Il consiglio per conoscere la Sicilia più profonda è quella di esplorare l’entroterra, un universo di colori, sapori e arte, spesso poco conosciuto.
Proprio nel cuore dell’isola si trova Piazza Armerina, che emerge tra i verdeggianti Monti Erei e, benché più conosciuta per i meravigliosi mosaici policromi della Villa Romana del Casale, custodisce nel centro cittadino chiese e monumenti davanti ai quali si resta incantati.
Crocevia di popoli e storia
Passeggiando per le strade irte che salgono verso la sommità del paese su cui si trovano il Duomo, l’elegante Palazzo Trigona e il Castello Aragonese, ci si rende subito conto di quanta storia sia passata da qui: la dominazione sveva, quella angioina e quella aragonese, il viceregno spagnolo, la dominazione borbonica, i moti risorgimentali fino alla storia più recente. Nel gomitolo di strade e piazze tutti i periodi si svelano ai visitatori più attenti in un viaggio che conduce a ritroso nel tempo.
Noi ci siamo arrivati all’imbrunire, quando l’abitato sei-settecentesco disposto su tre colli contigui con le case addossate le une sulle altre, brilla con mille lucine sotto la protezione del castello e del duomo.
La cittadina è uno dei luoghi storici di maggior rilievo dell’intera Sicilia. Basti pensare che sono estesi per ben 3500 metri quadrati, distribuiti tra 60 stanze, i pavimenti in mosaico policromo della Villa Romana del Casale, con scene di caccia, ragazze in bikini e perfino una scena erotica.
Ma come abbiamo già accennato anche il centro storico del borgo cela pregevoli tesori come l’enorme Cattedrale dedicata a Santa Maria SS. delle Vittorie che ha richiesto più di un secolo per la sua realizzazione, dal 1604 al 1719.
Singolare il campanile, alto 40 metri e realizzato in stile gotico-catalano, lo stesso della chiesa quattrocentesca sulla quale fu fatto erigere il duomo dal barone Marco Trigona, il quale alla sua morte nel 1598 istituì un lascito per la costruzione di un edificio religioso più sontuoso del precedente.
All’interno, che si presenta con svariati stili che vanno dal gotico al barocco ed è decorato con stucchi a colori molto delicati, si trovano pregevoli lavori dal notevole valore artistico-culturale come il Crocifisso su tavola del 1485 dipinto su entrambi i lati dal cosiddetto “Maestro della croce di Piazza Armerina” e l’altare principale con l’icona bizantina di Maria Santissima delle Vittorie, patrona di Piazza Armerina.
Sulla stessa piazza, su cui vigila la statua del barone Marco Trigona e dalla quale si ammira il panorama del territorio circostante, si erge il maestoso Palazzo Trigona della Floresta, fatto costruire da Matteo e Ottavio Trigona nel 1690 e a breve, dopo lavori di restauro durati anni, sede del Museo Archeologico cittadino.
L’imponente edificio è appartenuto al casato nobiliare più importante della Sicilia e fu costruito in mattoni di terracotta e in pietra arenaria locale.
Si sviluppa su tre piani e cela al suo interno una splendida corte, mentre sull’architrave del balcone centrale campeggia il fregio della casata. Vi suggeriamo una sorta di divertente “caccia al tesoro”: cercate la nera aquila reale dalle ali spiegate con lo scudo dal fondo azzurro in giro sia in città che fuori.
Gli stemmi di questa casata sono ovunque, dalla Cattedrale a molte altre chiese e sui portoni di numerosi palazzi civili. E perfino sulla facciata della residenza di campagna che ha ospitato i nostri secondi #sognidoro in Sicilia: Villa Trigona, dimora settecentesca in cui la nobile famiglia trascorreva l’estate.
Sul lato opposto il borgo è dominato dal Castello Aragonese del XIV secolo. Ha una storia intrigante di trasformazione durata per secoli, passando da struttura difensiva a carcere nel 1812. Il castello è stato recentemente acquistato e dopo anni di abbandono si sta provvedendo a un totale restauro.
Tutto il centro è ricco di chiese tanto che Piazza Armerina è definita la “città delle cento chiese”. Il nostro consiglio è quello di scoprirne il fascino perdendosi nel fitto e suggestivo saliscendi di vie e viuzze, alla ricerca degli eleganti palazzi e delle chiese che si nascondono dietro ogni angolo.
Tra queste spicca la Commenda dei Cavalieri Ospedalieri di Gerusalemme, di Rodi e di Malta dedicata a San Giovanni Battista e costruita tra la fine del 1100 e l’inizio del 1200 come ospizio per pellegrini e luogo di radunata e ospitalità per cavalieri crociati.
Nonostante l’aspetto spoglio e austero è un luogo di grande fascino: la sua storia legata a quella delle Crociate testimonia il contributo dato alle stesse dalle genti che dalla Sicilia partivano alla volta di Gerusalemme. Una curiosità: nel 2007 la chiesa è stata utilizzata come set per alcune scene del film “Caravaggio” trasmesso sulla Rai.