Bretagna: 8 cose da fare e 2 da sapere

Fuori rottaBretagna: 8 cose da fare e 2 da sapere
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Se con la Normandia è stato un colpo di fulmine, la Bretagna ci ha coinvolto i sensi, sollecitandoli tutti! Ebbene sì, qui abbiamo perso la testa così come ci siamo letteralmente persi tra borghi, cieli grigi, tramonti, piccole case dai tetti di paglia, rivestite di ardesia o di pietra calcarea e facciate ornate da travature in legno dall’aspetto fiabesco secondo la tecnica del colombage, che ricordano i racconti di Hansel e Gretel.

Sulla costa bretone tra rocce rosa e maree

Bretagna

1. La prima bella sorpresa è stata Rennes, attuale capoluogo della regione, in passato capitale del Ducato di Bretagna. Questo passato splende ancora nelle strade ampie e nelle bellissime piazze, in cui si alternano stile contemporaneo e storia. Dal Medioevo delle case a graticcio, di cui Rennes detiene il maggior numero dopo Strasburgo, al secentesco Parlamento di Bretagna fino ai moderni palazzi lungo il fiume Vilaine.

Il sabato mattina Place des Lyces ospita uno dei mercati più grandi e vivaci di tutta la Francia: risale al 1622 e 300 produttori vi espongono frutta, verdura, carne, formaggi, diversi tipi di pane, salumi, pesce, piatti di ogni tipo cotti al momento, fiori e naturalmente ostriche e coquilles Saint Jacques. Impossibile andar via senza assaggiare e comprare qualcosa!

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2. Per la pausa pranzo perfetta la galette bretonne, crêpe salata di grano saraceno con formaggio gruviera, prosciutto cotto e uovo, obbligatoriamente accompagnata con sidro bevuto in tazza. E seguita da una crêpe dolce al caramello salato: attenzione entrambe creano dipendenza! Il caffè? In un grazioso baretto proprio di fronte alla Porta Mordelaises, l’antico accesso alla città di epoca romana. E poi un giro al parco Thabor, un polmone verde di dieci ettari che racchiude giardini di diversi stili tra cui un meraviglioso roseto.

3. Dopo abbiamo raggiunto Perros-Guirec, una delle località di villeggiatura più ambite di Francia, che comprende le spiagge di Trestraou e di Ploumanac’h. Il posto ideale per esplorare la Costa di Granito Rosa e per partire in crociera alla scoperta delle Sept-Îles, un arcipelago selvaggio, sito naturale protetto dal 1912 e Riserva Naturale dal 1976, regno incontrastato di 27 specie di uccelli che possono essere avvistati durante la navigazione a bordo di uno dei battelli della Armor Navigation, tra cui l’unica colonia francese del Fou de Bassan, le Pulcinelle di mare che qui chiamano Macareux-moines, e i Petits pingouins,  in realtà gazze marine, volatili appartenenti alla specie Alca Torda. Ci vivono anche le foche grigie ma avvistarle non è facile.

4. Sulla Costa di Granito Rosa siamo stati ospiti dell’Hotel de l’Europe a Ploumanac’h, incantevole borgo di pescatori dichiarato il “Village Préferé des Français”, di fronte alla spiaggia dove secondo la leggenda nel VII secolo approdò Saint-Guirec, venuto dal Galles per evangelizzare i Bretoni. Il panorama con gli enormi sassi cambia in continuazione al ritmo delle maree, coprendo e scoprendo il fondo ricoperto di alghe brune e abbracciando o allontanandosi dalla statua del santo custodita nell’Oratorio sopra la scogliera, meta di pellegrinaggio da parte delle ragazze che desiderano sposarsi entro l’anno, che secondo la tradizione devono piantare un ago nel volto del povero monaco.

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Da qui parte il tratto più suggestivo del Sentiero dei doganieri che un tempo pattugliavano il litorale per impedire il contrabbando, che si sviluppa per oltre 1300 chilometri cingendo le coste della Bretagna. Protagonisti sono gli enormi massi di granito rosa scolpiti dal mare e dalle forme più bizzarre: il “cappello di Napoleone”, “il teschio”, “la strega” e così via seguendo la fantasia.

