La Sicilia è una terra che va scoperta poco alla volta e sicuramente sono necessari più viaggi. Dopo il primo giro nella parte orientale da Mazara del Vallo a Palermo, che abbiamo già raccontato sul blog (i post li trovate nella sezione dedicata alla Sicilia), in questo nostro ultimo tour l’abbiamo percorsa da est a ovest con la disposizione d’animo del viaggiatore curioso facendo tesoro della varietà dei paesaggi e della ricchezza d’arte e cultura.
Che rendono la Trinacria tutta un enorme patrimonio costituito da magnifici teatri greci, come quello di Siracusa e dai superbi siti archeologici come Piazza Armerina e Segesta, che abbiamo inserito in questo nostro giro cominciato proprio dalla città di Archimede.
Siracusa, da Archimede a Caravaggio
Quali i migliori aggettivi per descrivere Siracusa? Bella, fastosa, potente e molteplice, tanto da non poter essere racchiusa tutta in un solo nome ma di averne ben cinque: Ortigia, Epipoli, Neapolis, Tyche e Acradina.
Ortigia è l’isola nella città, il suo cuore storico, nonché il suo primo nucleo urbano. Il nostro consiglio? Passeggiare tra i monumenti e le strade, le stesse sulle quali hanno posato i loro piedi Archimede e Caravaggio, nelle diverse ore della giornata godendo delle luci e delle ombre sulla facciata barocca della cattedrale e tra le possenti colonne del Tempio di Apollo, il più antico della Sicilia.
Da qui si sale verso piazza Archimede al centro della quale protagonista è la fontana di Diana dello scultore Giulio Moschetti che narra la leggenda di Aretusa: la ninfa è raffigurata nell’atto di fuggire da Alfeo che cerca di afferrarla mentre Diana, la dea, le fa da scudo. Tutt’intorno gli imponenti palazzi barocchi sembrano ammirare la scena.
Ancora la ninfa dà il nome alla sorgente d’acqua dolce sotterranea che crea un laghetto chiamato Fonte Aretusa in cui crescono rigogliosi i papiri tra i quali si aggirano anatre e pesci.
Dal 6 agosto di quest’anno è possibile effettuare un percorso di visita aperto per la prima volta al pubblico che racconta miti e storia dello specchio d’acqua attraverso audioguide in lingua inglese, francese, spagnola e cinese e che consente di ammirarne dall’interno la bellezza. In questo periodo la Fonte Aretusa è aperta solo sabato e domenica dalle ore 10,30 alle ore 15,30. (Info e prenotazioni: +39 0931 65681 – 335 7304378 – info@civitasicilia.it).
Ma a Ortigia, la vera attrazione è piazza Duomo, una delle più belle d’Italia, che prende il suo nome dalla cattedrale che dietro la sua splendida facciata barocca conserva le colonne doriche del tempio dedicato ad Atena che sembrano affiorare dalle mura della grande chiesa, unica nel suo genere.
Al suo interno, che vanta una magnifica pavimentazione quattrocentesca in marmo policromo, sono custodite le reliquie della vergine e martire Lucia, patrona di Siracusa.
Sulla stessa piazza si affaccia la chiesa di Santa Lucia alla Badia con la famosa tela sul Seppellimento di Santa Lucia dipinta nel 1608 dal Cavaraggio durante il suo soggiorno a Siracusa in fuga da Malta.
Un caso fortunato ha voluto che dopo essere rimasti incantati davanti ai due capolavori caravaggeschi nella Concattedrale di San Giovanni Battista nel capoluogo maltese, anche a Siracusa oltre alla tela raffigurante la sepoltura di Santa Lucia abbiamo potuto godere in via del tutto straordinaria dell’esposizione temporanea presso il Palazzo della Soprintendenza ai Beni Culturali (fino al 10 gennaio 2020) di un altro dipinto del Merisi: la Crocifissione di Sant’Andrea, un’opera di proprietà di un fondo privato giunta per la prima volta in Italia.
