Oltre la spiaggia tra riserve e sorprese

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Oltre la costa, e gli scogli e la spiaggia, dunque oltre quella salata del mare, l’acqua non è un elemento tipico della Puglia. Infatti, la nostra regione fu definita “siticulosa Apulia”, cioè Puglia sitibonda dal poeta latino Orazio. E non esistendo dei corsi d’acqua superficiali importanti, quella dolce è stata sempre considerata un elemento molto prezioso nella nostra terra, non solo per gli uomini ma anche per gli animali.

Torre Guaceto e Costa merlata

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Soprattutto in quelle aree definite “zone umide”, quegli ambienti naturali caratterizzati dalla copresenza di terreno e acqua, che rappresentano una delle tipologie di habitat più importanti per la conservazione della biodiversità.

La Puglia offre alcuni tra i più significativi esempi di zone umide, da Margherita di Savoia, in cui le attuali saline si trovano su quello che un tempo era il lago Salpi, alla riserva di Torre Guaceto, alimentata da polle sorgive di acqua dolce.

La zona umida di Torre Guaceto, che si trova tra Brindisi e Carovigno e di cui abbiamo già parlato in Carovigno da vivere, è stata nel tempo oggetto di opere di bonifica e per tale motivo sono presenti numerosi canali che mettono in contatto il mare e l’acqua dolce. Uno di questi viene definito Reale: si tratta di una lama che arriva dal mare a Villa Castelli e lungo la quale gli uomini sin dai tempi più antichi hanno trovato riparo e acqua.

Il canale Reale è diviso in due parti. Il primo va dalle sorgenti sino all’incrocio con la via per Villa Castelli ed è alimentato da acque dolci; il secondo tratto è quello che, congiungendosi al mare, vi sfocia nei pressi di Torre Guaceto. Probabilmente fu un corso fluviale, l’antico fiume Pactius o Ausonius menzionato da Plinio il Vecchio nella sua “Naturalis Historia”.

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Oggi sulla riva sud il canale è costeggiato da una attrezzata pista ciclabile che porta a scoprire i tesori dell’oasi naturalistica di Torre Guaceto che fa parte della rete dei Parchi blu, composta da 16 aree protette sparse in tutto il mondo. Ciascuna di essa si distingue per l’impegno volto a tutelare l’ambiente marino e le specie animali che vi abitano. E l’oasi pugliese può vantare un bel primato in quanto il suo ecosistema è uno dei più ricchi di biodiversità dell’intero Mediterraneo. Camminando piano lungo i corsi d’acqua, appena al di là delle dune tra le quali occhieggia il mare, si odono continui fruscii fra i canneti provocati dai tanti uccelli attratti dalla grande disponibilità di cibo, ma anche dai tonfi di rospi e rane.

In lontananza spicca la torre costiera che dà il nome alla riserva e che fa parte di quel sistema di avvistamento voluto nella prima metà del ‘500 dal vicerè don Pedro di Toledo, durante il regno di Carlo V, per sorvegliare i litorali più esposti alle incursioni nemiche. Prenotazione visite alla Segreteria della Cooperativa Thalassia cell. 331 9277579, mail: info@cooperativathalassia.it.

Sempre in territorio di Carovigno, a Torre Santa Sabina, si trova la spiaggia di Mezzaluna, una caletta di incomparabile bellezza, ricca di storia e di testimonianze del passato. Sulla spiaggia tra la sabbia affiorano scogli ed è proprio tra questi che si cela una incredibile sorpresa: i fori delle palafitte di un villaggio preistorico e le tracce di una necropoli dell’età del Bronzo, uno dei siti archeologici più interessanti dell’intera Italia meridionale adriatica.

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Ma Mezzaluna è stata anche un porto romano. Attraversata da un canalone che scendeva dalla palude offriva un riparo naturale alle navi dirette verso l’Oriente. Unica testimonianza di questo corso d’acqua dolce è oggi un canneto che cresce a ridosso della spiaggia.

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Salendo verso Ostuni si raggiunge Costa Merlata, che già nel nome spiega la conformazione di questo litorale. Infatti è caratterizzato da un susseguirsi di meravigliose calette dalle alti pareti rocciose che racchiudono piccole insenature sabbiose che rappresentano lo sbocco delle lame nel mare.

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Spesso qui l’acqua del mare è più fredda. Questo fenomeno è da collegarsi al fenomeno del carsismo: si tratta di sorgenti di acqua dolce che, sotto pressione, sgorgano nei pressi della costa o sul fondo del mare. La presenza di queste sorgenti sottomarine è messa in evidenza dalle numerosissime bollicine e dalla temperatura più fredda delle acque sorgive,  chiamate polle.

Interessanti sono anche le marmitte, una sorta di buche rotonde scavate nelle rocce da vortici dell’acqua del mare, numerosissime lungo tutta la costa di Ostuni: si formano a partire da un alveolo, una piccola cavità che si ingrandisce fino ad assumere forme spesso circolari.  Mentre sugli scogli diventa a volte difficile camminare a causa di lame appuntite, taglienti, con superfici delle rocce molto frastagliate. In questo caso, la causa di tali fenomeni di corrosione va collegata agli spruzzi dell’acqua marina e delle piogge.

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