Degustazioni on the road tra Amarone & C.

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Degustazioni on the road: le vacanze si possono fare anche tra vigneti e fresche cantine. Per conoscere da vicino i nostri vini più tipici e concedersi riposanti sonni in stanze vista vigna come quelle di Villa Betteloni a San Pietro in Cariano nel cuore della Valpolicella classica.

Amarone, Recioto, Passito e compagnia

Allora, taccuino in una mano e calice nell’altra, abbiamo preso appunti cantina dopo cantina, scegliendo quelle più piccole e meno blasonate tra le circa 420 presenti in questo lembo d’Italia che regala agli enoturisti grandi soddisfazioni.

degustazioni

Abbiamo cominciato dal giovane e appassionato Francesco Aldrighetti presso Terre di Gnirega, la cantina che prende il nome dalla località in cui si trovano le vigne nel territorio di Marano della Valpolicella.

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Francesco rappresenta la quarta generazione di questa famiglia, dal bisnonno Cristoforo classe 1874, passando per Sante e arrivando al papà Luigi, che su queste terre coltiva 4 ettari a vigneto con uve Corvinone e Rondinella e un altro ettaro tra ciliegi, prugni e olivi.

Il metodo biologico è utilizzato sin dagli anni ’70 e la certificazione è stata ottenuta nel 1989 ma è dal 2010 che, dopo aver ristrutturato delle vecchie cantine attorno a una corte, hanno cominciato a vinificare le loro uve iniziando a produrre 25.000 bottiglie dei vini classici della Valpolicella: Valpolicella Classico DOC, Valpolicella Classico Superiore, Ripasso DOC, Amarone della Valpolicella DOCG e Recioto della Valpolicella DOCG e un IGT Passito Bianco del Veneto.

Francesco ci accompagna in vigna e in un piccolo tour della cantina dove i suoi genitori sono intenti all’etichettatura delle bottiglie.
Ci spiega che le vinificazioni vengono condotte lasciando i lieviti indigeni naturalmente presenti sull’uva, con interventi minimi e assecondando il carattere annuale del vino.

L’appassimento per il Valpolicella Superiore, l’Amarone e il Recioto, rispettivamente di un mese, tre e quattro mesi, avviene nel vecchio fienile e bisogna arrampicarsi su per una scala a pioli per poter fotografare quello che viene chiamato il fruttaio, cioè il locale in cui vengono accatastate le cassette una sull’altra per lasciar asciugare le uve in modo che gli acini perdano una parte di acqua e che tutte le altre sostanze al loro interno si concentrino.

E prima di partire con le degustazioni ci invita a seguirlo nella bottaia e poi nella “cassaforte” di famiglia dove vengono conservate le bottiglie di ogni annata: la più vecchia risale al 1963.

Nella saletta preparata per le degustazioni sono già in fila le bottiglie. Partiamo da un esperimento! Il vino si chiama Armeno ed è un bianco a base di Garganega, l’uva autoctona a bacca bianca più importante del Veneto. Ma perché un esperimento? Perché così è nato qualche anno fa e da allora Terre di Gnirega continua a produrlo in quanto il suo profumo intenso unito al gusto fresco è piaciuto molto.

Molto interessante la storia alla base di Creari, spumante metodo ancestrale, una procedura simile al Metodo Classico. Il vino leggermente frizzante o come direbbero i francesi “petillant”, viene ottenuto da una leggera pressatura delle uve per estrarre il mosto dagli acini, seguita da una fermentazione in acciaio inox utilizzando i lieviti autoctoni presenti sui grappoli, senza controllo della temperatura. Qui la fermentazione viene seguita monitorando il contenuto di zuccheri che va via via calando e, al raggiungimento di un residuo sufficiente a garantire la formazione di una pressione sufficiente in bottiglia, si procede con l’imbottigliamento, senza aggiunte di zuccheri e lieviti, e si va ad attendere la fine naturale della fermentazione in bottiglia che va a creare il gradevole effetto bollicine. Poi il vino riposa per circa 3 anni e viene bevuto senza sboccatura.

