Tessitrici si nasce o si diventa? Maria Voto lo è diventata. Ci ha raccontato che il suo lavoro sui telai a mano lo ha incominciato a 38 anni. Una passione maturata nel tempo, quasi per caso, anche se Maria nel caso non ci crede. Si è imbattuta in un bando per un corso di tessitura e ha deciso di partecipare. Ma non poteva certo immaginare che delle numerose frequentatrici sarebbe rimasta solo ad avere la costanza e la determinazione per portare avanti quest’attività, che richiede grande dedizione, forza e pazienza.
La Tela di Maria Voto
Lenzuola, tovaglie, asciugamani, cuscini e attrezzi come lu vinnele, la jurdeture, la ‘ndruvola, li cannedde sono diventati la sua quotidianità. Sarebbe bello vederla all’opera mentre filo dopo filo, con la ‘ndruvola, una specie di barchetta in legno scavata all’interno con due buchi alle estremità che accolgono un filo di ferro, forma la trama della tela. “Ci vuole energia – ci ha detto – per azionare il telaio con il piede sul pedale e poi con le mani passare e tirare i fili”.
Una figura mitica quella della tessitrice… La lavorazione al telaio è sempre stata legata alla figura femminile: tessere è l’arte del creare attraverso l’incrocio del verticale e dell’orizzontale, della trama e dell’ordito.
Basti pensare al mito di Aracne, che non volendo riconoscere di aver già ricevuto da Atena, la protettrice della tessitura, le sue straordinarie capacità di tessitrice, osò sfidarla in una gara che vinse e per questo fu trasformata in ragno. Nella mitologia greca le tre Moire erano le tessitrici della vita: Cloto reggeva il filo dei giorni per la tela della vita, Làchesi dispensava la sorte avvolgendo al fuso il filo che a ciascuno era assegnato e Atropo lo tagliava con le forbici nel momento della fine.
Ma anche in Egitto Nut, la Grande Madre, era raffigurata come una dea tessitrice.
E visto che quest’anno siamo stati in Bretagna come non ricordare le leggende che narrano di re Artù e della sua spada che gli conferiva immortalità e invincibilità, ma che non avrebbe funzionato senza il fodero cucito da Morgana.
Oltre il mito, la tessitrice è colei che trasforma fili in tessuti e già questa è una magia che ammalia chi come me si considera una tessitrice di storie, che al contrario delle bellissime opere di Maria Voto, rimangono immateriali.
La tessitura era un’attività molto sviluppata nel Gargano e in particolare a Vico, dove, a metà del secolo scorso, si contavano oltre 800 telai. Oggi Maria è l’unica tessitrice e ha recuperato materiali e tecniche antiche, lavorando fianco a fianco con le vecchie filatrici, che le hanno trasmesso la loro conoscenza, i loro preziosi disegni e il loro amore per questa arte antica.
Qui prendono vita i suoi tessuti, dalla canapa al lino, con delicati abbinamenti cromatici che si trasformano in tovaglie, asciugamani, tappetini, cuscini, borse: tutti pezzi unici spesso realizzati con materiale di riciclo, pizzi, stoffa e bottoni. Maria parla con passione del suo modo di creare seguendo le tradizioni come quella dei pannucci garganici, tappeti realizzati secondo un’antica tecnica e che oggi possono essere usati come tovagliette all’americana e runner, o di cuscini in canapa e cotone con motivi tipici detti spighetta e dente di cane.
Certo sono sempre più rare le commesse per il corredo delle future spose quando la dote poteva essere a 15, 20 o 30 panni. Ma Maria Voto lavora ancora moltissimo e ci ha confessato che non ha più la forza fisica di tessere dieci ore al giorno e che a fine giornata è tanta la soddisfazione insieme alla fatica e ai dolori che ormai sono cronici. E anche se preferisce creare senza vincoli imposti alla sua fantasia, lavora spesso su commissione: adesso è alle prese con 70 tessuti tutti diversi da consegnare a novembre. Sicuramente un immane lavoro i cui frutti saranno più unici che rari!
Non ci resta, dopo averla conosciuta all’evento Lacus la Terra dei Laghi a Lesina, che andare a trovarla nella sua bottega delle meraviglie nel cuore di Vico per perderci tra i suoi lavori che richiedono tempo, fatica ma anche tanto entusiasmo: quello che Maria Voto ci ha trasmesso attraverso la nostra chiacchierata. Perché la sua è una vera missione: si è “votata” a questo antico mestiere e come direbbero i latini nomen omen!