Non si può parlare di trulli senza un cenno ad Alberobello, che ne è la capitale. Tanto che il rione Monti e quello di Aia Piccola sono formati interamente da trulli dalle bianchissime pareti a calce e con i tetti formati da piccole lastre grigie appoggiate una sull’altra senza alcun collante. E, alla punta del cono, il cucurneo o tintinule: il pinnacolo. Questo può avere le forme più svariate, dalla spiga al tralcio di vite, dalla stella a cinque punte al sole raggiato, dalla mezza luna al ferro di cavallo, dal cuore dentro al triangolo al candelabro.

Patrimonio Mondiale dell’Umanità

Ognuno rappresenta un segno arcaico che rimanda agli elementi primordiali della vita, il ciclo della terra, il mistero del cosmo, la magia. Insomma, sacro e profano mescolati insieme, come si ritrovano anche disegnati in bianco sul grigio delle chiancarelle dei coni e come da sempre succede nel mondo contadino. Tutto questo e molto altro ancora si può ammirare passeggiando per le tortuose stradine di Alberobello, autentico miracolo architettonico della civiltà contadina, riconosciuto dall’Unesco nel 1996 Patrimonio Mondiale dell’Umanità. E ancor più suggestiva è la passeggiata in questi giorni, durante le vacanze natalizie, quando i trulli sono illuminati e decorati dai giochi di luce colorati della manifestazione Alberobello Light Festival che, dal tramonto all’alba, riproducono stelle e grandi fiocchi di neve.

Se i trulli si ritrovano un po’ ovunque nel territorio tra Selva di Fasano e la Valle d’Itria, è però Alberobello a rappresentare l’unico esempio di agglomerato di queste fiabesche costruzioni. Nel rione sopraelevato sopra Aia Piccola se ne contano 400, mentre nel rione Monti addirittura 1.030, sparse per i vicoli tortuosi che salgono e scendono, mentre sul cocuzzolo, sorge la Chiesa a trullo dedicata a Sant’Antonio. Per ammirare meglio il panorama della “Capitale dei trulli” conviene salire, senza fretta, fra le tante stradine, a piazza del Popolo, nel cuore del paese, e affacciarsi dalla terrazza.

La visita prosegue alla scoperta della Casa D’Amore, primo esempio di abitazione con l’utilizzo della malta e prima sede del consiglio comunale alla fine del ‘700. Da non mancare la puntata al Trullo Sovrano, costruito su due piani (Trullo Sovrano-Casa-museo, Piazza Sacramento 10/11. Orario: Lunedì-Domenica 10,00-18,30 Nov/Mar; 10,00-20,00 Apr/Ott. Prenotazioni e informazioni: +39 080 4326030. Biglietto: € 1,50, ridotto dai 7 ai 12 anni € 1,00), e al Museo del Territorio (Piazza XXVII Maggio, +39 380 411 1273. Ingresso 3 euro a persona. Agevolazioni gruppi 2 euro. Gratuità ragazzi al di sotto dei 10 anni. Aperto dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.00).

Ma sarebbe un peccato, dopo aver “mangiato” con gli occhi questi paesaggi da favola, non assaggiare la gastronomia locale che vanta piatti ad alta seduzione visiva, olfattiva e, naturalmente, di gusto. Una scelta che premia il territorio è quella della Trattoria Terra Madre, dove i prodotti arrivano direttamente dalla terra alla tavola, con una cucina semplice, con sapori come quelli di casa. Il consiglio è quello di prenotare un tavolo a ridosso dell’orto biologico all’interno del gazebo vetrato ben riscaldato e di ordinare il menu Raccolta da 30 euro che va bene per due e che comprende le verdure dell’orto servite in varie preparazioni e due scelte tra i piatti definiti delizie, tipici della cucina locale tradizionale (Trattoria Terra Madre, Piazza Sacramento 17 – +39.327.44.59.979 – +39.080.432.38.29 – info@trattoriaterramadre.it).