Maso Martis è una delle cantine che rientra nell’Associazoine TRENTODOC che dal 1984 tutela lo spumante metodo classico trentino. Abbiamo conosciuto Roberta, Madame Martis, a Bari durante l’evento “Trentodoc bollicine sulla città” organizzato con il supporto di AIS Bari, con lo scopo di far conoscere il metodo classico trentino, e ci eravamo salutati con la promessa di una visita a Maso Martis.
A casa di Madame Martis
E dato che noi di Città Meridiane come le Iene portiamo bene, il caso ha voluto che fossimo in visita all’azienda agricola Maso Martis, accolti da Alessandra, Roberta e Tobia, la mascotte di casa a quattro zampe, proprio nello stesso giorno in cui la cantina è stata selezionata fra le 103 migliori italiane da Wine Spectator, protagoniste all’evento première di Vinitaly il 18 aprile 2020 a Palazzo della Gran Guardia di Verona.
In Trentino ne sono state scelte solo 3: Maso Martis, Tenuta San Leonardo e Cantine Ferrari. Un grande risultato tenuto conto che alle selezioni di OperaWine non ci si può candidare ma è Wine Spectator che decide in assoluta autonomia! E un grande orgoglio per la famiglia Stelzer, quello di diventare ambasciatori del Made in Italy con Madame Martis Brut Riserva 2008, premiata dalla prestigiosa rivista con 92 punti.
Siamo arrivati a Martignano in una soleggiata e calda giornata di novembre, dopo giorni di pioggia battente. E ciò ci ha permesso di ammirare al meglio il panorama mozzafiato sulla città di Trento che si gode dalla sede di Maso Martis ai piedi del Monte Calisio, detto anche Argentario – come ci spiega Alessandra che ci ha accolti con un gran bel sorriso – perché una volta ospitava importantissime miniere di argento.
Abbiamo cominciato la visita insieme a lei che, ai piedi delle vigne che si arrampicano sulle pendici del monte, ci ha raccontato di come questo sia un territorio vocato per la coltura della vite. Tanto che già dalla fine del 1800 su questi terreni, accarezzati dalla brezza di montagna ed esposti al sole in modo ottimale al riparo da muffe e ristagni, si estendevano vigneti.
E del maso e di quegli antichi vigneti che lo circondano si sono innamorati Antonio e Roberta Stelzer che hanno acquistato la tenuta e hanno dato vita all’azienda. Erano i primi anni ’90 e qualche anno dopo sono nate Alessandra e Maddalena, anche loro adesso impegnate nel team Maso Martis insieme all’enologo Matteo Ferrari in cantina e Andrea Cristelloni con Daniele Tomasi in vigna.
Sin da subito la produzione sui 12 ettari coltivati viene indirizzata quasi completamente allo spumante Metodo classico che rappresenta il terroir del Trentino: su 60.000 bottiglie prodotte ogni anno, 45.000 sono dedicate al TRENTODOC, il metodo classico trentino che richiede tanta passione e tanta manodopera nei vigneti di montagna. E se Chardonnay e Pinot Nero sono alla base del loro Metodo classico nelle versioni Brut, Millesimato e Riserva, un posto molto particolare non solo nella tenuta ma anche nel cuore della famiglia Stelzer lo ha il Moscato Rosa, un vitigno autoctono di non facile produzione.
La visita è continuata negli ambienti della cantina in cui abbiamo approfondito gli stadi della produzione di queste sublimi bollicine di montagna, dalla coltivazione biologica alla vendemmia a mano, dalla pressatura soffice di uve Chardonnay, Pinot Nero, Pino Bianco o Pino Meunier all’imbottigliamento con l’aggiunta di lieviti e zuccheri che danno il via alla seconda fermentazione, fino a quella in bottiglia, che regala il tipico carattere elegante a queste bollicine. Il disciplinare Trentodoc prevede un minimo di 15 mesi di permanenza sui lieviti per un Brut, 24 mesi per un Millesimato e 36 mesi per una Riserva.
Alessandra ci ha mostrato le pupitres, gli speciali cavalletti in legno, su cui le bottiglie riposano e vengono quotidianamente ruotate manualmente in modo che i lieviti residui si depositino tutti nel collo. Per accelerare i tempi sono utili i giro pallet, quei macchinari che effettuano l’operazione del remuage in modo meccanico. A questo punto ci siamo chiesti: ma che fine fanno i residui depositati nel collo della bottiglia? E’ qui che interviene la fase della sboccatura in cui questi residui vengono eliminati e la bottiglia viene rabboccata. Poi la bottiglia è pronta per essere tappata, confezionata e venduta.
Completati la visita e il giro istruttivo sulla “nascita” di queste eccellenti bollicine, siamo passati nella sala di degustazione con le pareti vetrate in cui protagonista assoluta è la bellezza del territorio di montagna sullo sfondo.
Promessa mantenuta con annessa degustazione che ha compreso il TrentoDoc Dosaggiozero Riserva Millesimato, ottenuto da uve 70% Pinot Nero e 30% Chardonnay con una permanenza sui lieviti dai 36 ai 48 mesi, il Trentodoc Brut Riserva Millesimato, un prodotto più maturo, sui lieviti per almeno cinque anni e il Trentodoc Brut Rosé Millesimato, un 100% Pinot Nero corposo e vellutato.
Alessandra e Roberta ci hanno voluto far assaggiare anche il loro bianco secco da Chardonnay e i passiti: Sole d’autunno Chardonnay Passito, avvolgente e dalle calde tonalità dorate, e Moscato Rosa, un vino da meditazione, raffinato ed esclusivo. Non abbiamo invece provato il metodo classico premiato che abbiamo nominato all’inizio, il Madame Martis Brut Riserva Trentodoc Millesimato, prodotto in sole mille bottiglie da uve Pinot Nero al 70%, Chardonnay al 25% e Pinot Meunier al 5%.
Lo abbiamo portato con noi, come prezioso e apprezzatissimo regalo di Roberta, nella sua elegante livrea in legno pronto per essere stappato per il nuovo anno, sperando che questo spumante porti anche a noi un po’ di quella fortuna che sta vivendo sulla ribalta nazionale e internazionale.
Maso Martis
Via dell’Albera, 52 – Martignano (TN)
Info: +39 0461 821057 – visit@masomartis.it