Il terzo giorno a Santorini ci siamo dedicati alla visita delle rovine del sito archeologico di Akrotiri di cui solo una minima parte è stata portata alla luce. I primi resti dell’area furono scoperti per caso nel 1866 da alcuni minatori che lavoravano nelle cave della zona, famosa per la pietra di Thira, durante i lavori di costruzione del Canale di Suez, in Egitto. Ma fu necessario attendere gli anni ’60 perché fossero organizzati lavori di scavo veri e propri grazie all’archeologo Spyridon Marinatos.

Atlantide la città perduta

Ciò che è stato scoperto racconta una sorta di anteprima di Pompei perché Akrotiri fu distrutta e sepolta 1.700 anni prima, dalla terribile eruzione nel 1628 a. C. L’eruzione fu una delle più devastanti della storia del pianeta e comportò il collasso del vulcano e la creazione di Santorini così come la vediamo oggi divisa in tre isole: Thira o Santorini, Thirassia e Aspronissi, disposte a cerchio intorno alla bocca del vulcano ancora attivo, Nea Kameni, chiamata così perché emersa più tardi al centro della caldera sottomarina più grande del mondo con una profondità di 300-400 metri. Lasciando in molti la convinzione che la parte sommersa fosse la mitica Atlantide, la città perduta.

Atlantide

E quest’idea si rafforza aggirandosi nel sito sulle passerelle in legno che corrono tra le strade, le piazze e le mura di una città che sembra sepolta da strati e strati di polvere che non è altro che un insieme di cenere e pomice di oltre 30 metri che ricoprì la città dopo la devastante eruzione.

Akrotiri

Tale materiale vulcanico ha protetto nel tempo gli edifici e i loro contenuti, quindi oggi abbiamo una visione abbastanza precisa di ciò che fu questo villaggio sviluppato su circa 200 ettari e con una popolazione di 30.000 abitanti e una perfetta organizzazione urbanistica: strade pavimentate, case dai due ai tre piani decorate e riccamente arredate, bagni, laboratori, magazzini. Ogni edificio, pensate, possedeva servizi igienici sia al pianterreno che al primo piano e una serie di condutture di argilla inserite nelle pareti realizzava un sistema di scarico che terminava nella rete fognaria cittadina.

Akrotiri

Nelle case signorili della città sono stati trovati alcuni meravigliosi affreschi che sono tra i più antichi esempi di pittura muraria presenti in Europa, ora conservati nel Museo della Preistoria a Thira e nel Museo Archeologico Nazionale di Atene.

Akrotiri

Noi vi suggeriamo di spendere un po’ del vostro tempo sotto il “guscio” in vetro e legno del sito archeologico di Akrotiri, nonostante il biglietto d’ingresso di 12 euro non sia proprio economico. Il consiglio è quello di acquistare il biglietto cumulativo da 14 euro che dura quattro giorni e consente l’ingresso all’area e anche ai Musei Archeologico, Preistorico e all’antica Thira, sulla montagna del Mesa Vouno, in cui abitarono Fenici, Dori, Romani e Bizantini.

Akrotiri

Se non avete tempo, la visita va approfondita recandosi almeno al Museo della Preistoria a Thira: si trovano qui gli straordinari affreschi di Akrotiri che raffigurano i Papiri, le Scimmie Blu e il Pescatore, insieme alle testimonianze dell’alto livello di civiltà raggiunto da Santorini nel passato, gli splendidi vasi in terracotta e la misteriosa statuetta dello stambecco d’oro.

Akrotiri

Akrotiri

Se poi volete completare, potete fare un salto al Museo archeologico che raccoglie i reperti ritrovati duranti gli scavi sull’isola. Noi lo abbiamo trovato un po’ deludente dato che la stanza visitabile è solo una in cui tra l’altro non sono esposti i ritrovamenti più significativi, mentre le altre stanze sono chiuse al pubblico per ristrutturazione. Sarebbe più corretto avvertire in biglietteria (e prima di fare il biglietto) che il museo è solo parzialmente accessibile e che statue e altri reperti non sono al momento visibili.

Akrotiri

Akrotiri

Per concludere, la visita all’area archeologica e al museo che ne raccoglie i reperti la consigliamo per una più completa comprensione della civiltà che si sviluppò nell’isola, ma con una raccomandazione: Akrotiri non può essere considerata la ‘Pompei dell’Egeo’ come spesso viene definita.

Akrotiri

Akrotiri

Il sito è decisamente meno scenografico di quello campano per due motivi fondamentali. Il terremoto che precedette l’eruzione distrusse moltissimi edifici e nessun affresco è visibile in loco. Infatti se anche vari affreschi a Pompei sono stati staccati e sono ora conservati nel Museo Archeologico di Napoli e in altre sedi museali, altri molto interessanti sono comunque visibili in diverse domus, come i dipinti della domus dei Vettii, della casa di Sallustio, della casa della Venere in Conchiglia e della Domus dei Casti Amanti.

6 COMMENTS

  1. Straordinari i reperti rinvenuti nell’area. Gli affreschi, in modo particolare di quelli raffiguranti le scimmie blu, e i vasi in terracotta sono di altissima fattura e molto accurata. Un sito interessante

  2. Da inserire senz’altro in una vacanza nell’isola di Santorini per capire davvero dove ci si trova e quanto l’isola sia stata importante nell’antichità.

  3. Secondo noi non si può andare a Santorini senza inserire la visita al sito e al Museo per ammirare queste maraviglie!

  4. Ci andrei molto volentieri. Splendidi gli affreschi. E, in attesa di raggiungere Santorini, mi hai fatto venir voglia di tornare a Pompei😘

  5. Ma sai che a Pompei vorremmo tornare anche noi? Io ci sono stata anni fa ma la visita fu rapida e non troppo approfondita, poi qualcos’altro ho visto al Museo di Napoli. Ma è assolutamente necessario completare!

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