Alla scoperta di Aosta romana ci conduce la preparata, simpatica e coinvolgente Cinzia Payn. Il giro parte da Aymavilles, borgo a poco più di 7 chilometri dal capoluogo sulla strada per la valle di Cogne. Perché proprio da qui? Perché su una gola del torrente Grand Eyvia si innalza imponente il ponte-acquedotto romano di Pont-d’Ael.

Augusta Praetoria, l’Aosta romana

Affacciarsi sul ponte dopo aver percorso una breve strada tra le casette fiorite del piccolo centro lascia a bocca aperta! Il ponte, lungo 50 metri e a un’altezza di 56 metri dal livello dell’acqua sottostante, è una poderosa costruzione ad arco unico con gli estremi poggiati sulla roccia viva.

Sulla chiave di volta è incisa l’iscrizione che permette di datare con certezza non solo l’anno di costruzione, il 3 a.C. ma anche la proprietà privata di questo ponte fatto edificare da Caius Avillius Caimus, esponente di una facoltosa famiglia padovana legata al settore dell’estrazione di materiali lapidei.

E la struttura serviva proprio a portare l’acqua alle zone di estrazione collocate in un’area nelle vicinanze dove veniva ricavato il calcare utile per la malta e il pregiato bardiglio, marmo locale di colore azzurro-grigiastro, adatto per le lastre decorative.

Sul primo livello pavimentato da lastroni in pietra scorreva l’acqua fatta confluire da sorgenti situate sulla riva sinistra del torrente, mentre sul camminamento inferiore, coperto e illuminato da piccole finestre e chiuso da due porte lignee, avveniva il transito pedonale degli addetti alla manutenzione dell’acquedotto.

La sua funzione si esaurì nel giro di 50 anni. Poi fu abbandonato e all’interno del ponte si accumularono terra e detriti che sono stati rimossi durante lavori di restauro condotti tra il 2010 e il 2013.

E’ stato allora che si è pensato di evidenziare la struttura interna caratterizzata da intersezioni in pietra perpendicolari alle pareti interne attraverso una pavimentazione in lastre di vetro: passeggiarvi sopra regala emozioni fantastiche in quanto sembra di essere sospesi nel vuoto!

Astenersi claustrofobici e acrofobici: gli spazi chiusi nel primo caso e il trovarsi a una certa altezza del suolo nella seconda ipotesi possono creare una certa apprensione. Io mi sono divertita moltissimo! Non capita tutti i giorni di camminare su una lunga passerella trasparente che dà l’idea di librare in aria per di più tra mura cariche di storia.

Dopo la deviazione a Pont d’Ael ci accoglie Aosta, l’antica Augusta Pretoria, fondata dai Romani nel 25 a.C. L’itinerario comincia dall’Arco di Augusto e all’ombra di uno dei grandi tigli centenari della città, un altro ancor più vecchio è di fronte alla Collegiata di Sant’Orso, Cinzia Payn ci racconta le origini di Aosta, importante crocevia di storia e di genti abitata già in epoca preistorica, come abbiamo appreso con la visita al sito di Saint-Martin-de-Corlèans (https://www.cittameridiane.it/ad-aosta-per-un-viaggio-nel-tempo/).

Aosta

In seguito fu occupata dai Salassi, popolazione di origine celto-ligure sconfitta dopo una secolare lotta nel I secolo a.C. dai Romani che fondarono il capoluogo della regione in una conca pianeggiante alla confluenza della Dora Baltea e del torrente Buthier.

I Romani ebbero qui la possibilità di organizzare ex novo l’intero territorio, esportando il loro modello collaudato di città murata, con spazi urbani definiti da una griglia a maglia regolare ma rigorosamente distinti in base alla destinazione pubblica, sacrale e privata in insulae, come ben si evince dal plastico della città conservato nel MAR, Museo Archeologico Regionale.

Aosta

La sede del museo è ospitata sui resti romani della Porta Principalis sinistra dove nel XVII secolo fu innalzato il monastero della Visitazione, trasformato in caserma nell’Ottocento.

Nelle sale sono custoditi i reperti provenienti dagli scavi regionali, mentre il sottosuolo, visitabile, cela importanti resti romani e ospita mostre temporanee dedicate all’archeologia. Il biglietto per accedervi è cumulativo con il Criptoportico Forense, il Teatro e la Chiesa Paleocristiana di San Lorenzo. Tornando al plastico della città, realizzato in scala 1:200, sono ancora chiaramente leggibili nei tracciati stradali odierni, le principali vie romane, il Cardo e il Decumano, nonché la cinta muraria di cui si conserva il 90 per cento.

Ponte-acquedotto romano
Pont-d’Ael – Aymavilles
tel. +39 329 3761629 – www.regione.vda/cultura

MAR Museo Archeologico Regionale
Piazza Roncas
tel. +39 0165 275902 – beniculturali@regione.vda.it

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here