Overtourism: che fare?

TravelOvertourism: che fare?
spot_imgspot_imgspot_img

 

Overtourism: che fare? Se ne parla parecchio negli ultimi tempi. La ricetta non ce l’ha nessuno, ma noi una proposta la facciamo. Con il nostro progetto Città Meridiane sin dall’inizio ci siamo ripromessi di suggerire mete alternative e non solo per evitare che i posti noti siano presi d’assalto come sempre accade, ma per suggerire ai nostri lettori chicche che spesso vengono trascurate. E proprio queste mete più insolite regalano le sorprese più belle.

Per un turismo più consapevole

Venezia

Singolare il fatto che proprio nello stesso anno della nascita del nostro travel magazine, il 2015, il Comune di Venezia ha lanciato la campagna Detourism che incoraggia i visitatori a esplorare la città in modo più lento e sostenibile, evitando i sentieri battuti e scoprendo esperienze uniche.
Girando l’Italia e il mondo, sappiamo bene che in ogni luogo c’è molto di più da scoprire oltre ai soliti cliché e alle folle di turisti. E ci siamo dunque ritrovati appieno nel concetto di detourist: esserlo significa andare oltre le attrazioni turistiche tradizionali, approcciando ogni destinazione turistica da una prospettiva nuova evitando l’overtourism. Sulla stessa lunghezza d’onda del Comune di Venezia siamo convinti che adottare il Detourism non solo arricchisca l’esperienza del viaggiatore, ma possa contribuire anche e soprattutto a un turismo più sostenibile con una minore pressione sull’ambiente e sulle comunità locali.

overtourism

E proprio a Venezia abbiamo cominciato a evitare l’overtourism e a praticare il Detourism per scoprire il vero carattere della città visitando quei luoghi considerati meno turistici ma solo perché meno noti e conseguentemente meno affollati, al di là di piazza San Marco e Canal Grande. Il nostro itinerario slow e sostenibile ha prediletto le parti più “nascoste” della città tra calli, campi, salizade, rughe, fondamente, rive e “corti sconte”, cioè quelle piazzette in cui i veneziani si trattengono al riparo dallo sguardo indiscreto dei forestieri. La nostra meta è stata il piccolo borgo di Malamocco al Lido, una delle pochissime isole a presentare delle strade per i veicoli a motore, ma soprattutto uno dei primi insediamenti della laguna veneta, conosciuto all’epoca dei romani come Metamaucum, nonché l’antica sede dei Dogi di Venezia. Qui piazzette e calli sono tranquille tra la chiesa di Santa Maria Assunta, il Palazzo del Podestà e i canali che la fanno assomigliare a una Venezia meno caotica, più assonnata e popolare.

overtourism

Ma l’idea di parlare di overtourism ci è tornata in mente adesso grazie a una visita e a una lettura. La visita è quella che qualche giorno fa la Delegazione FAI di Bari ha organizzato alla chiesa di San Michele Arcangelo di Bari. Ci siamo appassionati nello scoprire frammenti della storia della nostra città che ignoravamo: dall’esistenza dell’antica chiesa con annesso convento dedicato a San Benedetto, preesistente a quella settecentesca costruita dai padri celestini, agli scavi archeologici che ben tre metri sotto l’attuale livello stradale hanno portato in luce i resti medievali e la cripta. Proprio in questa cripta, divisa in navate da due colonne con capitelli a “foglie d’acqua” che sostengono quattro piccole volte a crociera, la tradizione vuole furono riposte le ossa di San Nicola al loro arrivo a Bari l’8 maggio 1087. Insomma la piccola chiesa potrebbe a buon titolo rientrare come una piccola gemma in un diverso itinerario turistico della città.

overtourism

E a conferma che piccole cose, a volte nascoste e non risapute, possano rappresentare valide alternative a quello che è definito turismo di massa, c’è anche la lettura dell’articolo di Aldo Cazzullo su IO Donna di sabato 28 settembre. Nel testo racconta della sua visita all’Abbazia di San Fruttuoso che purtroppo noi non abbiamo potuto ammirare dall’interno perché non è ammesso l’accesso ai cani. Cazzullo invita ad approfondire la conoscenza del luogo recandosi nel piccolo sepolcreto in cui ci sono le tombe gotiche della famiglia Doria e dove riposa anche una donna del popolo, Maria Avegno. Ebbe l’onore di essere sepolta accanto ai nobili a causa del suo sacrificio: quando il piroscafo inglese Croesus in partenza per la Crimea prese fuoco al largo di San Fruttuoso non esitò a saltare sul suo gozzo per salvare i soldati a bordo, ma la barca si rovesciò e lei morì annegata. Grazie agli sforzi di Maria e dei pescatori della zona si salvò quasi tutto l’equipaggio. E a lei fu assegnata dalla regina Vittoria la Victoria’s Cross e dal re Vittorio Emanuele II la medaglia d’oro al valor civile, prima donna della nostra storia.

Qual è l’insegnamento che ci deriva da queste riflessioni? Che queste storie se ben raccontate possono “deviare” il flusso turistico, impedendo l’overtourism e invogliando i visitatori a esplorare i luoghi meno conosciuti in modo lento e consapevole attraverso esperienze uniche.
Nel nostro piccolo lo facciamo come #turistipercasa e proponiamo spesso itinerari “inediti” e ricchi di fascino ai lettori del nostro travel magazine.

Scopri Bibibau con noi

Rosalia
Rosalia
This travel blog with the dog is a personal selection of our best experiences, our favorite spots and secrets places around the world curated by Rosalia e Michele.

ARTICOLI CORRELATI

Scopri Bibibau con noi

Scopri i prodotti Mediterrah

ULTIMI ARTICOLI

IJO’ Design: a spalle coperte

IJO’ Design è un brand salentino che fa realizzare artigianalmente mantelle, scialli e stole,...

Belle storie di penna

La penna è per me un fondamentale strumento di lavoro, perché da sempre preferisco...

Moskardin: appunti di viaggio

Moskardin è il nome di un elegante quaderno di viaggio di produzione artigianale e...

Recycle: l’arte del riciclo per i bijoux

Quando si va in vacanza si ha voglia di portare con sé qualche accessorio...

Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Error decoding the Instagram API json