Abbiamo incontrato Filippo Clemente nel suo “nido” ad Altamura, per parlare del progetto Pecore Attive. Incanta il modo serafico di raccontare mentre si paragona a una tartaruga, lenta ma solida e determinata.
Pecore Attive di Filippo Clemente ad Altamura
Lui, che si definisce artigiano della lana, ha voluto nel suo laboratorio, unico nel suo genere, riprendere un’antica tradizione, quella legata alla lana appunto, prodotta dalle pecore Altamurana e Gentile di Puglia. Così ha dato vita al progetto d’impresa Pecore Attive, per riproporre l’intero ciclo di vita delle lane pugliesi, seguendone tutte le fasi dall’allevamento alla tosatura, dalla valorizzazione tessile alla ricerca e allo studio del prodotto.
Alla base di tutto il suo sodalizio con il giovane allevatore altamurano Donato Mercadante che porta avanti l’azienda agricola avviata dal bisnonno nel 1945 che oggi conta 600 pecore, che forniscono la lana per i filati e i tessuti esclusivi prodotti col marchio Pecore Attive. Ma ci incuriosisce saperne di più: abbiamo assistito a un’operazione di tosatura e da ciò che ne risulta è difficile immaginare vengano realizzati prodotti così eleganti e sofisticati. Soprattutto perché – ci dice Filippo – fino a poco tempo fa la lana prodotta dalle nostre pecore era utilizzata soltanto per riempire materassi o, addirittura, destinata al macero!
Oggi, invece, la lana arriva nel suo laboratorio dopo un trattamento di lavaggio, viene poi cardata nel suo colore naturale, il bianco crema, e poi filata a mano o feltrata nelle filande di Biella e Lanciano.
I filati e i tessuti così ottenuti, dal fascino imperfetto e dalla forte connotazione territoriale dovuta alla contaminazione di parti vegetali che ne raccontano l’origine, vengono poi utilizzati per realizzare accessori dal carattere innovativo, quali pantofole, scarpe, borse, zaini, papillon e perfino lampade, alla cui creazione partecipano giovani fashion designer.
Perché la “fissa” di Filippo, più che la vendita di ciò che produce, è la formazione: gira continuamente per insegnare in istituti professionali e partecipare a workshop di design, collaborando anche a progetti internazionali. Ci parla con orgoglio di “TransHumance”, il progetto portato avanti con il Politecnico di Bari, col quale collabora da quattro anni, e con le professoresse Rossana Carullo e Rosa Pagliarulo, che al Young Talent Show di New York è arrivato primo su ben 256 istituti provenienti da tutto il mondo.
Tra le ultime “conquiste”, Angelo Inglese che si è innamorato dei filati cardati inediti ed esclusivi e dei tessuti di Pecore Attive che ha utilizzato per una straordinaria collezione di cappotti presentata a gennaio di quest’anno alla novantatreesima edizione di Pitti Uomo, storica kermesse dedicata alla moda maschile.
La scommessa attuale? I primi occhiali tattili in lana di pecora, che possono essere personalizzati e abbinati all’abito e che hanno riscosso successo immediato vincendo il premio per l’innovazione al concorso nazionale Oscar Green di Coldiretti nelle categorie «Fare Rete» e «Agri-You».
Ma come avrete capito, Filippo è uno che non si ferma mai ed è già difficile fissare un appuntamento con lui dato che è sempre in giro: per trasmettere il valore della sua lana, ricca di lanolina che la rende idroprepellente e contaminata da fibre vegetali che la caratterizzano come unica, nonché per continuare nella sua opera di progettazione e ricerca.
Chiamato a Milano per partecipare a un convegno sull’industria 4.0, ha conquistato la platea sottolineando, con il suo sguardo disarmante, che in certi settori, nonostante l’avvento di macchinari futuristici, è ancora importante l’imperfezione e che anche se i telai automatizzati e digitali non hanno bisogno della mano dell’uomo, questa insieme al cervello, è indispensabile per ottenere i prodotti unici ottenuti con fibre naturali in cui ogni materiale racconta un luogo.
Il futuro? Realizzare una collezione di cappelli, per la quale ha già preso contatti con l’azienda toscana artigianale Falcus di Montevarchi, uno dei pochissimi produttori italiani di “cappelli formati” di alta gamma.
Il progetto che più gli sta a cuore? La gestione diretta dell’intera filiera produttiva, dal vello al tessuto finito, qui nella sua Altamura. I primi passi sono già stati compiuti con il rilevare un’antica filanda in cui trasferire tutto il processo, compresi quelli che oggi sono effettuati altrove, con un notevole risparmio che si ripercuoterà sul prodotto finale e anche con la creazione di nuovi posti di lavoro che strizzano l’occhio alla tradizione, ma che utilizzeranno tecniche e design moderni.
Allora dove trovare i prodotti col marchio Pecore Attive? Verrà a breve attivata una rete di vendita online, ma per uno che “tocca con gli occhi e guarda con le mani”, come dice di sé Filippo, insostituibile è lo store fisico e lui, per una questione di famiglia dato che il papà è sarto e la sede del laboratorio era la vecchia bottega, preferirebbe proprio le sartorie e il loro approccio unico ed esclusivo con ogni cliente.
Ma date comunque un’occhiata al sito www.pecoreattive.it: è molto simpatica la storia del progetto raccontata attraverso i disegni realizzati dallo stesso Filippo!
Pecore Attive
Via Cavour, 23 Altamura (Ba)
Info: +39 329 0935671 – lab@pecoreattive.it