La nostra storia d’amore con il vino, “Acini Spargoli Riserva 2012”, e la famiglia Garofano della Cantina Antico Palmento, è cominciata una sera a cena presso la Masseria Palombara a Oria. Quei calici di velluto rosso porpora ci hanno così stregati che ne abbiamo voluto conoscere gli artefici.
Antico Palmento della famiglia Garofano a Manduria
Quindi siamo andati a Manduria dove abbiamo fatto la conoscenza della famiglia Garofano quasi al completo perché mancava il fratello gemello di Gabriele, Paolo, che lavora a Monza ma anche a distanza collabora e presto vi sveleremo come.
Intanto intorno a un tavolo, complici sorrisi e vino, abbiamo cominciato a chiacchierare con Bruno, il papà, Lina, la mamma, Gabriele e Mariangela, i figli.
La passione di Bruno per il vino è di lunga data: dopo essere stato per quaranta anni l’enologo di importanti aziende produttrici di Primitivo nella zona, una volta in pensione ha deciso di dar vita a una cantina tutta sua in cui ha coinvolto la famiglia. E, come un fiume in piena, ci racconta com’è andata.
Nel 1998 decide di acquistare alcuni ettari di vigna e un antico palmento, un luogo in cui si producevano piccole quantità di vino e che prende il nome dalla vasca per la pigiatura dell’uva e la fermentazione del mosto. Riportata la struttura alla sua primitiva bellezza, la famiglia Garofano ha istallato qui l’intera filiera produttiva: alcune cisterne interrate sono state vetrificate e riconsegnate alla vinificazione; altre, messe in comunicazione l’una con l’altra, sono riservate all’affinamento e al confezionamento del vino.
Ma prima della visita ai suggestivi spazi, ci siamo accomodati nella zona riservata all’accoglienza e ai corsi per eno-appassionati nonché alla degustazione di vini e prodotti tipici. E siamo stati rapiti dai racconti di Bruno che ci ha parlato della sua infanzia e della sua giovinezza nel suo paese di origine in provincia di Avellino, svelando episodi che neanche i suoi figli conoscevano: il piacere del vino condiviso riesce a fare di questi miracoli, lasciando spazio alla spontaneità e ai profumi dei ricordi.
A proposito di profumi, quelli dei due soli vini prodotti dall’Antico Palmento, “Acini Spargoli” e “La dolce Vite”, sono davvero speciali! Entrambi derivati dal vitigno principe di questa zona, il Primitivo, il primo nella versione secca e il secondo in quella dolce naturale, sprigionano una sensualità assoluta e i loro aromi avvolgono naso e palato. Ma l’attenzione della famiglia Garofano non è riservata soltanto alla produzione, peraltro molto limitata, di questi nettari.
Grande cura è rivolta ai nomi e alle etichette. Infatti una delle nostre prime curiosità riguarda proprio cosa si intende per Acini Spargoli, nome attribuito al Vino D.O.C. Primitivo di Manduria “Riserva”, un primitivo in purezza da 14,5 volumi che inebria i sensi della vista, dell’olfatto e del gusto. Bruno ci spiega che spargoli si chiamano quei grappoli in cui i chicchi sono ben distanziati fra loro e non fanno pressione l’un l’altro. Gli acini si presentano radi e anche di diverse dimensioni, ma ciò non costituisce un difetto, anzi favorisce il passaggio di aria nei grappoli evitando la muffa. Questa la spiegazione tecnica, mentre quella sentimentale è legata alla memoria e ha a che fare con i vecchi vigneti in cui era più facile trovare grappoli d’uva in cui gli acini non erano perfettamente uguali, ma appunto spargoli. Per Dolce Vite, primitivo dolce naturale che raggiunge i 19 gradi, Bruno si è ispirato a Fellini parafrasando il suo celeberrimo film e collegandolo al mondo del vino.
Anche le etichette, come dicevamo, sono state a lungo pensate. Se per Acini Spargoli è una coda di pavone stilizzata, in cui l’occhio all’estremità di ogni piuma è un acino di uva, in Dolce Vite si è voluto riprendere un simbolo pugliese, il piatto reale di ceramica di Grottaglie da cui anticamente mangiavano insieme le famiglie raccolte intorno a un tavolo. L’elemento che riconduce all’uva e al vino è il decoro, costituito da tralci e foglie di vite nelle varie stagioni con colorazioni che virano dal verde al giallo a rosso.
E’ il momento di svelare come anche Paolo contribuisce, sia pur da lontano, a fare la sua parte: è lui che disegna le automobili riprodotte sulle confezioni a tiratura limitata in cui vengono vendute le bottiglie riservate ai collezionisti.
Poi Mariangela ci accompagna nella visita del gioiello di famiglia spiegandoci tutte le varie fasi della produzione: dopo la raccolta dalle rese basse di 40-50 quintali per ettaro, e la pigia-diraspatura, mosto e bucce sono immessi nei vecchi fermentini in cemento recentemente vetrificati. A questo punto la fermentazione parte ed è condotta da lieviti spontanei. Dopo 7-8 giorni si separano le bucce, si svina e si reimmette in altri serbatoi vetrificati dove riprende una seconda fermentazione che dura anche 20 giorni. Il vino è poi messo in barrique per 10 mesi e successivamente in vasche in acciaio dove riposa fino a 3 anni, poi viene sottoposto a filtrazione e affinato in bottiglia per altri 6 mesi.
Il ghiaccio è rotto da un pezzo, ma siamo felici che la famiglia, che ci ha accolto con tanto calore e affetto, voglia condividere con noi il proprio futuro comunicandoci i nomi dei prossimi vini: 24 Carati per il bianco dolce e Chiodi di Garofano per il rosso.
Ora bisogna andare a conoscere da vicino quelle viti ad alberello dalle quali i Garofano raccolgono i grappoli per i loro vini. Arriviamo al tramonto, quando i raggi del sole colorano tutto il pulviscolo di oro carico. I rami contorti delle viti tra i 40 e i 60 anni sembrano sculture annodate dal tempo, mentre il vento leggero che muove le foglie tra cui si intravedono gli acini piccoli e verdi, sembra sussurrare un dolce canto.
L’effetto è di grande suggestione ma pensiamo: sarà questa nenia carezzevole a donare al vino dell’Antico Palmento tutta la sua soavità?
Antico Palmento
Via Fabrizi 20/A, Manduria –Taranto
Info: +39 099 9711489 – info@anticopalmentogarofano.com