E poi c’è la Toscana oltre Firenze. Quella del Chianti, di Siena, delle torri di San Gimignano, delle città capolavoro come Pienza, di Arezzo con i suoi gioielli pittorici di Piero della Francesca e dell’Arno che “per mezza Toscana si spazia”, come scrisse il sommo poeta Dante.

La Val d’Orcia sembra un mare pietrificato con le colline che si rincorrono come onde e le file di cipressi che fanno da quinta ai calanchi argillosi color madreperla. E in questo mare spiccano perle come Pienza, la cittadina ideale di Papa Piccolomini ristrutturata secondo i principi urbanistici del Rinascimento, oggi inserita dall’Unesco fra i Patrimoni Mondiali dell’Umanità.

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E come San Quirico d’Orcia, un borgo fortificato impreziosito dagli Horti Leonini, un giardino all’italiana fatto costruire da Diomede Leoni alla fine del ‘500 dove è bello perdersi tra i prati segnati dalle siepi di bosso e dagli antichi lecci.

Fonte di ispirazione di poeti, scrittori, pittori e fotografi sono le Crete Senesi a sud di Siena, dove la terra si colora di bruno, ocra, viola e oro. A nord di Siena, invece, si ergono le torri di San Gimignano, i grattacieli del Medioevo, che testimoniano la ricchezza raggiunta dal centro toscano grazie al commercio di zafferano. Da visitare la Collegiata romanica, una delle chiese più affrescate d’Italia.

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Poco distante Certaldo, la città di Giovanni Boccaccio, e Volterra, il borgo dell’alabastro abitato sin da epoca etrusca, che conserva intatto il suo aspetto medievale all’interno delle mura, in particolare nella Piazza dei Priori dove si affacciano il Palazzo Pretorio e il Palazzo dei Priori. Assistere allo spettacolo degli sbandieratori in costume con questo sfondo, catapulta immediatamente indietro nel tempo.

Dirigendosi verso Siena si incontra Monteriggioni, un borgo completamente circondato da alte mura con quattordici torri fortificate, costruito nel 1203 dai Senesi come avamposto contro Firenze. Ormai Siena è vicina. Piazza del Campo ne è il cuore con la scenografica e maestosa facciata del Palazzo Pubblico. Dopo la passeggiata sul corso, la vista da non perdere è al colossale Duomo dedicato all’Assunta. Tre fastosi portali introducono all’interno di questa cattedrale caratterizzata dall’alternarsi di fasce bianche e nere e davanti alla quale ci si sente piccoli piccoli.

Prima di proseguire per Arezzo, la tappa obbligata è il Chianti, che prende il suo nome dalla parola etrusca “clante” cioè acqua, ed è famoso nel mondo per il suo vino, un particolare melange di uve e un metodo di vinificazione speciale per il titolo esclusivo di Chianti Classico. Ma il Chianti non è soltanto un grande vino, ma soprattutto un meraviglioso territorio caratterizzato da un fitto ordito di querce, castagni e conifere interrotto da larghe lingue di vigne e uliveti.

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(Le foto nel testo sono di Michele Natale; per quella di copertina e la gallery ringraziamo Domenico Zagaria)

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