Definita da Cicerone “la più grande e bella di tutte le città greche”, Siracusa deve il proprio fascino alla sua storia, dai Greci agli Arabi, dai Normanni fino allo splendore del Barocco.
Siracusa: il quartiere di Neapolis
Oltre a Ortigia, che racchiude tutte queste anime, l’altra area da non perdere della città è quella di Neapolis dove potete fare un salto indietro nel tempo in compagnia del vostro amico a quattro zampe. In tutti i principali siti archeologici siciliani, infatti, da Selinunte a Segesta, dai templi di Agrigento fino a Neapolis a Siracusa, i cani possono entrare al guinzaglio e aggirarsi tra i monumenti.
All’ingresso del Parco Archeologico della Neapolis, che si estende per 35 ettari, troviamo la Basilica di San Nicolò dei Cordari risalente all’XI secolo. Quasi di fronte c’è l’Anfiteatro romano, il terzo d’Italia dopo Colosseo e Arena di Verona.
Accanto, il più grande altare votivo del mondo antico conservato in situ, l’Ara di Ierone II che ha una lunghezza di 98 metri e u a larghezza di 23. Dell’altare, dedicato a Zeus Eleutherios, sopravvivono oggi solo i basamenti in quanto la struttura superiore venne asportata quasi completamente nel XVI secolo per essere riutilizzata nella costruzione delle fortificazioni spagnole.
Imponente anche il Teatro Greco, l’edificio per spettacoli più importante del mondo greco occidentale. Adagiato sul colle Temenite stupisce ancor oggi per la sua maestosità che si coglie meglio dall’alto. Qui Eschilo rappresentò Le Etnee e I Persiani. Poi nel tempo fu quasi dimenticato ed è stato oggetto di trasformazioni, spoliazioni, danneggiamenti e asportazioni che oggi lasciano visibile solo la sua gigantesca impronta ricavata nella roccia.
Seduta sulle gradinate un flashback mi riporta improvvisamente nel passato e mi rivedo su quegli stessi spalti da adolescente quando, in gita scolastica, assistetti a una indimenticabile Medea. A partire dal 1914, infatti, l’Istituto nazionale del dramma antico (INDA) svolge qui, al tramonto, le rappresentazioni di teatro classico, prevalentemente opere dei tragici greci del V secolo a.C. e da maggio a luglio si può assistere a tali rappresentazioni vivendo un’esperienza davvero unica.
La parete rocciosa sovrastante, così come anche altre parti del Colle, è interamente costellata di incavi quadrangolari chiamati naiskoi destinati ad accogliere i quadretti (pinakes) con immagini votive di divinità o di defunti. Al centro si apre un’ampia grotta dalla quale scaturisce dell’acqua proveniente dall’acquedotto greco.
Nella stessa area le Latomie, cave di pietra a cunicoli dalle quali si estraevano i materiali lapidei per le costruzioni monumentali della città. Tra queste la più interessante è quella detta del Paradiso con la grotta dei Cordari e l’Orecchio di Dionisio. Questa cavità artificiale presenta una pianta a forma di S e una volta a sesto acuto, alta 25 metri. Il nome, che è ispirato dalla forma simile a quella di un immenso padiglione auricolare, fu inventato dal Caravaggio che la visitò nel 1608.
Infondata è invece la leggenda secondo cui la grotta, grazie alle sue straordinarie qualità acustiche, sarebbe stata utilizzata dal tiranno Dionisio per ascoltare, dalla cima della cavità, le parole dei prigionieri in essa rinchiusi.
Dopo la visita del Parco Archeologico abbiamo voluto recarci al complesso monumentale di San Giovanni Evangelista, costituito dai resti di una grandiosa basilica sotto la quale ci sono le catacombe, seconde per vastità solo a quelle di Roma. Ma purtroppo l’abbiamo trovata chiusa e non siamo più riusciti a inserirla nel nostro tour. Per visitarla insieme al Museo Archeologico “Paolo Orsi” ci ripromettiamo di tornare presto a Siracusa che in virtù della sua unicità nel 2005 è stata inserita nel patrimonio UNESCO.
Se la fame si fa sentire niente di meglio di un buon piatto di pasta alla siracusana, un incrocio di influenze tra il popolo arabo e quello siciliano, con sugo a base di acciughe, peperoncino e olive, cosparsi di mollica di pane rosolata. Avete poco tempo? Allora vi proponiamo la sosta al Bar Midolo in Corso Umberto I, 86 per un arancino classico al ragù e uno meno tradizionale ma squisito ripieno con ricotta e pistacchi.
Per il caffè con cannolo e crostatina con fragoline di bosco spostatevi in Piazza Duomo ai tavolini all’aperto dello storico bar che fece da magnifica cornice al film Malena di Giuseppe Tornatore, di fianco al Palazzo Beneventano del Bosco e con vista unica sulla cattedrale.
I nostri sogni sono stati cullati dalla quiete della campagna siracusana compresa nella Riserva Naturale Orientata Fiume Ciane e Saline di Siracusa presso l’azienda agrituristica biologica Villa dei Papiri, un’antica masseria siciliana del XIX secolo immersa in un esteso agrumeto e circondata da meravigliosi papiri.
Questo è il posto giusto se volete ammirare le piante dalle chiome ombrelliformi del papiro in natura: dovete recarvi alla vicinissima sorgente del fiume Ciane, l’unico luogo al di fuori dell’Egitto dove spontaneamente crescono rigogliose. Anche Ciane, così come Aretusa, era una bellissima ninfa moglie di Anapo e venne trasformata in fonte per aver tentato di impedire il rapimento di Proserpina da parte di Plutone, il dio degli inferi. A quel punto il suo giovane sposo, per rimanere unito a lei, si fece mutare nel fiume Anapo che scorre poco distante.
Parco Archeologico della Neapolis
Via Paradiso, 14
Aperto tutti i giorni, compresi i festivi, dalle 9 a 1 ora prima del tramonto. Per i portatori di handicap e il loro accompagnatore l’ingresso è gratuito.
Per aggiornamenti e informazioni: +39 0931 66206.
Riserva Naturale Orientata Fiume Ciane e Saline di Siracusa
Visitabile tutto l’anno
Info: +39 0931 709111 – parchi.riserve@provincia.siracusa.it