Come avrete potuto notare leggendo i nostri post su València, sono moltissimi gli appeal di questa città. E tra questi c’è sicuramente il cibo. Sedersi a tavola e gustare le specialità valenciane è un piacere a cui non si può proprio rinunciare. Del resto è qui che è nato uno dei piatti poi divenuto bandiera di tutta la Spagna: la paella.

Tapas, paella, horchata & C.

Il nome del piatto rimanda al recipiente in cui si cucina e anche se ne esistono diverse varianti, quella originale comprende oltre al riso con Denominazione di Origine di València, il pollo o l’anatra, il coniglio, “Ferraua” e “Garrofòn” che sono due tipi di fagioli autoctoni, lumache, pomodoro, olio di oliva, zafferano, aglio e sale.
A proposito di riso, la coltivazione di questo cereale nei dintorni del Parco Naturale de La Albufera fu introdotta nell’VIII secolo dagli arabi. Oggi le risaie si estendono su una superficie di 16.000 ettari e tre sono le varietà: Bomba, Senia e Bahia.

Non si può lasciare València senza accomodarsi a tavola e assaporare la vera paella valenciana, a base di riso della varietà Bomba, con i chicchi piccoli e tondi. Dove? In una delle barracas, i tipici casolari valenciani che punteggiano la Huerta, la distesa di orti e frutteti che circonda la città. E’ qui che vengono coltivate le sugose e profumatissime arance e la chufa o zigolo dolce con cui si prepara la horchata, la bevanda rinfrescante tipica di València.

Noi abbiamo mangiato la paella preparata sotto i nostri occhi e cotta direttamente su legna di arancio ardente, come tradizione comanda, nella Barraca di Toni Montoliou.

E ci abbiamo abbinato uno dei vini prodotti in zona: il Bobal en Calma 2017, vino rosso della Denominazione di Origine Utiel-Requena prodotto dal Dominio de la Vega consigliatoci dallo stesso Toni.

Prima della paella, piatto unico e nutriente, ci si può concedere un aperitivo. Quello più classico è a base di arachidi Cacau del Collaret, una particolare varietà che si coltiva solo qui nella Horta e che presenta un caratteristico restringimento nel centro fra i grani, come se indossasse una strettissima collana, che in spagnolo si dice collaret e che dà origine al nome, accompagnate da uno o più cañas di birra locale.

Dalla zona dell’Orto arrivano anche i saporiti ortaggi che finiscono nelle insalate. In quella tipica valenciana ci sono pomodoro, lattuga, cipolla e olive. L’abbiamo gustata al Mi Cub presso il Mercato di Colon, tappa imperdibile per i golosi. Dalla originale architettura modernista era una volta un mercato alimentare mentre ora è un grande spazio gourmet che ospita 20 locali tra ristoranti, birrerie, caffetterie, ma anche macellerie, pescherie, salumerie e horchaterie.

Un giro al Mercado Central delizia vista e palato: i banchi sono allestiti con vera maestria e invitano ad avvicinarsi per guardare più da vicino la frutta e gli ortaggi, le carni, i pesci, i salumi, i formaggi e tanto altro. Ma oltre a vedere si può anche assaggiare e vi verranno offerti deliziosi bocconcini di jamon o queso locali.

Incanto garantito presso i banchi di pesce e crostacei. Le ostriche, per cui València è giustamente famosa, sono più piccole e concave di quelle atlantiche provenienti dalla Galizia, ma più saporite e possono essere gustate aperte al momento e direttamente al banco.

Siamo passati più volte tra i corridoi del mercato del pesce ammirando gli enormi granchi galiziani chiamati buey che in spagnolo significa bue proprio per la loro grandezza. E anche le tantissime varietà di molluschi come navajas, i nostri cannolicchi e tellinas, le arselle per cui vado matta. Per cui non ho perso certo l’occasione di ordinarne un piatto a tavola durante il nostro pranzo sul lungomare di València presso El Coso su Paseo Neptuno, dove abbiamo voluto assaggiare anche la paella de marisco, con i frutti di mare.

Mai visti prima invece i percebes, crostacei tipici di Galizia, Portogallo e Marocco che in italiano vengono chiamati “piedi del diavolo” ma che dalle  nostre parti non si trovano. Che sapore hanno? Non lo sappiamo perché non li abbiamo mangiati, ma ciò che vi possiamo dire è che sono carissimi!

Altri classici ingredienti della gastronomia valenciana che troverete al mercato? Caracoles, ossia lumache che entrano anche nella preparazione della paella, e polpo, preparato in vari modi tutti molto appetitosi.

Uno dei posti che più ci è piaciuto è La Bernarda, che si trova in una deliziosa piazzetta nel cuore di València nella zona che una volta ospitava il Mercado de Tapineria, cioè della tappezzeria. Qui Raquel e José, i proprietari, propongono prime colazioni e le tipicità valenciane: dalle patatas bravas condite con paprika e maionese all’aglio, all’ottimo prosciutto jamon iberico e a una golosa salsiccia preparata con lo stufato di coda di toro, el rabo de toro.

Non possono mancare poi a tavola le anchoas, le acciughe del Cantabrico, immerse nell’olio di oliva e due buone cervezas artigianali.

E non dimenticate un brindisi con un altro simbolo della città spagnola: l’Agua de València, bevanda alcolica preparata con succo d’arancia, cava o champagne spagnolo, zucchero e l’aggiunta di altri liquori. La ricetta varia secondo il locale in cui si beve e in alcuni è persino segreta.

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