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Un vino in cui risaltano freschezza e acidità è il Valpolicella Classico 2017, frutto di un’annata molto calda e siccitosa, che gli ha regalato una gradazione di 13,5 e aromi di frutti maturi. Il Ripasso, così come dice il nome, è un vino ripassato sulle bucce che deriva da una vecchia tecnica utilizzata ancor oggi per ottenere una seconda fermentazione, fatta tra marzo e aprile, del vino Valpolicella sulle vinacce appassite e fermentate rimanenti dopo la produzione di Recioto e Amarone. Il Ripasso 2015, un’annata particolare in cui la maturazione bloccata dalla siccità si è conclusa dopo le piogge di fine estate, ha una parte aromatica tipica delle annate calde, ma anche note fresche e acide tipiche della zona di Gnirega.

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Si passa poi al re delle degustazioni qui in Valpolicella, l’Amarone, che viene prodotto solo da uve sane idonee all’appassimento. Successivamente, i grappoli vengono pigiati e il mosto lasciato fermentare entro vasche d’acciaio. Il vino viene quindi messo in affinamento in vasche d’acciaio per circa 2 anni, con un passaggio di altri 3 in botti di rovere, prima di essere imbottigliato.
Quello dell’annata 2015 nel bicchiere si presenta “pieno”, ma allo stesso tempo molto fresco e se all’apparenza può sembrare leggero e semplice, rivela una complessità inaspettata e una profondità che deve ai suoi 16,5 gradi.

Abbiamo chiuso la serie delle degustazioni con un Recioto 2015, un altro classico vino della Valpolicella che prende il nome dalle “recie”, le due ali del grappolo, più idonee all’appassimento perché ricche di zuccheri e meno compatte.
Abbiamo apprezzato i sentori di uva ben matura, ma con una bella acidità che lascia la bocca pulita dalla dolcezza del vino per cui è possibile abbinarlo non solo ai dolci, ma anche a risotti, carni e formaggi.

Per salutarci abbiamo brindato con un Passito Bianco Veneto 2015 che è il vino che rappresenta al meglio la storia e la tradizione della famiglia in quanto nonno Sante era famoso in contrada per questo recioto. Un po’ commosso Francesco ci dice che non ha mai avuto l’occasione di lavorare insieme in cantina, eppure una delle donne più anziane della contrada, assaggiando il suo passito ha riconosciuto “el vin che fasea el Santo” (il vino che faceva Sante).

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Per la seconda delle degustazioni abbiamo raggiunto una grande casa del XV secolo che dalla cima di una collina domina la Valle di Marano: la sede della dell’azienda Novaia. Cosa significa Novaia ce lo spiega Cristina che con Marcello rappresenta la quarta generazione della famiglia Vaona, quella che ha iniziato la conversione della tenuta alla produzione biologica.

“Novaia significa nuova aia, una nuova famiglia nella Valle di Marano” ci dice Cristina davanti a un calice di Amarone prodotto dai grappoli migliori, destinati all’appassimento, selezionati severamente in vigna e riposti in cassette poi collocate in un tradizionale e areato fruttaio collinare a un’altitudine di 400 metri s.l.m.

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Nello spazio dedicato alle degustazioni ricavato all’interno di Corte Vaona, antico edificio residenza della famiglia e sede dell’azienda, beviamo insieme un Amarone della Valpolicella DOCG Classico che prende il nome proprio dal luogo in cui siamo. Un vino morbido ed equilibrato, affinato due anni in botti di legno e 8 mesi in bottiglia, ma che ben conservato può sostenere un invecchiamento di 10 anni e più – ci assicura Cristina.

Segue l’assaggio dell’Amarone della Valpolicella DOCG Classico – Riserva, CRU “Le Balze”, che fa 36 mesi in botti di legno e 12 mesi in bottiglia: il fiore all’occhiello della cantina derivato dalle uve coltivate nel vigneto “Le Balze”, situato a 300 m s.l.m. e con esposizione sud/sud-est.

Abbiamo raggiunto questo appezzamento, uno dei tre all’origine dei Cru della tenuta insieme a I Cantoni e Le Novaje, con una breve passeggiata che ha consentito a Otto di sgranchirsi le zampe correndo tra i filari e a noi di godere di uno dei più bei panorami della Valpolicella classica.

