Il Molise esiste!

Fuori confineIl Molise esiste!
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Il Molise non solo esiste ma è la meta ideale per fare vacanze ad andamento slow, mangiando bene, in mete non convenzionali a spiccata valenza culturale e ad alto tasso di autenticità. Così ci siamo tornati per la terza volta con Otto, scegliendo Agnone come nostra destinazione.

Nell’Altissimo Molise con Otto

E trasformando i nostri “viaggi di domani” in realtà. Infatti nel nostro articolo di cinque anni fa dedicato al Molise la nostra idea di percorso nella regione partiva proprio da questo borgo quasi al confine con l’Abruzzo, sede della Fonderia papale di Pasquale Marinelli, attiva sin dal 1300.

Non ci siamo persi l’occasione di visitarla accompagnati da un esperto maestro campanaro che per anni ha lavorato per questa storica azienda che continua a realizzare enormi campane che possono pesare diverse tonnellate famose per il loro suono potente. L’ultima, tra le più grandi, quella creata per il Giubileo, mentre una campana Marinelli da Agnone ha raggiunto il Giappone per l’expo 2025 che si tiene a Osaka.

Molise

Durante la visita alla Fonderia e al Museo storico della Campana intitolato a “Giovanni Paolo II”, che va prenotata 24 ore prima, sono state tante le curiosità che ci sono state raccontate su come le campane vengono ancora oggi realizzate attraverso un complesso processo. Si parte dalla creazione di un’anima interna con mattoni che si ricopre d’argilla per definire la “falsa campana” e si applicano i dettagli in cera. Nello spazio vuoto tra anima e falsa campana viene versato il bronzo fuso. Quando il bronzo si è completamente raffreddato viene rimosso lo stampo in argilla per ottenere la campana finita.

Molise

A questo punto deve essere collocato il battaglio che determina l’andamento e la direzione delle diverse onde vibranti che ne determinano il suono. Per averne un’idea ci siamo spostati negli ambienti di lavoro della fonderia e qui abbiamo assistito a un vero e proprio concerto che ci ha permesso di cogliere altezza, intensità e timbro, le tre caratteristiche indispensabili per definire le peculiarità di ogni nota.

Molise

Nella visita al borgo da non perdere l’antica bottega orafa al piano terra di Palazzo Nuonno che si trova nel quartiere Veneziano di Agnone in cui, intorno all’anno 1000, si stabilì una colonia proveniente dalla Serenissima. Segni di questo passaggio sono diversi leoni in pietra sui palazzi più antichi che sembra facciano da guardia alla passeggiata che conduce al belvedere Ripa, dove lo sguardo si perde sulla Valle del Verrino.

Molise

Noi abbiamo scelto i dintorni del paese come meta del nostro soggiorno tra il silenzio della campagna e le golosità preparate dalla chef Stefania di Pasquo nella sua Locanda Mammì. Da qui siamo partiti alla scoperta di Pietrabbondante, piccolo borgo addossato alle Morge, tre punte di roccia nuda che emergono dal verde dei boschi, per visitare il suo gioiello sulla sommità del Monte Caraceno: il santuario italico costituito dal complesso monumentale del teatro e dal grande tempio a tre celle su alto podio.

Nel sito sono state anche rinvenuti una domus romana ad atrio con impluvio, diverse tabernae e un tempio di minori dimensioni, costruito tra il 200 e il 150 a.C. dopo la distruzione dell’intera area da parte di Annibale.

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Sole e tanto verde sono stati i migliori compagni di viaggio fino ai 1421 metri sul livello del mare di Capracotta, tra i borghi più alti del Molise. Il centro storico è una bomboniera, tra strade ornate di fiori e la pavimentazione a scacchiera che conduce al suo punto più alto dove si ergono la Chiesa Santa Maria Assunta e il maestoso campanile.

Da non perdere la visita al Giardino della Flora Appenninica, un Orto botanico naturale, in cui protagonisti sono ambienti e specie vegetali caratteristiche dell’Appennino. Si può seguire, insieme ai propri amici a 4 zampe, il Percorso dei Sensi, dedicato a tutti, dai disabili sensoriali e motori alle famiglie con bimbi in passeggino, dove olfatto e tatto sono stimolati nella scoperta di una natura senza barriere in questo Giardino gestito da un Consorzio costituito da Comune di Capracotta, Università degli Studi del Molise e Regione Molise.

In un altro giro in Molise avevamo esplorato Campobasso, il capoluogo dalle radici longobarde, e il Parco archeologico di Sepino tra i resti del primo insediamento sannita, il bellissimo teatro romano e le testimonianze medievali.

Nel nostro ultimo tour abbiamo voluto visitare la città monastica di San Vincenzo al Volturno che prima dell’anno Mille aveva un’estensione di oltre sei ettari nei quali si contavano ben nove chiese e numerose officine come viene narrato nel Chronicon Vulturnense, codice miniato nel 1130. Sorse sul fiume, ancora oggi il più lungo dell’Italia meridionale, che era navigabile e rappresentava una strada importante e ideale per un fiorente commercio che collegava le zone interne alla sua foce nel Mar Tirreno.

Molise

Il declino cominciò con un forte terremoto nell’848 seguito dal saccheggio seguito da dall’incendio e dagli eccidi operati dai saraceni nell’881. I monaci sopravvissuti si trasferirono a Capua e solo successivamente la zona venne ripopolata con la costruzione di villaggi fortificati sulle cime delle colline mentre l’abbazia venne ricostruita sul lato sinistro del fiume Volturno. Quella che oggi appare spesso ed erroneamente come immagine iconica dietro gli archi dell’acquedotto augusteo risale al XII secolo ed è stata ricostruita negli anni Sessanta del ‘900. Ma il più vasto e meglio conservato sito monastico altomedievale d’Europa è collocato sulla riva destra a cui si accede dal ponte della Zingara.

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Ma è tra le chiese di San Vincenzo Minore e di San Vincenzo Maggiore che c’è la vera gemma di tutto il sito che appartiene ancora oggi al Monastero di Montecassino ed è visitabile esclusivamente con prenotazione da effettuare un giorno prima: la cripta di Epifanio. Al suo interno, a forma di croce, c’è un ciclo di affreschi tra i più importanti esempi della pittura altomedievale europea, con una delle prime rappresentazioni dell’Assunzione della Vergine e una tecnica di pittura che si colloca a metà tra Bisanzio e le influenze franco-longobarde.

Singolari le rappresentazioni della Mano dell’Eterno in corrispondenza della finestra esterna e quelle dei papaveri rossi che riconducono a un altro capolavoro, quello della Cripta del Peccato Originale a Matera. Nella cripta si accede in piccoli gruppi ma l’attesa è assolutamente ricompensata dalla meraviglia che si prova al cospetto di tali splendori non solo del Molise ma dell’Italia intera.

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Il nostro tour si è concluso circumnavigando lo specchio turchese del lago artificiale di Castel San Vincenzo al Volturno in cui si specchiano le imponenti vette delle Mainarde: con queste splendide immagini negli occhi abbiamo intrapreso il viaggio di ritorno verso casa.

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