La Terra di Lavoro è una porzione di territorio campano che originariamente era molto più ampio mentre oggi è ripartito tra 3 regioni e 7 province: Lazio con Latina e Frosinone, Molise con Isernia e Campania con Caserta, Benevento, Avellino e Napoli. Il nome Terra di Lavoro deriva da Leboriae, cioè dei Leporini, l’antica popolazione che la abitava, e così viene nominata nell’opera “Naturalis historia” di Plinio il Vecchio che collocava questa area in quella parte di pianura campana tra le città di Capua, Pozzuoli e Cuma.
L’area casertana della Terra di Lavoro
Per scoprire l’anima di questa terra siamo partiti da Teano che, nota per l’incontro del 26 ottobre 1860 tra il re Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi in una piccola radura vicino al Ponticello di San Cataldo sul lato sinistro della Strada Provinciale Caianello-Teano, è in realtà una città con una storia molto più antica, fulcro dei tracciati delle grandi arterie viarie che l’attraversano. La Via Appia si interseca con la Via Latina e sempre qui, in questo centro posto alle falde del massiccio vulcanico di Roccamonfina, il più antico della Campania, sono passati Etruschi, Sanniti, Romani, Goti, Bizantini, Longobardi, Normanni, Angioini, fino ai Borbone.
La nostra è stata una scoperta all’insegna del relax, del buon cibo e, soprattutto, del buon vino. L’occasione? Il soggiorno presso I Cacciagalli Wine Resort dove abbiamo goduto dei suoni e dei profumi della campagna racchiusa tra boschi e il fiume Volturno e abbiamo conosciuto la gioia dei sapori di una volta in piatti contemporanei a base dei prodotti genuini portati direttamente a tavola dai campi della tenuta.
Teano fu fondata nel IV sec. a. C. dalla popolazione italica dei Sidicini, anche se già in epoche precedenti esistevano villaggi e necropoli sparsi nel territorio. L’antica Teanum Sidicinum, ebbe un ruolo fondamentale nel conflitto tra Romani e Sanniti. Ma nonostante la vittoria romana conservò la propria autonomia politica ed economica con la possibilità di battere moneta. Fu anche un centro importante del monachesimo benedettino, perché a Teano si rifugiarono nell’883 i frati di Montecassino in fuga dai Saraceni.
Dalle grandi finestre della sacrestia si guarda la città dall’alto e verso la collina che fronteggia Teano in cui spiccano il Convento e la Chiesa di Sant’Antonio, fondati nel 1427 dai Frati Minori Conventuali.
Oggi il territorio di Teano è inserito nel Parco Regionale di Roccamonfina e Foce del Garigliano, vantando paesaggi che passano dalle dolci colline alla fertile pianura, dal verde intenso dei castagneti e dei faggeti a quello cangiante di oliveti e vigneti, che si alternano a orti, frutteti e noccioleti. Anche l’acqua è tra le presenze più importanti dell’area teanese: numerose sorgenti ne offrono di purissima come quella delle Caldarelle ricordata da Plinio e da Vitruvio per il suo prodigioso potere curativo.
Alle pendici del monte Tifata sorge la chiesa di Sant’Angelo in Formis costruita nel X secolo su un tempio dedicato a Diana Tifatina. La chiesa venne poi ampliata dei Benedettini di Montecassino tra il 1072 e il 1082 per diventare la basilica di Sant’Angelo in Formis, così chiamata per via degli acquedotti che portavano l’acqua a Capua. La costruzione è preceduta da un portico a cinque arcate ed è fiancheggiata da un campanile a bifore.
Passeggiando per il borgo si respira un’aria antica e ci si immerge in un’atmosfera di silenziosa pace che riporta indietro nel tempo. Poco distante dal centro si innalzano i resti del castello dell’IX secolo.
Altra tappa è San Leucio, dove Ferdinando IV di Borbone aveva immaginato di realizzare il suo sogno di città ideale: Ferdinandopoli. Iniziò con la costruzione dei quartieri di San Ferdinando e di San Carlo per le abitazioni e con la sistemazione dei filatoi per la seta. Nel 1789 San Leucio fu dichiarata Real Colonia e dotata di un proprio statuto che prevedeva per gli abitanti istruzione obbligatoria, retribuzione basata sul merito e fondazione di una Cassa della Carità per anziani e invalidi. Una modernità sconcertante per l’epoca che vedeva anche la donna dichiarata pari all’uomo sul piano giuridico, amministrativo e familiare.
Prosperò dal 1789 al 1798 e dalla seteria di San Leucio provengono i broccati, i lampassi e i velluti che impreziosiscono sia le dimore dei Borbone che nobili palazzi come Buckingham Palace, la Casa Bianca, il Quirinale e Palazzo Chigi.
Gli antichi telai, la cuculliera per il deposito e la preparazione dei bozzoli di seta e la filanda sono ospitati nel Museo della seta nel Casino del Belvedere.