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Obbligatoria anche la visita alla nuova cantina, inaugurata nel 2011, che a poche centinaia di metri dalla sede storica ospita la tinaia e il fruttaio per l’appassimento delle uve.

Degustazioni en plein air quelle presso Villa Guerrieri Rizzardi, dopo la visita al meraviglioso Giardino di Pojega che comprende anche i vigneti in cui sono coltivate Corvina e Corvinone, Rondinella, Barbera, Merlot e Sangiovese.
La Cantina ha una lunga e interessante storia che ci viene raccontata mentre degustiamo. Deve il suo nome all’unione di due antiche famiglie veronesi. I Conti Guerrieri, proprietari di una tenuta a Bardolino, e i Conti Rizzardi di origine lombarda, che acquistarono i loro vigneti a Negrar nel 1649, espandendo successivamente l’attività con l’acquisto di terreni a Calcarole, Rovereti e Tomenighe.

L’azienda agricola Guerrieri Rizzardi nacque nel 1913 con l’unione in matrimonio delle due famiglie ed è oggi una realtà che conta quattro tenute. Oltre che in quella di Negrar i vini sono prodotti a Bardolino, a Soave e in Valdadige.
Proprio per questo ci siamo concessi un giro un po’ più “largo” rispetto alla Valpolicella classica con le degustazioni delle etichette Tacchetto e Cuvée XV, il Bardolino Classico prodotto dall’azienda sulle colline della sponda orientale del Lago di Garda.

Siamo poi tornati a Negrar con Pojega, un Valpolicella Ripasso Classico Superiore del 2018 miscelato al 6% con Amarone, e Cuvée XVII, Valpolicella Classico, per chiudere con l’Amarone della Valpolicella Classico Calcarole, prodotto esclusivamente nelle migliori annate e in piccole quantità, e con l’Amarone Riserva Villa Rizzardi da uve coltivate nel vigneto di Pojega, dove l’età media delle vigne è di almeno 30 anni.

E siamo arrivati alla frutta! In Lessinia, infatti, si coltiva il Pero Misso, Presidio Slow Food a noi finora sconosciuto, il cui frutto viene raccolto acerbo alla fine di settembre e si consuma a novembre dopo la maturazione in cassetta quando diventa scuro: in dialetto veronese “misso” indica infatti un frutto molto morbido e maturo. Cosa ci ha ricordato? Le “nespole dell’inverno” che, raccolte acerbe, vengono fatte maturare tra i fienili nella paglia. E da qui deriva il detto: “Con il tempo e con la paglia maturano le nespole”.

Terre di Gnirega
Via Gnirega, 7 – Marano di Valpolicella (VR)
www.terredignirega.itterredignirega@gmail.com

Novaia
Via Novaia, 1 – Marano di Valpolicella (VR)
www.novaia.itinfo@novaia.it

Guerrieri Rizzardi
Strada Campazzi – Bardolino (VR)
www.guerrieri-rizzardi.itmail@guerrieri-rizzardi.it

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Comments

  1. Un buon vino è anche tutto quello che c’è dietro. Bellissima esperienza quella di passeggiare tra le vigne, vedere l’uva raccolta, scoprire tutto il lavoro dietro. Non l’ho mai fatto ma pur non essendo una gran bevitrice di vino amerei fare un tour di degustazioni

  2. Scegliendo un territorio come quello della Valpolicella, raccolto ma ricchissimo, degustare un vino dopo averne colto la storia in vigna e in cantina diventa un viaggio nel viaggio!

  3. Conosciamo bene Terre di Gnirega perchè abbiamo fatto anche noi tappa presso questa cantina durante il giro alla scoperta della Valpolicella! Meravigliosa la storia familiare che c’è dietro questi ottimi vini!
    Ci segniamo molto volentieri le altre cantine per ampliare la conoscenza in materia di vini di questa zona!

  4. Sono tutte molto belle le storie dietro ogni cantina e ne abbiamo altre da raccontare!
    Poi solo in Valpolicella ce ne sono più di 400 quindi i ritorni vanno preventivati! 😉

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