C’è un Salento dei piccoli borghi, più silenzioso e meno conosciuto, distante dal mare ma immerso in campagne lussureggianti. Tra questi borghi ci ha molto affascinato Ruffano, un paese un po’ defilato al centro del tacco d’Italia, nel basso Salento.

Ruffano

Ruffano e Torrepaduli: il Salento dei piccoli borghi

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Una delle particolarità che saltano subito all’occhio del territorio in cui il paese sorge sono le serre.

Lo stesso paese non è piatto come la maggior parte dei centri salentini ma si inerpica su una di esse, mentre visibile come fosse una folta chioma, è quella alla destra del borgo orlata da un bosco di lecci e querce.

Un fascino misterioso emana il raccolto centro storico, con i suoi vicoletti, i palazzetti e i portali. Sulla piazza principale si affaccia la Chiesa matrice, grandiosa costruzione barocca del 1705, mentre, accanto, sorge Palazzo Brancaccio del 1626, adorno di sculture e congiunto da cavalcavia a Palazzo Licci, della stessa epoca.

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Non ci aspettavamo tanta magnificenza in un piccolo borgo interno nella campagna salentina…

Degna di nota è anche la Casa a corte Giangreco, caratterizzata da un ricco ‘mignano’, un balcone posizionato nella facciata dell’abitazione, staccato dal resto e al quale si accede tramite una scalinata. Era uno spazio prettamente femminile: da lassù le donne, prendendo aria partecipavano alla vita della comunità, senza sostare in strada.

Un’altra sorpresa è stata quella di scoprire un centro affatto sonnacchioso ma molto vivace e ricco di molte attività artigianali.

Ogni anno il teatro Paisiello organizza una rassegna di drammaturgia contemporanea, ‘Kairos’, che prevede opere allestite prevalentemente da compagnie locali e pugliesi.

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Riguardo l’artigianato il fiore all’occhiello è senz’altro la ceramica dato che Ruffano è sin dall’antichità rinomato per questa attività. E accanto alle tradizionali “puteche ta crita” ci sono oggi atelier raffinati come quello di Pamela Maglie in cui curiosare tra quadri, manufatti in creta e cartapesta, ornamenti ed eleganti realizzazioni ceramiche in tecnica raku.

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Prodotti legati alla tradizione anche i tamburelli. Nella frazione ruffanese di Torrepaduli, regno della Pizzica, il maestro Rocco Luca costruisce i suoi strumenti, i famosi Tamburelli di Torrepaduli. Produzioni interamente realizzate in maniera artigianale con pelle di capretto o, quelli più grandi, di capra. I telai sono in legno di faggio e trattati solo con olii naturali. E sono proprio quelli suonati da “I tamburellisti dei Torrepaduli”, il gruppo messo su da Rocco alla fine degli anni ’80 e ben presto diventato famoso, non solo in Salento.

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Il nome della piccola frazione trae origine da due elementi: le tre torri, o l’unica torre come sostengono alcuni, che costituivano l’antica fortezza, e la palude circostante.

Arrivando da Ruffano, ci si trova di fronte il Santuario di San Rocco, sul sagrato del quale ogni anno si tiene la caratteristica Danza delle Spade, nella notte tra il 15 e 16 agosto. Il ballo è costituito da un complesso rituale accompagnato dal suono di armoniche a bocca e degli immancabili tamburelli. I movimenti vogliono mimare un combattimento con i coltelli, i quali, da quanto si racconta sembra che un tempo fossero realmente utilizzati. Nella danza sono coinvolti solo due ballerini, che vengono sostituiti uno per volta da qualcuno del pubblico. La rappresentazione folclorica prosegue per tutta la notte, dal tramonto del giorno del Ferragosto fino all’alba del 16.

Sempre a Torrepaduli è d’obbligo una visita da Kiasmo, quartier generale di Vincenzo d’Alba (designer), Francesco Maggiore (direttore creativo) e Mauro Melissano (Ceo) che dal 2011 elaborano un loro concetto di creatività completamente progettata e realizzata a mano, che ruota intorno a piatti, piastrelle e vasi con un tratto grafico in bianco e nero immediatamente riconoscibile.
Qui la ricerca dei temi tradizionali si allaccia a una visione più contemporanea non solo della ceramica ma del design applicato alla moda con la produzione di T-shirt, calze e borse dalle linee essenziali, pulite e molto chic.

Tuffo nel passato garantito, invece, con la visita al Museo della Civiltà Contadina ospitato al piano terra del settecentesco Palazzo Pasanisi: 10 stanze per raccontare l’interessante viaggio all’interno della civiltà contadina salentina dalla fine del 1800 fino a pochi decenni fa. Durante il “viaggio” si può avere la possibilità di scoprire i modi, gli usi e le tradizioni agricole che conservano ancora oggi intatto il loro fascino. Ma il museo non ha solo la funzione di conservare oggetti, utensili e perfino giocattoli, è anche la sede di manifestazioni culturali e spettacoli.

A Ruffano poi, c’è uno dei migliori ristoranti del Salento e della Puglia, la “Farmacia dei sani”. Del locale, che prende il nome dal fatto che si trova proprio accanto a quella che un tempo era la farmacia del paese, ve ne parliamo per ora sulla fiducia in quanto non abbiamo avuto modo questa volta di assaggiare la cucina proposta da Fabio e Roberto Rizzo, insieme alla sorella Valentina che è la bravissima chef. Abbiamo rimandato a breve gli assaggi delle loro prelibatezze di cui speriamo di potervi raccontare presto.

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