Quanto sono importanti le emozioni nella nostra vita? Moltissimo! E lo abbiamo capito ancora meglio durante i mesi in cui siamo stati costretti a casa senza contatti fisici con parenti e amici. Adesso, pur rinunciando ancora al tatto, possiamo lasciar spazio agli altri sensi, su tutti l’olfatto.
A Tuglie seguendo una scia olfattiva
Ci siamo ritrovati a parlare di questo e molto altro all’Olfattoteca di Tuglie in Salento (Via Plebiscito, 5), accolti da Gabriele e Sara Toma. “L’olfatto è importantissimo nella vita di relazione e spesso è sottovalutato il potere, anche seduttivo, di una scia olfattiva” – ci dicono all’unisono padre e figlia, svelandoci che gli odori percepibili dal naso umano sono circa 10mila.
E, come ben sappiamo per averlo sperimentato empiricamente, questi sono strettamente collegati con i ricordi. Nel bambino appena nato l’olfatto è il primo senso a essere attivato e gioca un ruolo fondamentale nella relazione con la propria madre. Inoltre ha un legame speciale con le emozioni e tutti hanno degli odori “in memoria” che riportano all’età della fanciullezza. Così come ognuno di noi ha i suoi profumi preferiti che sono legati alla nostra identità.
Chiacchierando con Sara piano piano ho espresso le mie preferenze annusando i profumi custoditi nelle vetrine dell’Olfattoteca che è “particolare” a partire dal nome. Infatti quello di Olfattoteca è stato scelto per distinguere questa realtà dalle più comuni profumerie. A questo punto scopriamo la storia di questa “officina dei profumi” nata vent’anni fa da un’idea di Sara e Gabriele, che a Tuglie aveva già una profumeria gestita insieme alle sorelle, subentrata al negozio di cappelli che aveva aperto il papà in cui erano in vendita i due grandi marchi italiani Borsalino e Panizza. E già questo cambiare pelle negli anni ci piace molto. Del resto simbolo del nostro blog è il camaleonte…
All’Olfattoteca i brands per essere messi in vendita devono rispettare almeno due principi: le essenze devono essere ricavate da ingredienti per la maggior parte naturali e non chimici, e i marchi essere ricercati e non comuni. Come Grossmith, uno dei più antichi e tra i preferiti della casa reale inglese.
Un altro marchio molto interessante che si trova in bella mostra nelle teche nell’Olfattoteca e che ha catturato la nostra attenzione non solo per le essenze e i meravigliosi flaconi, ma anche per la storia che ne ha ispirato il nome, è Boadicea the Victorious. Questi profumi dallo spirito guerriero e racchiusi in artistiche bottiglie, ognuna contraddistinta dall’applicazione in metallo della riproduzione degli scudi delle tribù celtiche, sono dedicati a Boadicea, la regina amazzone degli Iceni che guidò la più grande rivolta anti-romana dell’isola di Inghilterra riconquistando Londra.
Rapiti abbiamo ascoltato Gabriele che sui profumi ne sa talmente tanto da poter scrivere un’enciclopedia!
Dopo l’affascinante storia della regina amazzone, abbiamo appreso quella dell’origine dell’utilizzo dell’ambra grigia in profumeria con un racconto che ci ha portato ancora più indietro nel tempo, nel IV secolo a.C. all’epoca di Alessandro Magno, notoriamente appassionato di profumi. Ciò che viene definita ambra grigia, per distinguerla dall’ambra fossile, è ricavata dal rigurgito dei capodogli, una sorta di grossa palla di colore grigio chiaro o giallo paglierino formata in parte da materiale non digerito come becchi e ossi di calamari e in parte da una sostanza di consistenza cerosa secreta nell’intestino, che una volta espulsa galleggia trasportata dalle correnti e approda sulle coste dell’Oceano Indiano fino in Nuova Zelanda, Australia e le isole Azzorre.
