A Vitulano nel cuore del Sannio beneventano

Fuori confineA Vitulano nel cuore del Sannio beneventano
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Sannio: terra misteriosa e dalla storia millenaria. L’idea di visitare questa area della nostra Italia divisa tra Campania e Molise, ci frullava in testa da un po’ di tempo. Galeotto è stato Instagram, che ci ha permesso di conoscere e metterci in contatto con Anna Di Sisto, anima di Puglia-Campania&Co, attraverso cui lei, che ha sempre lavorato nel mondo del turismo, organizza press tour nella zona con focus su Vitulano, borgo ai piedi della Dormiente del Sannio costituita dai monti Pentime, Camposauro e Caruso.

In tour con Puglia-Campania&Co

Vitulano

Quindi, senza troppa fatica da parte nostra, ci siamo trovati in un tour perfettamente organizzato e su misura per noi, con mete e giri dogfriendly e in completa sintonia con ciò che stiamo portando avanti negli ultimi tempi: i nostri #ViaggidiVini. Delle visite alle cantine e delle degustazioni degli interessanti vini locali di pregio, tra cui Aglianico e Falanghina del Taburno, parleremo in un post a parte, mentre qui vogliamo raccontare del nostro giro tra Vitulano e dintorni.

Vitulano

Anna, infatti, ci ha voluto far sperimentare ciò che propone a chi vuol scoprire questo territorio interno e montuoso, chiuso dalle alte vette del Partenio, del Matese e del Fortore e solcato dalle fertili valli bagnate dai fiumi Sabato e Calore: un tour tra storia e storie a contatto con quelle persone che sono parte integrante nonché voce di queste terre.

Vitulano

E già all’arrivo abbiamo apprezzato la calda ospitalità di Anna e di Umberto, quando davanti a un piatto di salumi e formaggi locali abbiamo cominciato a fare conoscenza. La sede di Puglia-Campania&Co è infatti presso il Moriscafè di Umberto, e troviamo geniale l’idea di stabilire in un ristorante il quartier generale di un’organizzazione dedicata al turismo, perché non solo va sempre a braccetto con il cibo e il buon vino, ma è proprio a tavola che in Italia si fanno gli incontri e gli accordi migliori.

VitulanoIn realtà Anna ci ha spiegato che la scelta è stata dettata dal fatto che il ristorante di Umberto, con cui divide lavoro e vita, è centrale e conosciuto da tutti. Infatti proprio qui abbiamo incontrato il sindaco, l’avvocato Raffaele Scarinzi, che ci ha dato il benvenuto nella sua città.

E a tavola Anna ci ha raccontato di sé e di questa sua iniziativa nata a Vitulano dopo il suo trasferimento dalla Francia in Italia.

La sua famiglia è originaria di Morcone, il paese dove è nato San Pio, ma lei è nata in Emilia Romagna. E qui si spiega il suo accento più nordico che campano.

E come è arrivata a Vitulano? Dopo aver girato il mondo per lavoro come accompagnatrice turistica, si è trasferita in Francia dove ha vissuto fino a qualche anno fa. Ma il desiderio di tornare in Italia è sempre stato forte per cui quando se ne è presentata l’opportunità è venuta in Puglia: da qui la prima parte del nome.

Vitulano

Vitulano, invece, è entrata nella sua vita e nel suo cuore quando il borgo è stato gemellato con Belcastel, la patria francese di Anna. Nella delegazione che si recò nel piccolo paese d’Oltralpe c’era Umberto e… come si dice da cosa nasce cosa!

Dopo questi racconti che ci hanno fatto sentire accolti come amici di vecchia data, siamo stati accompagnati al nostro Bed and Breakfast Nonna Carmela, immerso nel cuore del centro storico tra i vicoletti dell’antico Casale San Pietro: una intera casa accogliente e intima che profuma di famiglia e dove tutto racconta una storia.

Vitulano

Dopo abbiamo visitato Vitulano per conoscerne le pietre, perché come ci ha spiegato Pasquale Spitaletta che ci ha accompagnato, qui parlano aggrappate ai portoni dei palazzi. E non solo. Perché apprendiamo che anche gli alberi dicono la loro! Tra i 21 casali che formano il paese, infatti, svettano numerosi pini marittimi, che qui in montagna non ci si aspetterebbe e che sono utilizzati come una sorta di insegna a indicare le case nobili.

