In Bretagna col cane

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In Bretagna col cane: la prima tappa del nostro giro nella regione più a nord-ovest della Francia insieme a Otto è stata Rennes, suo capoluogo dopo l’unione con il resto del paese avvenuta nel 1532. La città fu fondata dai Galli e colonizzata dai Romani e, nonostante il grande incendio che la devastò nel 1720, ha conservato nel centro più antico il suo aspetto caratterizzato dalle case a graticcio e i tetti a punta.

In Bretagna: il nostro itinerario

Bretagna

Consigliata la passeggiata tra place des Lices e place Ste-Anne fino alle Portes Mordelaises, un tempo parte delle mura difensive. Poco distante sorge la Cathédrale St-Pierre, mentre nella enorme place de la Mairie vi sono l’Hotel de Ville del XVIII secolo e il neoclassico Opéra de Rennes. Ideale per rilassarsi tra il verde il Parc Thabor, un tempo parte di un monastero benedettino.

Se poi come noi capitate in città il sabato mattina, da non perdere il Marché des Lices, il secondo mercato più grande della Francia, che si sviluppa all’esterno e in due grandi padiglioni edificati negli anni ’60 del secolo scorso, con banchi in cui viene esposto e venduto tutto il meglio che può offrire la Francia in fatto di gastronomia: pesce e frutti di mare, ortofrutta, dolci, salumi, formaggi, pane, vino e piatti pronti di ogni tipo.

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Se vi è venuta fame le alternative sono la galette-saucisse, una salsiccia alla griglia avvolta in una sottile sfoglia di grano saraceno da mangiare come street food, o la galette bretonne gustata più comodamente a tavola insieme a una tazza di sidro e seguita dalla crêpe al caramello salato.

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La seconda sosta ci ha portato a Ploumanac’h tra i paesaggi irreali delle Costa di Granito Rosa con migliaia di rocce dalle forme strane modellate dall’oceano, calette di sabbia fine e lo straordinario fenomeno delle maree per cui il mare si ritira per chilometri, offrendo un vero e proprio parco giochi a cani curiosi come Otto che si è divertito tantissimo ad annusare alghe, scogli, conchiglie e giganti cozze patelle posate sul fondo sabbioso. Le rocce si infiammano al tramonto e diventa ancora più avventuroso affrontare un tratto del sentiero dei doganieri, creato nel 1791 per impedire qualsiasi forma di contrabbando.

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Da Perros-Guirec ci si imbarca per salpare alla volta delle Sept-Iles, la più importante riserva ornitologica del litorale francese, popolata da uccelli marini come pulcinelle di mare, cormorani del ciuffo, sule di Bassan e anche foche. Cani ammessi a bordo naturalmente! E a cena lasciatevi sedurre da sontuosi plateaux di frutti di mare da assaporare alla luce dorata del sole che tramonta non prima delle 22,30.

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Il mare è il vero protagonista di questa terra compresa tra Tregastel, Ploumanac’h e Perros Guirec su cui i fari vigilano imperturbabili sulle coste sfidando i venti impetuosi, causa di tanti naufragi, soprattutto sul confine del continente europeo, il “finis terrae”, da cui prende il nome il dipartimento del Finisterre dove le maree sono ancora più potenti. Quando il mare si ritira al largo la bassa marea permette di scoprire scogli e sabbie a volte nere come il carbone che altrimenti non emergerebbero, mentre le barche restano a secco inclinate su un fianco, in attesa che il mare, che si è allontanato per decine o a volte centinaia di metri, torni a cullarle con le sue onde. Cosi passando e ripassando nella stessa spiaggia a orari diversi paesaggi ed emozioni saranno sempre differenti!

