Marilena Amoruso, rinomata cuoca napoletana, è la protagonista del nostro secondo appuntamento con gli “Incontri” in cui vogliamo raccontare il “rosa in cucina”. In realtà nel nostro tour a Napoli non era previsto un incontro per realizzare un’intervista in quanto non c’era stato tempo di organizzarlo.
Marilena della Trattoria Da Donato
Ma poi il caso ha voluto che Luca, che con Alice gestisce N’Art Suites in cui siamo stati ospiti con il nostro Otto durante la nostra permanenza nella città partenopea, ci ha suggerito di andare a cena alla Trattoria Da Donato. E qui, oltre a rimanere conquistati dai piatti della tradizione, ben fatti e con ingredienti di ottima qualità, siamo stati affascinati dalla vulcanica personalità di Marilena. E abbiamo volentieri ascoltato i racconti della cuoca napoletana premiata con la chiocciola della Slow Food, riconoscimento di eccellenza di Osterie d’Italia, che definisce Da Donato “uno squisito esempio di napoletanità”. E non solo: Marilena può vantare perfino la statuina presepiale che gli artigiani di San Gregorio Armeno riservano ai personaggi famosi, che troneggia all’ingresso del locale.
La trattoria, aperta nel 1956 dal nonno della signora Marilena Amoruso, si trova a due passi da N’Art Suites, fra Piazza Garibaldi e Porta Nolana, e vanta una bella cucina a vista che si affaccia su un ambiente sui toni del verde e del legno naturale con richiami, negli utensili e nelle suppellettili, della tradizione tramandata da generazione in generazione: con Francesco e Andrea, i figli di Marilena e il marito Ciro Addo, siamo alla quarta generazione.
Mentre è scritto a chiare lettere sulle pareti di fronte all’ingresso qual è il fuoco che alimenta la passione di Marilena per il suo lavoro: il connubio cucina/amore.
Il menu è ricco di piatti tipici della tradizione napoletana suddivisi fra specialità di terra e di mare. Scegliere non è facile perché si vorrebbe provare tutto, ma con i consigli di Francesco abbiamo mangiato con gusto alcune delle specialità della trattoria senza appesantirci.
Fra gli antipasti ottime le crocché di patate e le quattro parmigiane cotte nel forno a legna di patate, zucchine, melanzane e finocchi, per noi una vera novità. Molto saporiti, morbidi e originalmente presentati i polipetti alla luciana in cappello di pizza e perfetta la frittura di paranza, con alghe, merluzzetti, alici, trigliette e suaci, pesce tipico, simile alla sogliola , ma più piccolo e più bianco.
Abbiamo concluso il pasto con un dolce tipico della tradizione campana, una delizia al limone che abbiamo condiviso, e i racconti di Marilena: le storie da ascoltare sono tante e accattivanti! Tutto è cominciato con nonno Donato Amoroso, poi i suoi figli, tra i quali Vittorio, e oggi Marilena sua figlia.
Marilena, tra un sorriso e un saluto ai clienti, ci ha raccontato che nonno Donato cominciò a lavorare come garzone di pizzeria a 13 anni, ebbe sei figli, cinque maschi e una femmina, Rosaria, zia di Marilena. Piano piano si mise in proprio e cominciò a lavorare per se stesso, tanto che i suoi figli, fino all’inizio della seconda guerra mondiale, gestirono tre ristoranti di proprietà, uno nel centro storico, uno alla Torretta (Riviera di Chiaia) e uno a San Giorgio a Cremano, sempre sotto la supervisione paterna. Dal 1956, l’anno di apertura, fino agli anni ‘70 la trattoria venne portata avanti da Donato e i figli Vittorio e Salvatore.
Insomma atmosfera rilassata e piacevoli chiacchiere ci avevano già fatto venir voglia di tornare Da Donato ad assaggiare la pizza preparata seguendo la ricetta dell’impasto tradizionale il giorno dopo, ma sfortunatamente era di lunedì, turno di chiusura di questa che non è una semplice trattoria, ma è come una casa con un’amorevole mamma dietro i fornelli e in tavola sapori genuini.