Borghi d’arte in Francia in autunno? Una scelta perfetta per godersi fuori stagione Costa Azzurra e Provenza, tra le zone più belle e ricche di fascino dell’Oltralpe. Da cosa cominciamo? Dall’effetto Saint Tropez che la cittadina del dipartimento del Var, regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, esprime in ogni periodo dell’anno: quello del coup de foudre. Dopo l’estate il meteo è ancora gradevole con giornate soleggiate che consentono passeggiate sulle spiagge e tra i caratteristici vicoli senza la folla della bella stagione. E sorseggiando un Pastis in attesa di pranzare al tavolo di uno dei locali affacciati sul mare osservando il via vai di gente si può godere appieno dell’atmosfera che conquistò Guy de Maupassant e la scrittrice Colette che qui scelsero di vivere.
I borghi d’arte tra Provenza e Costa Azzurra
Il tour all’insegna dell’arte comincia al Musèe de l’Annonciade, una ex cappella del 1568 trasformata in museo in cui sono esposte le opere di Paul Signac, il primo artista arrivato nel 1892 a Saint Tropez poi seguito da Matisse e Manguin. Altre icone della affascinante cittadina sono la chiesa di Notre Dame de l’Assomption, il porto vecchio con le case ocra che diventano oro al tramonto e la place Des Lices che ospita al martedì e al sabato il grande mercato provenzale, mentre negli altri giorni si giocano le partite di pètanque all’ombra dei platani.
Sull’altro versante della regione provenzale in quella zona chiamata Camargue c’è Arles famosa per avere ospitato Van Gogh, che vi abitò per circa due anni nell’ultimo periodo della sua vita e qui dipinse più di 300 quadri. Immancabile la sosta a il Cafè de la Nuit, detto anche Le Café Van Gogh, dipinto dal grande artista nel quadro “Terrazza del caffè all’aperto” nel 1888.
Da inserire nel giro anche Aix-en-Provence dove ha sede l’atelier di Paul Cézanne, nato proprio ad Aix, nel quale si possono ammirare gli oggetti del grande pittore impressionista conservati in questa casetta tra la città e le alture d’Entremont, con vista sul monte Sainte-Victoire, uno dei soggetti preferiti nei suoi quadri.
Tanti e caratteristici i borghi d’arte all’interno fra i due estremi a cominciare da Vallauris, villaggio con un raccolto nucleo storico a scacchiera famoso per la ceramica prodotta fin dal XVI secolo come terracotta a uso domestico. Divenne famoso grazie a Picasso, che qui visse dal 1948 al 1955. Il suo passaggio è ancora oggi testimoniato dal suo capolavoro “La Guerra e la Pace”, un’opera di 100 metri quadrati di superficie che ricopre interamente un’ex antica cappella. A Vallauris Picasso apprese anche le tecniche di lavorazione della ceramica, tradizione che ancora oggi si apprezza nelle numerose botteghe in avenue Georges Clemenceau, la strada principale della “città nuova”. Nel Castello, che fu un vecchio priorato dei monaci di Lérins, sono ospitati tre musei: il Museo Nazionale Picasso, il Museo Magnelli, dedicato al pittore italiano pioniere dell’arte astratta, e il Museo della Ceramica.
Il percorso della Cote d’Azur a tema creatività continua con Mougins, dal centro storico medievale a spirale che assomiglia al guscio di una chiocciola. Di questo piccolo borgo di pietra accoccolato tra collina e montagna con il mare all’orizzonte si innamorò Picasso che visse a Mougins per ben 12 anni, in una mega villa con 32 camere, dal 1961 al 1973, anno della sua morte. Ma già negli anni ’30 il pittore spagnolo frequentava il borgo insieme agli amici Man Ray e Jean Cocteau soggiornando all’albergo Vaste Horizon.
Altro borgo molto amato dagli artisti è Saint-Paul de Vence, stretto da una cinta muraria intatta con bastioni percorribili. Anche qui c’è stato Picasso e in buona compagnia: Chagall è sepolto nel piccolo cimitero del paese che fu frequentato pure da Modigliani, Bonnard e Mirò. Imperdibile la visita alla Fondazione Maeght, una delle collezioni d’arte del XX secolo più importanti d’Europa con le sue 10mila opere e con nomi del calibro di Alexander Calder e Georges Braque.
Tra i borghi d’arte in Costa Azzurra va inserito anche Haut-de-Cagnes, uno dei villages perchés (borghi arroccati) costruiti in epoca medievale per sfuggire alle scorrerie dei Saraceni sulle coste. Fu qui che Auguste Renoir si ritirò stanco e malato nella villa delle Collettes, tra ulivi, aranci e una terrazza coperta di rose.
Ultima tappa Biot, dove l’arte diventa trasparente come il vetro delle creazioni soffiate da maestri vetrai caratterizzate da micro bolle. E si può anche assistere alle varie fasi della soffiatura nella vetreria-negozio La Verrerie de Biot. Bello perdersi nella matassa di viuzze del piccolo centro storico dall’impianto medievale tra rue Saint Sébastien, animata da locali e negozi, e l’incantevole place des Arcades. Nel borgo c’è anche il Musée National Fernand Léger con la facciata decorata da un grande mosaico ispirato al pannello ideato nel 1951 per la Triennale di Milano e in cui sono esposte oltre trecento opere.
Tornando verso il mare la tappa imperdibile è Nizza, cittadina affacciata sulla Baie des Anges, dove passeggiare sulla lunghissima Promenade des Anglais, fulcro della quale è il Negresco, uno dei più famosi alberghi al mondo dichiarato monumento nazionale oppure tra i fiori del profumato mercato che si tiene ogni giorno in Cours Saleya. O, ancora, facendosi rapire dalla Vieux Nice, un quartiere che ricorda gli stretti carrugi genovesi, per poi raggiungere la collina di Cimiez e il palazzo secentesco che dal 1963 è sede del Museo Matisse dove ammirare i capolavori del pittore, che qui volle essere sepolto.
Sempre sul mare sorge Antibes, cittadina arroccata sul mare con un centro storico molto pittoresco in cui nello Chateau Grimaldi è ospitato il Museo Picasso, che custodisce oltre 50 disegni, dipinti e stampe del grande maestro. Dalla sua terrazza ornata di piante aromatiche e sculture di Mirò, Germaine Richier e César, la vista spazia sulle mura e sulla penisola di Cap d’Antibes, teatro di quella dolce vita narrata dallo scrittore americano Francis Scott Fitzgerald nei suoi romanzi.
Per ora il nostro viaggio tra i borghi d’arte immersi nel verde delle Alpi Marittime in Costa Azzurra-Provenza, tra casette in pietra, vicoli, acciottolati, botteghe, musei e l’inconfondibile art de vivre francais, finisce qui. Ma speriamo di tornare presto tra questi villaggi effetto cartolina amati dai maestri dell’arte del ‘900.