Normandia: una meta sempre sognata e agognata. La prima volta che ho desiderato andarci è stata quando leggendo “Alla ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust ho immaginato di guardare quei cieli tersi e quei paesaggi luminosi nonché di passeggiare per la cittadina sul mare che l’autore chiama Balbec ma che in realtà è Cabourg e mi sono rimasti talmente impressi nella memoria da farmi pensare di esserci già stata, magari in un’altra vita.
Normandia: Proust e gli Impressionisti
Il cofanetto de La Recherche formato da ben sette tomi e ben in vista nella libreria a casa dei miei mi aveva sempre attirato e respinto allo stesso tempo. Passando da universitaria le giornate sui libri mi spaventava affrontare una lettura impegnativa almeno per numero di pagine. Per cui mi ci sono dedicata nell’estate del 1992 quando a giugno mi sono laureata e mi sembrava di avere fin troppo tempo libero.
E così Balbec-Cabourg, la cittadina costiera normanna nella regione del Calvados dove Proust trascorreva le sue estati e narrata ne La Recherche, mi ha rapita. E durante la lettura mi sentivo come sdoppiata: una parte di me viveva in Puglia tra tuffi e nuotate nel mar Adriatico, l’altra in Normadia e in un altro secolo.
Quando dunque abbiamo deciso di organizzare il nostro on the road in Francia, da sud a nord passando per la Valle della Loira, la Normandia vissuta attraverso le pagine scritte da Proust aveva già un posto d’onore. Ma le cose sono andate diversamente e soprattutto il giro ha preso altre vie che si sono incrociate con quelle dello scrittore francese solo in relazione alla sua passione per i cavalli.
Infatti per la nostra permanenza abbiamo scelto di soggiornare nella Normandia meridionale presso Hameau de la Fouquière nel dipartimento dell’Orne che vanta i migliori allevamenti francesi di cavalli da corsa e da tiro di razza Cob e Percheron. Da lì abbiamo raggiunto le Spiagge dello Sbarco e l’Abbazia di Mont-Saint-Michel, luogo incantato tra mare e cielo, attraversando campi dall’erba verde smeraldo su cui pascolano imperturbabili con i loro sguardi dolcissimi grandi vacche pezzate.
Così ho dovuto rinunciare alla possibilità di verificare se la Cabourg autentica sulla costa atlantica chiamata Côte Fleurie dove Proust trascorse le sue estati al Grand Hôtel fino allo scoppio della prima guerra mondiale, somiglia davvero all’idea che hanno di Balbec tutti quelli che hanno letto All’ombra delle fanciulle in fiore. E non sono stata nemmeno a Dieppe, dove il piccolo Marcel andava in vacanza con sua nonna o nella splendida cittadina liberty Houlgate in cui si recava con i genitori, a Trouville dove aveva soggiornato a lungo all’Hôtel des Roches Noires o a Bolbec paesino che esiste davvero e che solo una vocale distingue da quello ispirato a Cabourg in cui ambientò il suo romanzo. Mentre, pensate, il paese di Illiers ha cambiato il nome in Illiers-Combray per aderire meglio alla trasposizione letteraria: qui c’è la casa che Proust frequentò da bambino e che ispirò quella della “Recherche” dove la zia Léonie gli offre la famosa madeleine scatenatrice di ricordi.
Per i viaggi di domani quindi la nostra operazione Normandia prevede senz’altro di tornare in questa meravigliosa regione della Francia settentrionale non solo per scoprire i luoghi di Proust ma anche quelli che incantarono gli Impressionisti come il grande porto di Le Havre dove Monet dipinse all’alba le prime impressions durante le “ore blu” circa mezz’ora prima del sorgere del sole quando la luce ha una dominante fredda, Honfleur, piccolo e delizioso borgo sull’Atlantico con le casette alte e strette ricoperte d’ardesia, e la Giverny di Claude Monet.
E poi la Rouen di Flaubert, la Costa di Alabastro ed Étretat, il villaggio che ha ispirato l’autore di Arsenio Lupin, sulla scogliera scolpita dal mare e dal vento che rappresenta uno dei luoghi simbolo della Normandia. Fu proprio qui che Maurice Leblanc ambientò le avventure del ladro gentiluomo, mentre l’anima tormentata di Madame Bovary si aggira ancora tra campi di mele in fiore e la cattedrale gotica di Rouen che si innalza al cielo in un gioco di guglie che Monet dipinse a tutte le ore del giorno.
Di quella luce ci si innamora ed è sicuramente un altro motivo per un ritorno nei luoghi dipinti e narrati come la spiaggia di Trouville frequentata da Flaubert e le blanches falaises di Fécamp dove Guy de Maupassant ambientò il famoso racconto “La casa Tellier”, un bordello che oggi non c’è più, ma resiste la neogotica distilleria Bénédectine, ricca di avori spagnoli trecenteschi, antifonari e una estrosa collezione di serrature antiche, che da sola merita il viaggio.
E allora che operazione Normandia sia e… al più presto!
Sicuro! Un’occasione anche per chi ne leggerà di trasformare le conoscenze dal di nome al di fatto. Io ho imparato che il legame fra luoghi e libri è sempre molto forte ovunque si vada, ma un libro in particolare è lo strumento migliore per entrare nella storia del posto in un modo diretto. Non sono 5 minuti di una canzone o di contemplazione di un’opera d’arte; leggere prima ti fa tuffare nel momento, poi ti rimane in memoria 😍
Altra cosa che mi colpisce è come viaggiare così faccia da ponte fra passato e futuro, cioè si parte da chi di quei luoghi ha raccontato per entrare in un mondo per noi del tutto nuovo. Hai anche tu questa sensazione?
Assolutamente d’accordo! Il ponte tra passato e futuro sarà sempre più presente nei nostri progetti 😉