La fede è il segno tangibile dell’impegno reciproco. Da scegliere col cuore e insieme. E se già i faraoni egizi portavano un anello, tondo, senza inizio né fine, a simboleggiare l’eternità, sono stati i Romani a dare a questo oggetto il compito di concretizzare l’impegno del contratto di matrimonio.
In epoca medioevale si cominciò a far realizzare le fedi in oro, con pietre di alto valore simbolico, come il rubino per la passione e lo zaffiro che riflette il colore del Paradiso, ma anche con diamanti, evocatori di potenza, indistruttibilità e forza.

La fede è il segno tangibile dell’impegno reciproco

Oggi le forme più diffuse sono la francesina, sottile e leggermente bombata; la mantovana, più alta e più piatta; quella incrociata a più cerchi, quella piatta più essenziale o a fascia con i bordi smussati. Tutti e tre i colori dell’oro, il bianco, il rosso e il giallo, sono ammessi per la fede: la scelta dipende esclusivamente dal gusto degli sposi e anche dalla moda del momento.
L’alternativa più esclusiva può essere quella di scegliere il prezioso platino, molto lucente e inalterabile. All’interno degli anelli solitamente vengono fatti incidere la data del matrimonio e il nome degli sposi.

Riguardo gli anelli di fidanzamento, risale al diciassettesimo secolo l’anello con le due mani protese ad abbracciare un piccolo cuore. Una carica di simbolismo ancor oggi presente in alcune zone europee.

La Claddagh, fede tipica del West Connemara, regione irlandese, riprende proprio questo schema: due mani si stringono attorno a un cuore sul quale si trova una corona. La leggenda insegna che se il cuore è girato verso l’esterno, la persona che la indossa sull’anulare della mano sinistra è libera; viceversa, se il cuore guarda all’interno, allora significa che è fidanzata.
Usata sia come anello da promessa che come fede vera e propria, fa parte del bagagliaio culturale legato al matrimonio di alcune regioni francesi, come la Bretagna e la Normandia.

Anche a Bolzano e in Alto Adige l’anello di fidanzamento in argento dorato si rifà a questa romantica immagine: due mani che stringono un cuore, una corona o una fiamma.
L’antica fede umbra in argento, risalente al quindicesimo secolo, è caratterizzata da un’incisione che raffigura il volto di una donna o i volti di una donna e di un uomo, uno di fronte all’altro a simboleggiare i due futuri sposi, in mezzo ai quali sboccia un bouquet di fiori. Internamente l’incisione della frase “Amore volo vole fe”, che significa l’amore vola e vuole fedeltà, sancisce l’unicità del legame e della persona amata.

La fede etrusca è piatta e decorata da incisioni augurali, mentre quella sarda è come un pizzo chiacchierino.
La fede ossolana, fascia in oro rosso, reca l’incisione di una stella alpina, grano saraceno, nastri intrecciati e mezze sfere, che simboleggiano rispettivamente purezza, prosperità, perpetuità dell’unione e prolificità.

Si ispira a un reperto trovato nel quattordicesimo secolo in un ghetto dell’Alsazia, la fede ebraica: in filigrana smaltata e ornata di perline, reca all’interno un’incisione beneaugurale, “Mazzàl Tov”, che tradotto suona come buona fortuna. Quando lo sposo la dona alla sposa, pronuncia la frase “Ecco, con questo anello tu sei sacra per me, secondo la legge di Mosè e di Israele”, sottolineano l’importanza che questo gesto rappresenta sia dal punto di vista religioso che civile.

Presso alcune tribù dell’Africa la fede viene realizzata dal capovillaggio usando materiali che potrebbero essere definiti “di recupero”: fili di paglia o foglie tagliate a listini sottilissimi per dar vita ad anelli a fascia alta, sottile, con decorazioni a rilievo.

In India i gioielli rivestono un’importanza particolare per la sposa, che si avvia al rito con le dita, compreso il pollice, completamente inanellate. Di fogge e materiali diversi, sono impreziositi da pietre che nascondono un profondo significato simbolico, scelto in rapporto agli astri e al segno zodiacale. Ogni indiano conosce la sua “rashi ratna”, la pietra che corrisponde al giorno di nascita in coincidenza con il segno astrologico. Il potere di questa pietra molto personale è benefico anche in amore e nella fecondità del matrimonio. Il diamante, che nella tradizione indiana ha proprietà negative, ne acquista di positive solo se regalato: favorisce una vita prolifica e prosperosa. Una nota curiosa riguarda “l’aarsi”, l’anello da portare al pollice della mano, caratterizzato da un piccolo specchio tondo che serviva alla futura sposa, completamente coperta da un velo durante la cerimonia, per osservare senza farsi accorgere il futuro sposo, mai visto e conosciuto prima di quel momento.

(Foto dal web)

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