Il terzo stop del nostro giro in Bretagna col cane ha visto protagonista la città dei corsari: St-Malo. Un tempo isolotto fortificato, il borgo gioiello della Costa di Smeraldo prende il nome da Maclou, un monaco gallese qui giunto nel VI secolo. Tra il XVI e il XIX secolo St-Malo visse il suo periodo d’oro grazie alle imprese dei suoi marinai, tra navigatori come Jacques Cartier che scoprì l’estuario del fiume San Lorenzo in Canada, e i pirati che depredavano le navi straniere e che permisero agli armatori del tempo di costruire grandi palazzi noti come maluoinières. Nel 1944 St-Malo fu pesantemente bombardata ma è stata restaurata quasi completamente: la vecchia città fortificata è circondata da bastioni dai quali si gode di un bellissimo panorama.

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Durante la bassa marea si può camminare fino all’isoletta di Grand Bé dove è sepolto lo scrittore René de Chateaubriand, ma attenzione a non farvi sorprendere dal ritorno del mare perché a St-Malo le alte maree sono tra le più forti d’Europa. Infatti, dal lungomare si nota una tripla fila di robusti tronchi inseriti saldamente nella sabbia che servono per spezzare le onde prima che impattino contro il muro del lungomare.

Da St-Malo si raggiunge facilmente Cancale, un piccolo porto dal quale si vede la Baia di Mont-St-Michel e in cui si coltivano ostriche apprezzate sin dai tempi dei Romani. Devono il loro speciale profumo e il loro sapore squisito alle maree che le spazzano ogni giorno. Potrete accompagnarle con sidro fresco mangiandole aperte al momento nei chioschetti sulla banchina e poi gettare i gusci in mare senza dimenticare di addolcire la bocca con un palet breton, i tipici biscotti al burro salato.

Nelle giornate particolarmente terse si scorge l’Abbazia di Mont-St-Michel che nonostante si innalzi nella stessa baia non appartiene alla Bretagna ma alla Normandia. Può essere però perfettamente inserita in un itinerario bretone perché ricca della stessa magia e accomunata da molte leggende a questa penisola affacciata sull’Atlantico e sul canale della Manica chiamata anche “Armorica”, da ar, sopra, e mor, mare. Cosa vi viene in mente se nominiamo la Foresta di Brocéliande? Mago Merlino, la fata Morgana e re Artù popolavano la terra bretone fra distese di verde e stagni situata a soli 4 chilometri da Mont St-Michel, chiamata la meraviglia dell’occidente. La Bretagna è anche la patria di Asterix e Obelix che vivevano su queste terre un po’ più a sud, sparpagliate di giganteschi menhir.

Spostandoci di pochi chilometri dunque approdiamo in Normandia ai piedi dell’Abbazia di St-Michel che abbiamo raggiunto con una piacevole passeggiata attraverso la passerella. I cani non sono ammessi a bordo delle navette elettriche e nemmeno all’interno del complesso abbaziale ma Otto si è divertito moltissimo a correre a perdifiato sui prati salati e tra le piccole lagune che si creano tra le dune di sabbia con la bassa marea.

E, varcata la porta di ingresso al borgo che sorge intorno all’Abbazia, ha potuto seguirci fino alle terrazze che danno sul mare o sul bagnasciuga in cui durante la bassa marea emergono chilometriche sabbie bagnate tra cui si insinuano canali d’acqua che il sole fa luccicare.

Come non pensare a un’isola magica che emerge dalle acque e periodicamente ne viene avvolta? Ed è molto emozionante avvicinarsi lentamente a piedi: uno spettacolo a cui vorremmo riassistere presto ma questa volta al tramonto quando il sole crea lucenti specchi dorati tra la sabbia e poi si riflette sull’acqua che sale mentre il buio lentamente avvolge l’Abbazia di Mont-St-Michel.

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Rosalia
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Comments

  1. Sì Otto si è divertito un mucchio a scorrazzare sugli “herbus”, i prati regolarmente ricoperti dal mare: meno male che in quel frangente non vi erano greggi di pecore, se no lo immagini a inseguirle fin sotto il Mont? 😉

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