Ho conosciuto Francesca Carallo anni fa a Lecce nel suo atelier del centro storico dove, mentre crea e lavora, le sue creature in cartapesta le fanno compagnia. Lì mi è sembrato si muovesse, aerea e delicata, su un muto palcoscenico in cui la quinta teatrale è rappresentata dalle sue lampade, dai suoi vasi, dai suoi arazzi in papier-mâché intrecciata e trattata con processi artigianali innovativi che rendono le sue creazioni immediatamente riconoscibili.
L’artista leccese si racconta
Non è casuale l’accenno al teatro. Prima di dedicarsi alla cartapesta, un materiale frutto della macerazione di stracci, carta e materie vegetali, Francesca, come ci dice nell’intervista purtroppo realizzata a distanza, ha avuto a che fare a lungo con le tecniche teatrali di ricerca. Il “passaggio” è stato graduale ma definitivo. E oggi l’artigiana-designer leccese interpreta a suo modo la luce intensa e i colori accesi del Salento e attraverso le sue opere comunica gioia, amore per la sua terra e solarità.
Gli oggetti che realizza nel suo laboratorio leccese sono dedicati agli spazi moderni del vivere quotidiano di chi apprezza l’essenzialità e la semplicità delle forme, ma anche e soprattutto rispetta l’ambiente e l’ecosostenibilità delle sue creazioni dal design moderno. Un design sinuoso ed efficace grazie alla cartapesta, un materiale che Francesca Carallo conosce e trasforma fino a renderlo duttile come un tessuto che viene esaltato dalla luce, acceso dal colore, ammorbidito dalla tonalità naturale, che fa da base a sculture senza peso ma resistenti.
Prima di lasciare a lei la parola voglio aggiungere due cose. I suoi oggetti di design non solo arredano le case di tutto il mondo ma sono stati scelti per impreziosire showroom importanti come quelli di Boffi e Cassina. E anche Issey Miyake ha scelto lampade e complementi d’arredo creati da Francesca Carallo per arredare il suo showroom londinese. La seconda è più personale. Nonostante questa intervista non sia stata realizzata di persona come già sottolineato, mi ha dato la sensazione e la conseguente emozione che non fosse filtrata da un mezzo freddo come il pc ma che tra noi ci fosse un gioco di sguardi. Una cosa che a distanza non mi è mai successa prima! E che sono felice sia accaduta con Francesca, una persona di grande sensibilità e una grande artista.
Cominciamo dall’inizio. Come mai proprio la cartapesta?
Come ho avuto modo di dire spesso… un caso! Eppure sono convinta che nulla sia per caso. Per spiegarmi meglio devo raccontare un po’ la mia storia.
Dopo una lunga esperienza con il teatro di ricerca e d’innovazione con la scena, luogo dove riuscivo a far vivere quella parte di me che interessa il “fare artistico”, ecco fortissima l’esigenza di riappropriarmi, finita per scelta l’esperienza in teatro, di qualcosa che ho sempre amato moltissimo: la manualità.
Ecco allora il mio incontro con la carta, nato in bottega (tecnica tradizionale per oggetti tradizionali). Dopo un lungo percorso di apprendimento, fatto con attenzione e dedizione.
Fatta mia la tecnica, l’esigenza fortissima di dare vita a un’espressione del tutto personale.
Con quale tecnica ottieni la cartapesta che utilizzi per dare forma ai tuoi oggetti? E qual è il procedimento che porta al risultato finale?
La carta è la stessa che da secoli viene usata per la cartapesta tradizionale. Non ho una sola tecnica per realizzare i miei lavori. Ma il risultato di una continua ricerca, un processo dove si combinano tecnica e sapienza antiche e idee contemporanee.
Da dove trai ispirazione per le tue opere?
Molto probabilmente, l’esito di un lungo guardare, osservare. Riuscire ancora a stupirmi, curiosità. La percezione personale della luce di alcuni luoghi e l’esigenza di trasformare in forme e colori.
Quali sono le tue forme preferite?
Forme morbide, organiche.
Cosa vuoi comunicare con le tue creazioni?
Mi piace dare leggerezza alla materia, che non vuole dire fragilità. Mi permette di esprimere leggerezza, forza, trasparenza, dinamismo, mutevolezza.
Dove ti piace di più vedere collocate le tue installazioni?
Un modo sottile per trasformare gli spazi del vivere quotidiano.
Ci parli delle tue ultime produzioni?
Mi piace sottolineare la leggerezza materica che sempre più diventa aerea e fluttuante.
Ti conosco come una persona sensibile e molto riservata. Se dovessi descriverti quali altri aggettivi aggiungeresti?
Costanza, perseveranza, crederci crederci sempre!
E se non ti fossi dedicata alla tua passione facendone un mestiere cosa avresti fatto? Avevi un piano B?
Penso… questo non è semplicemente un lavoro, ma un progetto di vita.
Il mio obiettivo da sempre… Fai ciò che ami moltissimo, pur con con tutte le difficoltà. Un mestiere dove non senti il tempo che scorre, anzi non basta mai.
Sicuramente non potevo fare altro prima con il teatro poi la manualità. Trovare un linguaggio che unisce.
Concludo con il desiderio di incontrare presto Francesca Carallo di persona per parlare davvero guardandoci negli occhi.
Il Salento è una grande fucina di artisti e li sto scoprendo tutti con te.
Chi l’avrebbe mai detto che con la cartapesta potessero essere creati oggetti di design…
Le creazioni in cartapesta di Francesca sono delle vere e proprie opere d’arte e andarla a trovare nel suo atelier è proprio emozionante!