Taranto, una gita nella città dei due mari

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Taranto, una città complessa e complicata come poche altre in Italia, nonostante tutto è una città che incanta. In quel nonostante è compresa l’ex Ilva, ora ArcelorMittal, che inizialmente è stata vista come il sogno realizzato di un lavoro assicurato e poi come l’incubo per l’altissimo tasso di inquinamento e per le gravi conseguenze di casistiche molto elevate di problemi respiratori e tumori anche infantili.

Tour in calessino alla scoperta di Taranto

In quel nonostante c’è anche l’abbandono della città vecchia che si è svuotata con l’avvento della nuova: sul lungomare dell’Isola, così come viene chiamato il nucleo più antico di Taranto, i palazzi alti e stretti costruiti uno accanto all’altro sulle antiche mura di difesa, sembrano guardarti con le finestre spalancate sulle facciate decadenti, occhi vuoti e persi nel tempo.

“E osservando il centro storico dall’alto è ancora peggio” – ci dice Marica, la driver del nostro giro in calessino per la città. In occasione del Giro d’Italia Taranto è stata ripresa da un drone e sembrava una città distrutta dai bombardamenti…

Taranto

Ma, come dicevamo all’inizio del post, nonostante i molti problemi e l’abbandono, la città dei due mari continua a incantare e a ricordare a chi la visita che fu il fulcro della cultura mediterranea.

Negli ultimi anni i segnali di ripresa sono stati tanti. Sono tornati a risplendere antichi palazzi e si sono rianimate le strade del centro storico anche grazie a nuove iniziative culturali come quella cominciata nel 2012 da Claudia e Barbara di Cibo per la Mente – Caffè Letterario (Palazzo Gennarini, via Duomo 237-239), un locale in cui si va per un aperitivo e un evento culturale, per ascoltare musica e per sfogliare un libro o una rivista, per un drink o una cena.

Una bella scommessa è stata anche quella di Giovanni Cianciaruso e dei suoi tre calessini che fanno scoprire Taranto ai turisti comodamente seduti e con le spiegazioni di preparate guide turistiche come Marica che ci ha scarrozzato in giro per la città insieme al nostro Otto.

Taranto

All’inizio nel progetto Taranto in Calessino ci credevano in pochi, ma Giovanni e Gabriele, due receptionist di un hotel in città, ci hanno visto lungo e la loro oltre che una scommessa vinta è anche una di quelle iniziative che hanno portato nuova linfa alla città.

L’idea di far scoprire le bellezze di Taranto a bordo di un simpatico Ape Calessino prende vita nel 2017 nell’ambito di “StartTà”, l’incubatore di impresa nato all’interno del progetto Taras, promosso da Programma Sviluppo in partnership, tra gli altri, con l’Università degli Studi di Bari e il Comune di Taranto, vincitore del bando “Ambiente è Sviluppo” di Fondazione CON IL SUD.

Taranto

Si può scegliere tra diversi itinerari, da quello che conduce alla scoperta del centro storico fino al giro di circa 4 ore che comprende la città vecchia e il Mar Grande con giro in calessino e imbarco su un natante per esplorare l’arcipelago delle Cheradi.

Taranto

Noi siamo saliti a bordo con Otto per sperimentare il Tour Falanto, quello che dall’Isola si spinge alla città nuova partendo dal Castello Aragonese e attraversando il maestoso Ponte Girevole dedicato a San Francesco di Paola, che superando il canale unisce Mar Grande a Mar Piccolo.

Anche Otto ha apprezzato il vento tra le orecchie percorrendo, tra le alte palme alte che si insinuano fra il Mar Grande e la mole imponente degli edifici di epoca fascista, il Lungomare Vittorio Emanuele II, uno dei più belli d’Italia, fino a Discesa Vasto, il punto che permette di avere una visuale sia sulla città vecchia che sul Mar Piccolo, dove si coltivano le cozze famose per il sapore che acquisiscono grazie alla presenza dell’acqua dolce dei citri, sorgenti ipogee di acqua dolce.