Vitulano

I ventagli intagliati nella pietra sui portali dei portoni di molti palazzi, invece, “raccontano” che lì vivevano donne sole, vedove o nubili. Molto interessanti anche i palazzi del casale dei Fuschi, diviso in Fuschi di sopra, dove si ergevano quelli nobiliari, e i Fuschi di sotto con le abitazioni più umili.

Vitulano

Ma il primo luogo che abbiamo visitato insieme a Pasquale in questo borgo adagiato alle pendici del Massiccio del Taburno, tra il Monte San Michele o Caruso e il Monte Pentime, nel cuore della Riserva naturale Taburno Camposauro, è la più importante delle 12 chiese del paese, quella che sorge al centro ed è dedicata alla Santissima Trinità.

Vitulano

Vitulano

Rimasta chiusa per anni dopo il terremoto del 1980 Irpinia, questa chiesa è stata depredata di molti suoi tesori, tra cui il coro ligneo e la balaustra in marmo, mentre si possono ancora ammirare in tutta la loro bellezza l’altare maggiore in marmo policromo e il soffitto ligneo a cassettoni al centro del quale c’è una tavola con la raffigurazione della “SS. Trinità con Madonna e Santi”.

All’esterno si staglia verso il cielo il campanile di scuola Vanvitelliana che spicca disegnando il profilo di Vitulano anche da lontano.

Un vero capolavoro è custodito nella sagrestia della chiesa di Santa Maria Maggiore: la tavola di Pompeo Landolfo datata 1596 che raffigura una splendida Ultima Cena, di cui il restauro effettuato pochi anni fa ha esaltato i colori e i particolari dell’inedita prospettiva in verticale, rispetto alla consueta iconografia della tavola vista di fronte con gli apostoli uno affianco all’altro.

Vitulano

Vitulano

A chiusura della visita siamo arrivati al cospetto della Fontana Reale, opera monumentale voluta dai Borboni per raccogliere l’acqua delle sorgenti di cui Vitulano è ricca. Si compone di due parti: la fontana vera e propria con quattro cannelle e un loggiato coperto dove ci sono i lavatoi.

Vitulano

Pasquale ci ha fatto notare scolpito nella pietra lo stemma del comune: il vitello, che sarebbe alla base dell’etimologia di Vitulano.

Vitulano

A proposito di pietra, vogliamo parlarvi di un altro dei “tesori” per cui il borgo è famoso: il Marmo di Vitulano, estratto dalla cava Uria che si trova sul Monte Camposauro, tra Vitulano e Cautano.
Utilizzato fin dall’antichità, fu molto apprezzato dal famoso architetto Luigi Vanvitelli che lo scelse per abbellire gli interni della Reggia di Caserta e che ancora oggi risplende nelle pareti dello Scalone Reale e nella Cappella Palatina, ma anche nei rivestimenti delle guglie del Cremlino in Russia.

Vitulano

Abbiamo potuto ammirare la sua incredibile varietà di venature, che vanno dal grigio al rosso, non solo nella chiesa della Santissima Trinità ma anche nelle sculture che ornano il paese, lascito site specific del Simposio di Scultura dei Marmi di Vitulano che si tiene ogni anno.

Vitulano

Com’è finita la nostra giornata a Vitulano? A tavola naturalmente, con una cena tradizionale da Moriscafè preparata da Antonio, il fratello di Umberto, e sua moglie Vincenza, accompagnata da una degustazione di formaggi, tra cui il famoso Pecorino Vitulanese, presentata da Filomena Scirocco dell’Azienda agricola Esposito Filippo e dai vini della Cantina del Tiburno illustrati da Giovanni Esposito di cui vi parleremo a breve.

Fine prima parte

In collaborazione con www.puglia-campania.it

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Comments

  1. Che bella quell’Ultima Cena!! E nella storia di Anna anch’io un po’ mi riconosco. Tante volte sono esigenze pratiche a portarci lontano, e pur rappresentando una tappa importante della nostra vita, alla fine il richiamo di casa nostra è sempre forte, ed è un richiamo a riprendere il legame con la terra.

  2. L’Ultima Cena è davvero bellissima! Ed è bello quando persone come Anna si impegnano a far scoprire un territorio che merita tantissimo pur non essendo molto conosciuto.
    Avevo il Sannio in testa da un po’ perché mi affascina la sua storia legata a Goti e Longobardi e l’incontro con PugliaCampania&Co è stato “fatale” e, come tutte le cose non programmate, straordinario a livello lavorativo e personale!

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