Il giro a Ortigia continua tra corti, vicoli e piazzette segrete che sfoggiano eleganza barocca e atmosfere orientali, fino a giungere alla punta occupata dal Castello Maniace, magnifico esempio dell’architettura militare di Federico II, che fa da sentinella al porto Aretuseo, il più grande porto naturale della Sicilia (visitabile dal lunedì alla domenica dalle 8,30 alle 16,30, per info: +39 0931 4508211).
Tornando indietro, stretti carruggi si aprono su scorci di mare e conducono al Quartiere Ebraico dove, nei sotterranei del Residence Alla Giudecca a 18 metri sotto il livello della strada, sono celate cinque vasche dei bagni di purificazione ebraica risalenti al VI secolo d.C., alimentate si dice dalla stessa sorgente di acqua dolce che sgorga dalla Fonte Aretusa. L’acqua usata per il bagno rituale, infatti, doveva essere purissima e mai raccolta in recipienti. Nelle vasche ci si immergeva completamente e per le donne era obbligatorio, dopo il parto, lavarsi per purificare il corpo per la successiva procreazione e per la salvezza della stessa comunità.
Restaurati di recente, dopo essere stati scoperti per caso durante i lavori di ristrutturazione del palazzo che ospita il residence, sono visitabili dalle 11 alle 19 al costo di 5€ a persona. E ne vale la pena perché il miqweh di Ortigia è tra gli unici bagni rituali in Europa che ha conservato la sua integrità e il suo fascino con le tre vasche centrali in cui sgorga ancora l’acqua e altre due vasche poste dentro delle nicchie scavate nel muro.
Tornati in superficie, il giro di quella che fino al 31 marzo del 1492 quando la sua numerosa comunità venne espulsa dalla Sicilia fu la giudecca siracusana, può continuare verso la suggestiva chiesa di San Giovannello, senza tetto ma con un bellissimo portale quattrocentesco sormontato da un rosone. Singolare la sua storia: prima basilica paleocristiana, successivamente sinagoga e poi riconvertita a chiesa cristiana fino al 1915, fu sconsacrata e adibita a teatro e sala per congressi e rappresentazioni, quindi riaperta al culto nel 2015.
Mi ricordo Ortigia nel 2001 quando iniziò il mio periodo lavorativo in questa città. Mi avventuravo tra i suoi vicoli e ne restavo incantata. Poi Piazza Duomo, il grande palcoscenico dell’isola, appariva improvvisamente. Mi sedevo in piazza e ne osservavo il viavai. È cambiata Siracusa sai? E in meglio. La ricchezza storica e artistica è la stessa ma ha un’energia tutta nuova, quelle dei tanti artisti che qui hanno bottega, del turismo che cresce incessante, di una Sicilia che a me piace tanto. Ti seguo Rosalia. Non potrei fare altrimenti. Nei tuoi racconti rivedo la mia terra coi tuoi occhi.
Sono stata a Siracusa diverse volte nel passato ma l’ho trovata migliorata, piena di iniziative e anche di tantissimi turisti stranieri anche non in alta stagione. E che dirti: me ne sono (di nuovo) innamorata perdutamente!
Spero di riuscire a restituire alla Sicilia e ai siciliani almeno un po’ dell’affetto e delle emozioni che ci hanno riservato con le mie parole (e con le foto di Michele) negli articoli che pubblicherò qui sul blog. E spero di non deluderti cara Benedetta.
Siracusa è magnifica!
Una città che abbiamo adorato in ogni angolo e dove torneremmo sempre con grande piacere.
Così come in tutta la Sicilia: una terra incantevole e unica.
…però dal post mi rendo conto che ci siamo persi il Quartiere Ebraico. Che facciamo, ci torniamo?!
🙂
Andrea sono d’accordo con te: la Sicilia è tutta “bedda” e ogni scusa è buona per tornare… noi ci stiamo già pensando! 😉