiti dai mosaici di William Kentridge. Nella stazione, poi, è possibile ammirare anche i resti delle mura di epoca aragonese, restaurate e perfettamente integrate nel contesto ultra moderno.

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La stazione Dante, nostro punto di arrivo, è ubicata sotto l’omonima piazza sulla quale si affaccia l’arco di Port’Alba e troneggia la statua del grande letterato. Disegnata dall’architetto Gae Aulenti, al suo interno sono esposte opere di importanti artisti italiani e stranieri, tra cui Jannis Kounellis e Nicola De Maria autore del colorato mosaico sulle pareti.

Una volta tornati in superficie abbiamo approfittato per seguire l’affascinante percorso di Spaccanapoli. Questa strada, così chiamata perché divide in due parti il centro storico, corrisponde al Decumano Inferiore, mentre via dei Tribunali è il Decumano Superiore, entrambi risalenti all’epoca romana. Il nostro giro è partito da piazza del Gesù Nuovo dove si innalza la guglia dell’Immacolata e si affaccia anche la Basilica di Santa Chiara, famosa per il suo magnifico chiostro maiolicato. Attraverso via Benedetto Croce, poi, siamo giunti in piazza San Domenico Maggiore, con al centro l’imponente obelisco seicentesco dedicato al santo sotto il quale si raduna ogni sera il popolo napoletano più giovane e modaiolo.

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Abbiamo continuato per piazzetta Nilo dove è collocata la statua del dio Nilo, voluta in epoca greco-romana dai mercanti alessandrini residenti in zona per onorare la divinità del fiume sacro, poi interpretata come la città-madre che allatta i suoi figli e per questo chiamata “Corpo di Napoli”.

Il poco tempo a disposizione non ci ha fornito l’occasione di fare un “tuffo” tra la folla che riempie via San Gregorio Armeno, detta anche via dei pastori, soprattutto in periodo prenatalizio, dove è sempre bello curiosare tra le bancarelle con le figure del presepe in cui le statuine classiche si alternano a personaggi dei nostri tempi.

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Abbiamo raggiunto il locale riconoscendolo subito per la coda di gente che attende il suo turno per gustare le pizze di Sorbillo, caratterizzate da una rigorosa ricerca delle migliori eccellenze gastronomiche italiane.

SorbilloLa fama non è certo immeritata dato che Gino Sorbillo ha affiancato per anni la zia Esterina nel carpire i segreti della lievitazione e l’armonia dei gesti nella lavorazione della pasta.

E dagli anni ’90 in poi, cioè da quando insieme al fratello Toto ne ha preso le redini, il numero delle pizze sfornate a pranzo e a cena in questo locale in via dei Tribunali è davvero impressionante.

La nostra cena è cominciata con un classico napoletano, celebrato in “Ieri, oggi e domani” con Sofia Loren: la pizza fritta, una specie di “calzone” imbottito di cigoli o ciccioli, pezzetti di grasso di maiale, ricotta e mozzarella di bufala, e poi tuffato nell’olio bollente.

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Ph. La Cucina del Fuorisede

 

Portata a tavola in uno speciale contenitore dalla forma di tamburo, la cosiddetta stufa, un recipiente di rame o di ottone che si usava per tenere in caldo la pizza da vendere per strada, ha conquistato con il suo irresistibile profumo l’intera allegra tavola, alla quale nel frattempo si erano accomodati anche Elisa Russo del blog La Mamma Cuocò con suo marito Francesco.

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Poi, Toto, fratello di Gino, ci ha condotto con le sue pizze in un bel giro saporito del territorio italiano: salpando da Napoli siamo approdati in Calabria con Marisa, la pizza piccante alla ‘nduja e poi in Liguria con quella dedicata a Nonna Carolina al pesto di basilico fresco genovese, fino a Bologna con la pizza alla mortadella. Un vero omaggio agli studenti fuorisede, seguendo quello che è stato lo spirito dell’iniziativa.

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A conclusione per addolcire il nostro rientro a casa, il bicchierino di semifreddo ai gusti nocciola, pistacchio e naturalmente babà, siamo a Napoli no?

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Ph. La Cucina del Fuorisede di Andrea e Valentina

Dopo le foto di rito davanti al locale con la sagoma di Gino a grandezza naturale ci siamo salutati sotto una sottile pioggerella. Un peccato non aver avuto la possibilità di farla davvero con lui in carne e ossa quella foto anche perché noi di Città Meridiane avevamo previsto di porgere qualche domanda a Gino sulla sua vita e sulla sua attività, nonché sul suo libro “Pizzaman” in cui si racconta, per poi inserire l’intervista nella rubrica #incontri del nostro blog. Sarà per una prossima volta e soprattutto sarà la scusa per assaggiare altre pizze del ricchissimo menu.

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Nota finale: con le pizze io, Rosalia, ho a volte qualche problema: sete, fauci secche e mal di testa al risveglio. Dunque voglio sottolineare che le pizze di Sorbillo hanno superato alla grande il test digeribilità! Al mattino mi sono svegliata fresca come una rosa e pronta per la colazione a base di cappuccino e sfogliatella.

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