“Il suo odore in natura è complesso e unico” – ci dice Sara e ora pendiamo dalle sue labbra. “Sa di alghe sul bagnasciuga, ma ha anche sentori legnosi con sfaccettature dolci, con note terrose e di incenso. L’odore dell’ambra grigia resta, per chi ha l’occasione di sentirlo dal vero, un’esperienza olfattiva personale unica”. Questa essenza è sempre stata estremamente desiderata e costosa e fu diffusa grazie ai soldati di Nearco, ammiraglio di Alessandro Magno, che la scoprirono presso una tribù indiana che la utilizzava per il suo intensissimo profumo.
Gabriele rincara la dose raccontandoci come la sua rarità e la sua grande richiesta fanno schizzare alle stelle i prezzi per accaparrarsi quantità di materiale di buona qualità che ha un profumo talmente penetrante da rimanere per giorni sulle mani di chi la tocca.
E ci narra un episodio legato a Dior e al suo celebre “Naso” che, chiamato a creare per il grande couturier francese una nuova fragranza, si recò personalmente ad acquistare una partita di ambra grigia particolarmente preziosa. Sulla via del ritorno in aereo ebbe la sua “illuminazione”: sentiva nell’aria proprio quel profumo che aveva in mente di creare. Capì che erano le sue mani che avevano sviluppato quell’odore dopo essere state lavate con il sapone all’aeroporto. Come finisce la storia? Il sapone era della Maison Dior e insieme al profumo dell’ambra grigia diede la base per uno dei suoi eau de parfum più noti.
Nel frattempo Sara, pur ascoltando il suo papà, non sta certo ferma e cerca di capire quali sono i miei gusti personali. Non c’è bisogno di molte parole in questo caso perché ci intendiamo al volo: entrambe non amiamo le note floreali troppo dolci prediligendo quelle energizzanti degli agrumi accordate a quelle acquatiche interpreti della brezza marina, oltre a quelle calde dei legni e delle spezie.
In una delle vetrine dell’Olfattoteca è in mostra la linea dell’unica casa profumiera elvetica che si chiama Niche and Co e che ha dedicato la sua collezione di otto fragranze ad altrettanti geni italiani, da Artemisia Gentileschi a Leonardo da Vinci, da Michelangelo a San Francesco fino a Marco Polo. Tra i flaconi dalla eleganza sobria, definita dal marmo dei tappi e la forma pulita, Sara sceglie Artimisia, Unguentum e Itineris proponendomi i profumi che potrebbero essere quelli più in linea con i miei gusti.
Chi meglio di lei? Dopo aver aperto Olfattoteca nel 2000 insieme al suo papà fa ha frequentato per tre anni a Bologna il corso per diventare Naso. Dunque è lei che crea i profumi “su misura“ per ogni cliente traducendo ciò che sente in un unicum di note profumate. Tra una “sniffata” e l’altra, Sara mi fa annusare l’odore dei chicchi di caffè per pulire il naso da ogni traccia del profumo precedente.
La fragranza che più mi rispecchia è l’ultima, Itineris, omaggio a Marco Polo, tra i più grandi viaggiatori della storia. Sarà un caso? Mi riporta alla mente il profumo del mare, ma anche quello dell’ignoto e del viaggio che non è mai solo un fatto fisico, ma anche e soprattutto emozionale. E tornano le emozioni, quelle più profonde, legate al naso.
Uno di quei luoghi di cui non mi stancherei mai. Vado a naso, si può dire? Quando viaggio e nella vita in generale. Il profumo mi racconta spesso il mondo. Scoprire poi aneddoti così speciali fa di questo posto un viaggio nel viaggio.
Hai centrato Benedetta! È un viaggio che ti porta così lontano che non puoi concentrarlo in un’unica tappa.
Questo scrigno, un concentrato di storie, essenze e magia, si aprirà presto ancora per noi!
Qui prima dell’arte emerge tutto quanto di più sorprendente la natura ci offre. Vorrei annusarlo anch’io quello dell’ambra grigia. Profumi che collegano emozioni alla storia. Mi fa venire in mente i tanti profumi che ho sentito spesse volte nell’aria, tipo legno bagnato e simili che mi trasportano magari in tutt’altro paese.
Sono convinta che olfatto e gusto sappiano farci viaggiare più degli occhi e delle gambe! 😉