Straordinaria Calabria archeologica

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Straordinaria Calabria archeologica: ci vorrebbero quasi due mesi per poter visitare tutti i siti di questa terra straordinaria. Dato che sono ben 59, tra i più grandi e famosi come Sibari, Kaulon e Locri Epizefiri e quelli cosiddetti minori, se si volesse visitarne uno al giorno sarebbe necessario programmare un tour di circa un paio di mesi appunto. Tra l’altro la Calabria non è solo lunga, ma è anche montuosa per cui spostarsi da una costa all’altra non è semplice.

Le tante facce della Calabria

Calabria

Le strade devono scavallare le cime mentre quelle costiere come la Statale 106 sono spesso strette e pericolose per la presenza dei ponti fatti costruire in epoca fascista per superare le tante fiumane. Una delle soluzioni sarebbe quella di utilizzare il treno per gli spostamenti dato che i binari la attraversano da nord a sud e di frequente le stazioni ferroviarie coincidono con i maggiori siti archeologici. Per cui si potrebbe pensare a un treno “archeologico” di collegamento fra le varie aree per incentivare un turismo più mirato.

Calabria

Perché ciò che maggiormente accomuna i siti della Calabria archeologica, oltre al loro altissimo valore storico e artistico, è che purtroppo sono desolatamente vuoti. Eppure la loro posizione è invidiabile in quanto la maggior parte si affaccia sul mare. Basti pensare al Parco Archeologico di Capo Colonna dove ci sono i resti dell’Heraion Lakinion, santuario extraurbano della colonia greca di Crotone, e quello di Monasterace Marina identificato con l’antica colonia di Kaulon, nell’area di Punta Stilo dove è stato successivamente costruito il faro.

Calabria

E non si possono tralasciare i tesori nascosti sui fondali marini: la Calabria è un vero paradiso per l’archeologia subacquea. Al largo della costa di Riace nel 1972 furono rinvenuti i famosi Bronzi che hanno la loro casa nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, ma anche Kaulon ha un’area sommersa nel tratto di mare antistante il Parco.

Noi, insieme al nostro Otto, abbiamo approfondito la conoscenza di due siti molto importanti in provincia di Reggio Calabria: Locri Epizefiri e l’antica Kaulonia. Il primo coincide con l’importante colonia locrese Lokroi Epizephirioi che era protetta da una cinta muraria di 7 chilometri e che al suo interno conserva il Santuario di Persefone, definito da Diodoro Siculo come “il più famoso tra i santuari dell’Italia meridionale”.

Il Museo Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri si trova presso l’area sacra di Masarà e racconta l’antica polis attraverso l’esposizione di vasi in ceramica attica a figure nere, coppe ioniche, piccoli altari, specchi e oggetti in bronzo usati dagli atleti e vasi in ceramica a figure rosse, fra i quali quelli del cosiddetto “pittore di Locri”.

Il Complesso Museale Casino Macrì, in contrada Petrara, documenta la fase romana e la fase tardo antica del territorio locrese. Abbiamo potuto visitare soltanto la Sala del Togato, la latrina e le stalle, essendo temporaneamente chiuse le sale della masseria del XIX secolo fatta edificare dalla famiglia Macrì sul complesso termale di età romana.

Kaulonia, antica colonia della Magna Grecia, sorge nell’estrema punta meridionale del Golfo di Squillace, a Monasterace Marina presso il promontorio di Punta Stilo e comprende i resti della città fondata dagli Achei. Il Parco Archeologico si affaccia direttamente sul mare e vanta anche oltre 200 reperti sommersi in prossimità della spiaggia. Mentre nella parte alta della cittadina, di impronta medievale, protagonista è il castello risalente al X-XI secolo e collegato da uno stretto cunicolo al mare non lontano dal Faro di Punta Stilo.

Nel Parco tra le abitazioni si distingue la “Casa del Drago” con l’omonimo mosaico che è divenuto il simbolo del sito archeologico. Da non perdere i monumentali resti del tempio dorico risalente al 470-460 a.C. e i meravigliosi mosaici policromi delle terme.

Il Museo è situato a monte della Strada Statale Jonica 106 a cui si accede da un doppio sottopassaggio collocato al di sotto dei binari e del nastro stradale. Nelle sale viene raccontata la città, importante testimone della straordinaria Calabria archeologica, attraverso un interessante percorso diviso in due sezioni. Nella prima ci sono i reperti rinvenuti in abitazioni, aree sacre e necropoli, nella seconda ciò che è stato raccolto nel fondale antistante il sito, tra cui rare anfore piene di pece di rara qualità. Preziose testimonianze dei luoghi anche la “Tabula Cauloniensis”, lamina in bronzo con un’iscrizione in alfabeto acheo di 18 righe, la più lunga finora nota in Occidente, e monete in argento di eccellente manifattura: Kaulonia è stata la prima città antica al mondo a vantare un proprio conio.

Fu fondata dai superstiti della distruzione dell’antica Kaulon Stilo, la più importante delle città bizantine della Calabria del X secolo. Testimonianza di ciò è la Cattolica di Stilo, che sembra vegliare sul borgo sottostante disposto a gradinate sulla pietra tufacea con le case addossate le une sulle altre alle pendici del Monte Consolino.

Ma se gli antichi Greci hanno fondato in Calabria le loro prime colonie e hanno lasciato una profonda impronta su questo territorio, non sono stati certo gli unici. La storia, l’arte e la cultura che hanno fatto della Calabria una terra straordinaria si devono anche agli Enotri, ai Lucani, agli Albanesi, ai Normanni. Tracce di medioevo si rinvengono nel centro storico di Cosenza, mentre cultura greca e arbëreshë degli albanesi d’Italia, minoranza etno-linguistica che dal XV secolo conserva gelosamente costumi, riti, gastronomia, convivono a Civita. Il nostro suggerimento? Fermarsi al Ristorante Kamastra, in cui una volta c’era una filanda e che dal 1995 propone piatti della cucina tipica, dal prosciutto di montagna al capretto al tegame alla civitese fino al “Krustul Arbëresh”, dolce tradizionale al mosto cotto e marmellata di limette, agrumi rari e pregiati dal gusto acido e aromatico e dal profumo intenso.

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Guidati da un altro profumatissimo agrume, il bergamotto, ci spostiamo sul versante tirrenico raggiungendo il borgo che ne è considerato la perla: Tropea. Sorge sul promontorio tra i Golfi di Gioia e di Sant’Eufemia e narra la leggenda che fu fondata da Ercole che si fermò sulla Costa degli Dei tornando dalla Spagna. In realtà Tropea deve la sua origine ai romani che costruirono un porto e la sua fama alla battaglia lungo la costa in cui Sesto Pompeo sconfisse Cesare Ottaviano: un altro capitolo della straordinaria Calabria archeologica!

Per concludere, un plauso alla Direzione Regionale Musei Calabria per la campagna “Io posso entrare” che consente ai cani di tutte le taglie, condotti al guinzaglio, l’ingresso ai parchi archeologici, mentre l’accesso all’interno dei musei è permesso solo ai cani entro i 10 chilogrammi. Quindi chi viaggia col proprio quattro zampe può tranquillamente programmare le visite ai bellissimi siti calabresi proprio come abbiamo fatto noi con il nostro Otto!

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Rosalia
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This travel blog with the dog is a personal selection of our best experiences, our favorite spots and secrets places around the world curated by Rosalia e Michele.

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