Overtourism: che fare? Se ne parla parecchio negli ultimi tempi. La ricetta non ce l’ha nessuno, ma noi una proposta la facciamo. Con il nostro progetto Città Meridiane sin dall’inizio ci siamo ripromessi di suggerire mete alternative e non solo per evitare che i posti noti siano presi d’assalto come sempre accade, ma per suggerire ai nostri lettori chicche che spesso vengono trascurate. E proprio queste mete più insolite regalano le sorprese più belle.
Per un turismo più consapevole
Singolare il fatto che proprio nello stesso anno della nascita del nostro travel magazine, il 2015, il Comune di Venezia ha lanciato la campagna Detourism che incoraggia i visitatori a esplorare la città in modo più lento e sostenibile, evitando i sentieri battuti e scoprendo esperienze uniche.
Girando l’Italia e il mondo, sappiamo bene che in ogni luogo c’è molto di più da scoprire oltre ai soliti cliché e alle folle di turisti. E ci siamo dunque ritrovati appieno nel concetto di detourist: esserlo significa andare oltre le attrazioni turistiche tradizionali, approcciando ogni destinazione turistica da una prospettiva nuova evitando l’overtourism. Sulla stessa lunghezza d’onda del Comune di Venezia siamo convinti che adottare il Detourism non solo arricchisca l’esperienza del viaggiatore, ma possa contribuire anche e soprattutto a un turismo più sostenibile con una minore pressione sull’ambiente e sulle comunità locali.
E a conferma che piccole cose, a volte nascoste e non risapute, possano rappresentare valide alternative a quello che è definito turismo di massa, c’è anche la lettura dell’articolo di Aldo Cazzullo su IO Donna di sabato 28 settembre. Nel testo racconta della sua visita all’Abbazia di San Fruttuoso che purtroppo noi non abbiamo potuto ammirare dall’interno perché non è ammesso l’accesso ai cani. Cazzullo invita ad approfondire la conoscenza del luogo recandosi nel piccolo sepolcreto in cui ci sono le tombe gotiche della famiglia Doria e dove riposa anche una donna del popolo, Maria Avegno. Ebbe l’onore di essere sepolta accanto ai nobili a causa del suo sacrificio: quando il piroscafo inglese Croesus in partenza per la Crimea prese fuoco al largo di San Fruttuoso non esitò a saltare sul suo gozzo per salvare i soldati a bordo, ma la barca si rovesciò e lei morì annegata. Grazie agli sforzi di Maria e dei pescatori della zona si salvò quasi tutto l’equipaggio. E a lei fu assegnata dalla regina Vittoria la Victoria’s Cross e dal re Vittorio Emanuele II la medaglia d’oro al valor civile, prima donna della nostra storia.
Nel nostro piccolo lo facciamo come #turistipercasa e proponiamo spesso itinerari “inediti” e ricchi di fascino ai lettori del nostro travel magazine.