Bere a Cuba: dal guarapo al ron

BuongustoBere a Cuba: dal guarapo al ron
spot_imgspot_imgspot_img

 

Un capitolo a parte vogliamo dedicarlo a cosa bere a Cuba. Nonostante l’isola come gran parte dei Caraibi sia famosa per la sua produzione di rum che a Cuba si chiama ron, una delle bevande più amate è il succo di zucchero di canna.

Bere a Cuba: I drink più famosi

Una delle esperienze più emozionanti da fare è quella di bere il guarapo, come si chiama questo succo, appena estratto dalle macchine utilizzate che sono formate da rulli metallici con scanalature che ruotano e attraverso i quali passa e viene schiacciata la canna.

bere a cuba

Ma torniamo al rum partendo dal termine: cosa significa “rum”? Secondo alcuni deriva dal latino Saccarum officinarum, la canna da zucchero, da cui si ricava la melassa che dà origine al liquore, secondo altri dall’inglese rumbustious, rumoroso, come le taverne delle Barbados dove i pirati lo tracannavano, mentre altri ancora lo fanno discendere da rumbillon, antico nome della melassa. Ma nessuna potrebbe essere la risposta perché come abbiamo anticipato, nei Caraibi lo chiamano ron.

Il primo documento in cui si parla di rum risale al 1654. Ma pare che il distillato, sia pure grezzo e impuro, esistesse già dalla fine del XV secolo, quando gli spagnoli impiantarono a Cuba la canna da zucchero. Il clima caldo e umido è ideale per la sua crescita, ma esige moltissima manodopera. Così vengono deportati milioni di schiavi africani e nascono i primi zuccherifici, i batey. L’isola divenne lo zuccherificio del mondo dove le piantagioni si estendevano sul 40% del territorio.

bere a cuba

Poi, in due secoli, il ron si è evoluto e si è affinato il metodo della sua produzione: dalla canna da zucchero pressata e filtrata si estrae un miele denso e zuccherino. Questo sciroppo, chiamato melassa, viene poi diluito con acqua e lievito e fatto fermentare in botti di rovere. Il risultato, dopo un periodo di invecchiamento, è un liquore che può essere bianco, dorato o ambrato, a seconda della maturazione che va da 3 a 25 anni.

Può essere bevuto liscio ma è soprattutto l’ottima base dei cocktails cubani. Quali abbiamo bevuto? Tutti! Dal Cuba libre, a base di rum, una spruzzata di limone e Coca Cola con ghiaccio, inventato nel 1902 per festeggiare l’indipendenza cubana dal dominio spagnolo.

bere a cuba

Al Mojito, reso celebre da Ernest Hemingway e dove il ron è miscelato al succo di lime, soda, due gocce di angostura, elisir tratto dalla corteccia di un albero tropicale, e ghiaccio, in cui si versano zucchero di canna e foglie di hierba buena la profumatissima menta locale. Inutile sottolineare che l’abbiamo sorbito un po’ ovunque ma non abbiamo mancato di farlo nel luogo preferito dallo scrittore americano, la Bodeguita del Medio.

Anche il Daiquiri, con succo di lime e ghiaccio tritato, nato nell’estate del 1889 davanti a un giacimento di rame vicino al fiume Daiquiri, in provincia di Santiago, abbiamo voluto berlo seduti a un tavolo di uno dei più famosi locali di L’Avana, a El Floridita, lo stesso dove lo ordinava Hemingway che guarda ancora gli avventori che si avvicinano al banco attraverso gli occhi di una statua in bronzo a grandezza naturale realizzata dall’artista cubano José Villa Soberòn.

La Piña Colada a base di latte di cocco e succo d’ananas l’abbiamo voluta sin alcol per evitare l’effetto calore dovuto al rum in giornate già molto afose: molto buona quella bevuta al bar del Parque Josone dopo una giornata di mare a Varadero.

Molto scenografica, grazie al panorama tutt’intorno, quella sorbita direttamente dal frutto svuotato in uno dei punti più affascinanti dell’isola, il Puente de Bacunayagua che permette alla Vìa Blanca che collega L’Avana a Varadero di attraversare una profonda valle ricoperta da fitti boschi e da centinaia di palme reali che svettano come alte sentinelle sui ripidi fianchi delle colline.

Fresca da bere a Cuba in riva al  mare è l’acqua di cocco, contenuta nei frutti giovani e verdi a cui viene tagliata la parte superiore della buccia in cui viene infilata una cannuccia. Niente di meglio per dissetarsi in spiaggia contro la disidratazione provocata dalle alte temperature cubane!

Il più bello oltre che buonissimo? Il Daiquiri preparato per noi a Trinidad dal gentilissimo Jesus sulla terrazza dell’Hostal El Destino in tinta con la mia T-shirt Kyoto del brand Alessandro Aste.

La Canchánchara è una bevanda considerata il simbolo di Trinidad, ma in realtà è stata inventata nella regione orientale dell’isola durante il periodo delle guerre di indipendenza contro la Spagna. Il cocktail più antico di Cuba veniva preparato dai Mambis, i soldati guerriglieri, che mescolavano Brandy con miele e agrumi. Serviva per resistere al freddo del Manigua, per scaldarsi e proteggersi da varie patologie respiratorie.
L’unica variazione rispetto alla originale ricetta, che prevede miele, limone, aguardiente e acqua, è l’aggiunta del ghiaccio per raffreddare la bevanda.

Scopri Bibibau con noi

Rosalia
Rosalia
This travel blog with the dog is a personal selection of our best experiences, our favorite spots and secrets places around the world curated by Rosalia e Michele.

ARTICOLI CORRELATI

Scopri Bibibau con noi

Scopri i prodotti Mediterrah

ULTIMI ARTICOLI

IJO’ Design: a spalle coperte

IJO’ Design è un brand salentino che fa realizzare artigianalmente mantelle, scialli e stole,...

Belle storie di penna

La penna è per me un fondamentale strumento di lavoro, perché da sempre preferisco...

Moskardin: appunti di viaggio

Moskardin è il nome di un elegante quaderno di viaggio di produzione artigianale e...

Recycle: l’arte del riciclo per i bijoux

Quando si va in vacanza si ha voglia di portare con sé qualche accessorio...

Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Error decoding the Instagram API json