Gli ulivi sono i grandi protagonisti dei libri dell’artista Giancarlo Bellantuono presentati durante una piacevole chiacchierata lo scorso 1 settembre a Monopoli. Il dialogo tra me e Giancarlo è stato ospitato nella deliziosa piazzetta antistante The King Caffè Letterario che insieme al Mondadori Book Store di Monopoli si è occupato dell’organizzazione dell’incontro.
Gli ulivi al centro del percorso fotografico dell’autore
Un vero dispiacere che a causa del meteo avverso molte persone non siano intervenute. In realtà la pioggia prevista è arrivata, ma poco prima delle 20, quando l’evento era già avviato alla conclusione e le prime gocce hanno soltanto accelerato i saluti.
Presentare i libri “Il mio cuore tra gli ulivi” e “Apulia Emotion” mi ha particolarmente coinvolto, in quanto conosco bene sia la vita artistica dell’autore che la sua vita personale e non ho potuto fare a meno di mostrare la mia commozione quando Giancarlo ha parlato dell’intreccio delle sue esperienze di vita con la rappresentazione di quelli che sono considerati i più imponenti, ma anche ultimamente molto vulnerabili, simboli della nostra terra.
Gli ulivi hanno catturato la sua attenzione da molti anni. Il primo libro a loro dedicato, “Impronte secolari – l’urlo dell’ulivo”, lo ha realizzato insieme al fratello Josè Carlos ed è al suo interno che è inserita la famosa fotografia che dà una parte del titolo al volume: “L’urlo dell’ulivo”. L’artista ha raccontato il suo incontro con il tronco di questo ulivo così particolare e ancora oggi non si sa spiegare se fu lui a trovarlo oppure venne trovato. La fotografia fu poi pubblicata su varie testate nazionali fino ad approdare alla Galleria scientifica del Munch Museum di Oslo.
Dal’Urlo di Munch a quello accorato, tanto da divenire uno straziante grido di dolore, raccontato attraverso le immagini de “Il mio cuore tra gli ulivi”, un progetto molto personale e allo stesso tempo universale che tocca le corde dell’anima, i tronchi contorti di questi alberi hanno sempre suggerito a Giancarlo Bellantuono profonde riflessioni.
Le sue foto non ritraggono soltanto la profonda bellezza della natura, ma stimolano il pensiero riguardo l’emergenza di tutelarla e di preservare l’intero nostro territorio, a partire da questi alberi che non sono solo gli oggetti fotografati, ma divengono soggetti d’arte. Nelle tappe del suo percorso, quindi, gli ulivi vanno oltre il concetto di natura e travalicano anche l’arte stessa in quanto, come succedeva nell’antico passato, vengono deificati, per cui le foto divengono un omaggio a questi dei e perfino una forma di preghiera.
Considerati piante sacre e immortali, gli ulivi devono la loro forma alla rotazione terrestre ma anche alla contorsione provocata dalla siccità, dalle cavità create dalla furia dei fulmini e dal tempo che ne dissolve il legno scavandolo fino a farlo evaporare e alla capacità di crearsi delle riserve d’acqua sulla corteccia attraverso i mammelloni, tessuti pieni di cellule da cui nascono i nuovi germogli.
Trarre, mediate dalla propria cultura e anche dalla propria storia personale, emozioni e conseguentemente immagini dai fusti degli ulivi è stato il passo successivo: ho cominciato io vedendo un ventre materno nella foto che Giancarlo ha realizzato entrando nello spazio cavo del tronco di un grande ulivo: particolare ben strano per un albero che è sempre stato considerato maschile e comunemente inteso come simbolo di virilità. Il gioco di andare oltre a ciò che appare si è poi esteso alla platea e ognuno ha dato la sua interpretazione.
Nello stesso tempo, l’autore ha sottolineato come sia naturale pensare agli ulivi come esseri viventi con un cuore e un’anima, e che è proprio dal cuore, considerato il centro dell’uomo prima che prendesse il sopravvento la sua parte cerebrale, che lui è partito per “partorire” il secondo libro. Un libro speciale, “Il mio cuore tra gli ulivi”, che Giancarlo Bellantuono ha dedicato non solo al territorio pugliese, ma anche, come scrive nella prefazione, “a quanti, in questo particolare momento storico, pur vivendo vicissitudini personali dolorose, hanno la fortuna di avere accanto chi li ama”. Un’accorata dichiarazione d’amore alla moglie Caterina ammalata di Sla che è stato sicuramente il momento più toccante della serata.
Perché se gli ulivi sono simboli di resilienza e hanno la capacità di trasformarsi in base ai cambiamenti dell’ambiente esterno per non soccombere, è anche vero che, come ha scritto Junichiro Kawasaki “il futuro si misura dal passato, dalle cose che fai, dalla scrittura all’arte sino ai figli che fai. Ed è fondamentale educare al valore dell’amore per quello che è il passato, per poi proiettarsi verso il futuro”.