5. Cenare sulla spiaggia a base di fruites de mer, coquillages e moules frites al ristorante Le Coste Mor con i raggi di un sole che tramonta tardissimo e nel frattempo colora di un rosa ancor più acceso le rocce della baia è stato uno dei momenti più belli del nostro viaggio francese. Il rosa del granito è dovuto a una particolare miscela di quarzo, mica, feldspato e ossido di ferro. Questo è un fenomeno raro e nel mondo esiste solo in Bretagna, in Corsica, nella nostra Sardegna e in Cina.

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6. Da non perdere un giro tra i mercati dove acquistare i prodotti della regione. Noi siamo stati a quello che si svolge ogni lunedì mattina a Trègastel dove abbiamo comprato la marmellata di rabarbaro, le dolcissime fragole locali e un po’ di Bretagna da portare a casa: le tipiche cerate con interno in cotone a righe bianche e blu e la T-shirt con la bandiera nazionale bretone, la “Gwenn ha du”, contraddistinta da nove bande orizzontali nere, che rappresentano i 5 paesi di origine gallica, e bianche per i 4 paesi di origine celtica, simbolo dei nove paesi del suo territorio e poi dei suoi nove vescovati, accompagnate da undici code di ermellino nere nello spazio bianco presente nell’angolo sinistro in alto.

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7. Ci siamo poi spostati a Saint-Malo, una splendida città di cui la parte più antica è circondata da un anello di altissimi bastioni percorribili a piedi. L’abbiamo raggiunta con una lunga e piacevole passeggiata sferzata dal vento della Manica partendo dal nostro albergo, l’Hotel Kyriad St Malo Plage, uno dei pochi ad avere accesso diretto alla spiaggia principale della città, quella del Sillon. Siamo entrati dalla Porte Saint-Thomas che riserva una vista eccezionale sul Forte Nazionale e sull’isolotto di Grand Bé.

Un consiglio? Salite sulle mura dalla Torre Bidouane, un’ex polveriera a forma di ferro di cavallo che offre un panorama su tutta la baia e sulle isole di Grand Bé e Petit Bé. Poi raggiungete il Bastion de la Hollande che si affaccia sulla spiaggia di Bon Secours e scendete nel bel centro storico che sfoggia i palazzi costruiti dai corsari, i ricchi armatori che lo abitarono.
Se la lunga passeggiata vi ha messo fame, fate come noi che al rientro abbiamo lasciato Otto nella nostra magnifica camera vista mare e maree al Kyriad Saint-Malo e ci siamo fermati a cena a Le Sillon, un ristorante molto chic con ampie vetrate sulla lunga spiaggia omonima, dove però i cani non possono entrare.

8. Ultima tappa in Bretagna non può che essere Cancale, delizioso borgo sul mare patria dell’ostricoltura bretone. Siamo arrivati con l’alta marea che non permette di vedere le coltivazioni ma i pannelli sul molo spiegano come le ostriche vengono raccolte e letteralmente rastrellate sul fondo del mare.

La nostra meta è stata il mercato nei pressi del faro con le bancarelle dove vengono aperte al momento le prelibate ostriche, di cui Michele ha fatto una scorpacciata bevendoci su un bel bicchiere di sidro fresco. I gusci vuoti vanno gettati sulla battigia dove formano una piccola montagna e una spiaggia bianchissima di madreperla che brilla al sole.
E con un pizzico di fortuna e la complicità di una bella aria tersa abbiamo potuto scorgere sullo sfondo della baia l’Abbazia di Mont-Saint-Michel che si vede solo nelle giornate più limpide.

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9. Da ricordare che questi sono i luoghi della leggenda celtica per eccellenza, quella di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda: sarebbero sepolti nella mitica Avalon o solo addormentati vittime di un sortilegio della fata Morgana.

10. Saint-Malo è famosa per le sue maree, tra le più evidenti d’Europa: uno dei grandi piaceri del nostro soggiorno è stato quello di godersi le maree e il paesaggio mutevole del litorale. Gli effetti delle maree si verificano su tutti i corpi idrici del pianeta. Ma se il Mar Mediterraneo subisce un impatto minimo perché è più chiuso, negli oceani si verificano maree significative. E a a Saint-Malo fanno parte del ritmo quotidiano della vita locale, con 2 basse maree e 2 alte maree ogni 24 ore, con una differenza media di oltre 12 metri: il risultato è un paesaggio totalmente alterato tra la bassa e l’alta marea, con ampie zone di sabbia ideali per passeggiare e fotografare il sole mentre cala all’orizzonte, mentre al mattino le onde arrivano sotto le finestre e temerari in muta si divertono a passeggiare con l’acqua alla vita.

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