Cina, un viaggio di scoperta – prima parte

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Cina: mi sono accorta solo dopo aver prenotato il nostro viaggio che non l’avevo inserita nella nostra Wish List. Ma quando abbiamo deciso di cominciare a esplorare l’Estremo Oriente abbiamo pensato che non si poteva non iniziare proprio dalla Cina, un paese immenso dalla storia antica che negli ultimi trenta anni ha avuto uno sviluppo esponenziale che l’ha trasformato da arretrata economia agricola a super potenza mondiale. 

In Cina con Archètravel

Cina

Pensare di poter visitare la Cina in quindici giorni è pura follia! Ma affidandosi a un serio tour operator, soprattutto per comprimere i tempi degli spostamenti e dell’acquisto dei biglietti vari di mezzi e musei, si può avere un’idea di questo Paese che sembra sospeso tra passato e futuro. Così abbiamo fatto, scegliendo per il nostro primo viaggio di gruppo il team di travel designer di Archètravel, che da dieci anni organizza viaggi culturali accompagnando i propri clienti alla scoperta delle meraviglie del mondo.

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La scelta si è rivelata ottimale sia per la perfetta organizzazione di un viaggio molto complesso in cui abbiamo dovuto prendere ogni tipo di mezzo di trasporto per coprire distanze considerevoli, che per la competenza, la pazienza e la simpatia di Chiara, l’accompagnatrice dal’Italia, e di Lulù, la guida nazionale che non ci ha mollato un instante sempre pronta a risolvere problemi e a cambiare programmi quando necessario per farci godere appieno le esperienze nel suo paese.
A ciò si è aggiunto un pizzico di fortuna: il gruppo, composto in totale da 11 persone di età e provenienze diverse, si è amalgamato sin da subito  e questo ha creato una piacevole atmosfera di armonia che ci ha accompagnato per tutto il viaggio.

Da dove è cominciata la nostra esplorazione della Cina? Dalla visita al complesso monumentale Patrimonio UNESCO che ospita i mausolei di 13 imperatori della dinastia Ming. Vi si accede attraverso un lungo viale chiamato Via Sacra in cui si fronteggiano dodici coppie di statue raffiguranti animali e figure mitologiche.

Nonostante la sua importanza il luogo non è ancora preda del turismo di massa per cui lo abbiamo goduto nella sua essenza, in silenzio e senza folla. La tomba più grande e antica del complesso è quella di Yongle, terzo imperatore della dinastia che fece trasferire la capitale della Cina da Nanchino a Pechino, edificare Piazza Tienanmen e costruire la Città Proibita.

Lascia senza fiato la Sala Ling’en in cui svettano enormi colonne in legno nanmu, mentre nel Museo di Dingling sono esposti meravigliosi manufatti che testimoniano l’eccezionale abilità artigianale della dinastia Ming, tra squisite cinture di giada, tessuti di pregiata seta, elmi e spade.

Il passaggio successivo è stato quello alla Grande Muraglia Cinese, una delle Sette meraviglie del mondo moderno e Patrimonio UNESCO dal 1987, nel tratto di Mutianyu, quello più vicino a Pechino. Guardandola dall’alto, dopo averla raggiunta con una veloce funivia, sembra un enorme drago che si snoda su e giù per le montagne per una lunghezza totale di più di 20.000 chilometri. La guida ci ha più volte sottolineato che questa imponente costruzione unica al mondo è stata edificata con pietre, sudore e sangue, perché sono tantissimi coloro che persero la vita durante i lavori per erigerla. 

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Sempre Pechino è stata la meta dei giorni successivi. Imperdibili la Città Proibita, il Palazzo d’Estate e Piazza Tienanmen. 
La Città Proibita è uno dei massimi simboli dell’età imperiale cinese. Qui viveva e lavorava l’imperatore con la sua corte e per accedervi era necessario avere un invito. Il complesso si compone di ben 980 edifici caratterizzati dai  colori giallo e rosso: il primo era utilizzabile solo dall’imperatore, il secondo rimandava a buoni auspici. Un’altra caratteristica sono le file di draghi, fenici e leoni che decorano i tetti dei palazzi che, a seconda del numero sempre dispari tra 1 e 9, definiscono l’importanza di una sala. Soltanto una, quella dell’Armonia Suprema, ne vanta 11: dall’immortale sulla fenice che precede tutti, al drago simbolo dell’imperatore; dalla fenice, regina di tutti gli uccelli e simbolo dell’imperatrice, al leone, il re di tutti gli animali; dal cavallo celeste al cavallo marino; dal leopardo, che scaccia gli spiriti maligni, alla tartaruga; dall’unicorno, che domina gli spiriti maligni, al toro fino alla scimmia. 

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Altra curiosità? Gli enormi vasi in bronzo posti davanti agli edifici avevano la funzione di conservare l’acqua indispensabile a spegnere gli incendi in un’area in cui i preziosi palazzi sono costruiti principalmente in legno. 

Per una vista spettacolare sulla Città Proibita bisogna salire sulla Collina Jingshan e non lasciarsi scoraggiare dalla fiumana di gente che spingendoti di qua e di là impedisce di ammirare la perfezione del progetto Ming. Si tratta di una collina artificiale costruita con il fango scavato nella costruzione dei fossati su cui si estende un bellissimo giardino dove si racconta che l’ultimo imperatore della dinastia Ming, Chong Zhen, si sia impiccato a un albero nel 1644.

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Come giardino imperiale meglio conservato al mondo è conosciuto il Palazzo d’Estate, patrimonio UNESCO nel 1998, che fu fatto costruire riproducendo lo stile architettonico di diversi palazzi sparsi per tutta la Cina, mentre il Lago Kunming venne creato estendendo uno stagno preesistente per farlo assomigliare al famoso lago di Hangzhou. Proprio scorrendo sul lago con le tipiche imbarcazioni ne abbiamo scoperto la prima parte, proseguendo poi a piedi verso l’affollatissimo porticato coperto chiamato Lungo Corridoio, decorato con oltre 14.000 dipinti che illustrano scene mitologiche e di storia cinese.

Alla dinastia Ming, anche se successivamente ampliato dai Qing, si deve anche l’affascinante Tempio del Cielo dove gli imperatori effettuavano sacrifici per ingraziarsi gli dei.

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Levataccia per poter entrare senza code eccessivamente lunghe a Piazza Tienanmen. Dopo un controllo molto severo finalmente siamo arrivati al cospetto dell’enorme piazza in cui si ergono il Monumento agli Eroi del Popolo e il Mausoleo di Mao Tse-Tung. Tra i pochissimi occidentali nell’area abbiamo suscitato molta curiosità e parecchie sono state le richieste di foto, cosa che si replicherà più volte durante tutto l’arco del nostro viaggio in Cina. Una costante anche la gentilezza, dall’accoglienza della ragazza che ci è venuta ad accogliere in aeroporto a Pechino con due piccoli bouquet al dono della bandierina in Piazza Tienanmen da parte di un’allegra famiglia cinese.

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Rosalia
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This travel blog with the dog is a personal selection of our best experiences, our favorite spots and secrets places around the world curated by Rosalia e Michele.

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