Taranto

Zigzagando tra le bancarelle del mercato sulla banchina si raggiunge poi Piazza Fontana su cui spicca la Torre dell’Orologio. Una volta sede del mercato cittadino è oggi la cerniera tra il ponte di pietra e il cuore della città vecchia al cui centro troneggia la fontana dell’artista tarantino Nicola Carrino, inaugurata nel 1992 e composta dai resti della precedente e moduli in acciaio inox che poggiano su una base a forma di chiave a simboleggiare come la piazza sia oggi la “porta” della città.

Taranto

Taranto

Il nostro itinerario ci ha riportato dunque all’Isola, collegata alla terraferma da due ponti, a nord quello di Porta Napoli e a sud quello Girevole. Della felice stagione greca conserva solo le colonne doriche di un tempio dedicato a Poseidone collocate nell’angolo di Piazza Castello, dove sorge l’aragonese Castel Sant’Angelo, sede della Marina Militare e aperto alle visite guidate, posto a sentinella con i suoi quattro torrioni cilindrici sul canale che mette in comunicazione il Mar Piccolo e il Mar Grande sorvegliato a vista dalle isole Cheradi, San Pietro e San Paolo.

Taranto

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Cuore dell’Isola è la cattedrale di San Cataldo, il monaco irlandese patrono dela città. Edificata nell’XI secolo è una delle più antiche chiese romaniche pugliesi, arricchita da sovrapposizioni barocche. La facciata fu riedificata nel 1713 ma il gioiello è all’interno sulla destra, dopo aver attraversato le navate divise da colonne e capitelli tutti diversi gli uni dagli altri. E’ il Cappellone di San Cataldo, con statue, affreschi e marmi a profusione. Da ammirare non appena si entra sulla sinistra l’incantevole San Giuseppe con in braccio il Bambin Gesù di Giuseppe Sammartino, lo stesso artista che ha scolpito il Cristo Velato della Cappella San Severo a Napoli, e in fondo l’altare, costellato di pietre preziose.

Taranto

Chi si sente frastornato da tutto questo splendore può scendere nella cripta bizantina: l’aspetto austero e solenne regala serenità e concede riposo allo sguardo dopo tanto abbaglio.

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Testimone del periodo romanico è San Domenico, la “casa” della Madonna Addolorata che sfila durante i famosi riti pasquali. La chiesa, onostante le aggiunte in epoca barocca, conserva parecchi interessanti elementi originali.

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Il giro prevede la sosta al MarTa, il museo archeologico nazionale di Taranto in cui sono conservate alcune delle più importanti raccolte del mondo, tra cui superbi vasi e i celebri Ori di Taranto, diademi, collane, anelli e orecchini dalle forme tanto belle e moderne da essere attuali anche adesso.

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Concluso il tour in calessino, tra i vicoli del borgo antico ricchi di suggestioni del tempo e della storia e nella città nuova, che comunque non abbandona la vecchia in quanto un po’ ovunque ci sono cartelli che indicano l’esistenza di siti come necropoli e tombe a camera, non si può tralasciare la maestosa Concattedrale.

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Dedicata alla Gran Madre di Dio e costruita nel 1970 su progetto di Giò Ponti, colpisce per il ricamo geometrico delle facciate che l’architetto voleva avvolte da rampicanti ed è ora in attesa dei lavori di riqualificazione delle tre vasche antistanti che richiamano il tema del mare.

Taranto

Prima di salutare Taranto abbiamo preso un aperitivo e ci siamo goduti il caldo sole autunnale sulla spiaggia di Capo San Vito dove si trova l’imponente e candido faro che guarda tutta la città adagiata sul manto azzurro e cristallino del suo mare.

In collaborazione con Taranto in Calessino

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Rosalia
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