Voglia d’Italia 19: Sardegna, terra oltre il mare

I viaggi di domaniVoglia d’Italia 19: Sardegna, terra oltre il mare
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La Sardegna è bella. Questo lo sanno tutti. Noi in questo post vogliamo fornirne le prove tra vissuto e desiderata.
Partendo da un presupposto: protagonista assoluta nell’isola è la natura, con i suoi 1949 chilometri di coste in gran parte ancora selvagge e il suo mare limpidissimo. Chi non ha mai sentito nominare la Costa Smeralda, l’Iglesiente, il Sulcis, il Golfo di Orosei, Villasimius?

Mare da sogno e tanto altro

Ma sarebbe riduttivo pensare alla Sardegna soltanto come destinazione mare. Perché la grande isola è una terra con il mare intorno tanto da essere spesso definita un “quasi continente”, con i suoi usi e costumi e con la sua ricca cultura.

Sardegna

La Sardegna continua a incantare chi la visita per la sua storia nuragica ma anche per l’aspetto moderno di città come Cagliari, capoluogo dell’isola, sempre pronto a rinnovarsi, senza tradire la sua identità.
Visite d’obbligo per chi vuole capire a fondo la cultura di questa terra quelle ai musei della Cittadella dei Musei, un moderno complesso che raccoglie, nell’area dal 1825 destinata all’Arsenale militare, il Museo archeologico, la Pinacoteca, il Museo siamese Cardu e la Mostra di cere anatomiche di Clemente Susini.

Sardegna

A pochi chilometri dal capoluogo si trova il sito archeologico di Nora, un importante museo a cielo aperto dove rivivono le memorie di Fenici e Romani. Ci sono stata da liceale quando con la squadra di pallamano della mia scuola ho partecipato ai Campionati studenteschi che quell’anno si svolsero a Cagliari. Un ricordo intenso perché alla Sardegna è legato anche il mio battesimo dell’aria: la mia prima volta in aereo e da sola senza genitori.

Sardegna

Abbiamo già detto della natura che qui dà spettacolo. Non solo quella sulla costa con lunghissime spiagge dalla sabbia candida e fine come talco, calette nascoste e un mare da incanto, ma anche quella “interna” tra grotte naturali e fitti boschi di conifere, castagni e querce da sughero dalla Barbagia al Gennargentu.

Sardegna

Quando anni fa con Arturo siamo stati in Sardegna abbiamo goduto soltanto dei “gioielli” del nord: da Alghero alla Valle della Luna, dal Golfo di Arzachena alla città di Sassari, dalla Costa Smeralda a Santa Teresa di Gallura fino alla bianchissima spiaggia de La Pelosa di Stintino.

Torneremmo volentieri a Capo Caccia, il maestoso promontorio calcareo traforato di grotte che si innalza per 168 metri sul mare forato dalla spettacolare Grotta di Nettuno che si può raggiungere via mare oppure dalla strada scendendo lungo l’Escala del Cabirol, 656 gradini intagliati nella scogliera a picco.

Merita una visita anche la “genovese” Castelsardo dominata da una fortezza medievale e con le ripide stradine dove a ogni uscio si vede una donna lavorare “nastri” di palma nana e rafia per creare i tipici cestini dei quali non ci siamo lasciati sfuggire l’acquisto. Da non perdere nei pressi la Roccia dell’Elefante, una scultura naturale incredibilmente somigliante all’animale che le dà il nome.

Fantastiche le sculture in granito disegnate dal vento e dalle onde a Palau e Capo d’Orso con la celebre Roccia dell’Orso dalla quale si gode uno stupendo panorama sulla costa sottostante dove, secondo la leggenda, avrebbe trovato approdo Ulisse, accolto dal popolo dei Lestrigoni.

Ma proprio per il forte vento che spesso spazza questa parte dell’isola, abbiamo dovuto annullare la gita già prenotata a bordo del Leone di Caprera, un 14 metri del 1952, sul quale si pranza a bordo tra gli splendidi scenari di Spargi, Razzoli, Budelli e Santa Maria nel Parco Nazionale dell’Arcipelago della Maddalena. Dunque sarà il primo luogo da inserire nella nostra lista delle cose da vedere una prossima volta, insieme alla tonnara di Carloforte, le archeologie industriali delle miniere di Porto Flavia, le migliaia di fenicotteri rosa dello Stagno di Molentargius, vicino a Quartu Sant’Elena, le magiche rovine di Tharros.

Sardegna

Non mancherà la voglia di scoprire il centro dell’isola, Oristano e la sua provincia, dove scorre il fiume Tirso che rende tanto fertili le campagne da essere chiamato il “Nilo sardo”. In questa zona c’è anche quella che viene considerata la più bella spiaggia della Sardegna, Is Arutas, dove i chicchi di quarzo bianco e rosa splendono in riva al mare cambiando tonalità a ogni ora del giorno.

Sardegna

Già sappiamo che non potremo tornare a casa senza aver visto i più di cento nuraghi di Seneghe, sparsi per le campagne.
Ma merita una visita anche il centro di Oristano con le botteghe di orafi in cui viene lavorata la filigrana e i laboratori di ceramica che espongono le maschere della Sartiglia, la più famosa giostra equestre della Sardegna.

E dopo la passeggiata niente di meglio di un bicchiere di Vernaccia in una enoteca del centro città magari in piazza Eleonora d’Arborea, dedicata alla prima donna che governò la città nel Medioevo.

Dal vino ai profumi della cucina sarda il passaggio è obbligato ed è impossibile resistere al profumo e al sapore di culingiones, pane frattau, fregola e malloreddus, porceddu e seada, maccarones e panadine. E come non provare gli orziadas? Cosa sono? Anemoni di mare passati nella semola e fritti da mangiare prima di un ricco piatto di cascà, una versione alla sarda del cuscus arabo. Dulcis in fundo sebadas e un bicchierino di Filu ‘e ferru.

(Foto dal sito www.cittameridiane.it e dal web)

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