Da Bonagia a Erice non è solo un viaggio dal mare alla montagna, ma soprattutto un salto nel tempo. Sul mare, alle pendici del monte Erice, sorge il borgo di pescatori di Bonagia che risale al 1600 e che ospita un’antica tonnara trasformata in prestigioso hotel. Ai piedi della torre saracena, una volta vedetta sul mare e oggi sede del Museo della Tonnara, ci si tuffa in una insenatura dove il mare sembra uno specchio trasparente.
Un tuffo nel blu e tra la nebbia
Il sole caldo accarezza la pelle mentre sdraiati sulle comode piattaforme di legno collocate sugli scogli aguzzi per agevolare la balneazione, ci godiamo il panorama mozzafiato che ci circonda con sullo sfondo il promontorio del monte Cofano, a guardia delle calette sulla costa. Mentre Arturo approfitta per rinfrescarsi con un bel bagno in quelle acque color smeraldo.
Il tragitto dal golfo di Bonagia verso il monte Erice è, come detto all’inizio, un passaggio più temporale che geografico. Salendo per i tornanti veniamo avvolti dalla nebbia che nasconde la costa assolata e calda dove fino a pochi minuti prima ci crogiolavamo al sole e crea la giusta atmosfera per scoprire Erice, che conserva intatta la sua anima medievale.
Entrando da Porta Trapani si imbocca corso Vittorio Emanuele, la strada principale sulla quale convergono le “venule”, le vie strette e scoscese che collegano i diversi livelli del paese e che spezzano le folate di vento freddo e umido che si fa sentire anche in piena estate sulla vetta di questo monte isolato a 750 metri di altezza.
La strada acciottolata porta al cospetto del
Duomo dedicato all’Assunta del XIV secolo. Il suo campanile in origine era una torre di avvistamento e sbuca tra i banchi di nebbia come se non avesse fondamenta. L’umidità si fa pungente e usare il telo da mare a mo’ di scialle non ripara abbastanza per cui il rifugio è il profumato e squisito mondo di
Maria Grammatico, dove in bella mostra ci sono paste reali, bocconcini di cedro, biscotti di fichi, cassate, genovesi alla crema e i più buoni cannoli alla ricotta che abbia mai mangiato in vita mia!
Ripreso un po’ di calore e soddisfatto il palato, la passeggiata tra vicoli e piazzette che sembrano giocare a nascondino tra le nuvole, riprende per la salita che porta agli ottocenteschi giardini del Balio. Su questi si affaccia il castello Pepoli di epoca normanna e alla sua destra, costruito sui resti del tempio di Venere Ericina, il castello di Venere. Il monte Erice, infatti, è da sempre consacrato alla dea della fecondità, della bellezza e dell’amore: Afrodite per i greci e Venere per i romani.
Lasciando Erice per scendere a Trapani, tragitto che si può effettuare anche con la funivia che fa godere di un panorama spettacolare evitando tante curve, mi tornano in mente i luoghi del monaco Adso protagonista de “Il nome della rosa” di Umberto Eco. E penso che Erice, con tutta la sua meravigliosa magia imbevuta di spirito medievale, sarebbe potuta essere la location perfetta per alcune scene del film tratto dal libro.
BLOC NOTES
BONAGIA
Museo della Tonnara
Piazza Tonnara
Ingresso gratuito
Ristorante Il Cortile di Venere 2
Via Tonnara 59
tel. +39 0923 592700
ERICE
Pasticceria Maria Grammatico
Via Vittorio Emanuele, 14
Tel. +39 0923 3869390