Alla scoperta delle zone rosse di Puglia

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Le nuove regole impongono di non varcare i confini regionali fino a Pasqua, per cui continua il nostro impegno di girare in lungo e in largo per la Puglia facendo i #turistipercasa con lo scopo di far conoscere la nostra terra. Oggi vogliamo introdurre un tipo di viaggio “a tema” cominciando a parlare delle “zone rosse” di Puglia.

I siti di estrazione della bauxite

zone rosse

No, non stiamo parlando di aree particolarmente a rischio pandemia, ma di quei di siti estrazione della bauxite, minerale ricco di ossidi di alluminio e ferro dal colore rosso acceso dal quale è possibile ottenere l’alluminio, per un giro in una Puglia al di fuori dei soliti itinerari turistici.

zone rosse

Tre le tappe di questo tour da non perdere: le cave di Spinazzola nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, il vecchio giacimento di estrazione mineraria trasformato in un lago dalle tinte verdi come lo smeraldo a Otranto nelle vicinanze del faro di Punta Palascia e la miniera di bauxite di San Giovanni Rotondo, il più importante giacimento italiano con sei chilometri di gallerie su ventidue livelli scavate nelle viscere della terra fino a quasi 150 metri di profondità.

miniera

Di questa esperienza unica nel suo genere e in tutta la Puglia, vissuta in prima persona vi abbiamo già parlato: è stato molto coinvolgente indossare la tuta e calarsi nelle profondità della terra per ripercorrere le vecchie gallerie e rivivere i luoghi di lavoro dei minatori accompagnati da speleologi locali.

La miniera per San Giovanni Rotondo fu, per ben 34 anni, dal 1939 anno della sua apertura al 1973 quando venne definitivamente chiusa, una importante fonte di reddito che consentì a molte famiglie della zona di aumentare le proprie prospettive di vita più agiata rispetto a coloro i quali lavoravano nei campi o accudendo gli animali.

miniera

Ma è interessante che, in Contrada Quadrone nei pressi del giacimento, fu edificato un vero e proprio villaggio operaio, il Villaggio Santa Barbara, con uffici e le abitazioni destinate agli operai fuori sede, per un totale di 150 posti letto e un refettorio per 100 persone. Vennero costruiti un cinema, una sala convegni e lo spaccio per i viveri. Il materiale estratto veniva spedito al porto di Manfredonia e poi inviato a porto Marghera dove si trovavano le fonderie che avrebbero trasformato il prodotto.

zone rosse

Lo stesso tragitto seguito dal materiale estratto a Otranto e Spinazzola, le cui cave sono state la nostra ultima scoperta, che oggi sono mete turistiche di incredibile bellezza paesaggistica ma che una volta, fino alla fine degli anni ’70 del secolo scorso, hanno rappresentato una risorsa economica importante per la nostra regione. Infatti il nostro territorio è ricco di bauxite di alta qualità.

Masseria dei Monaci

La cava di bauxite di Otranto era importantissima a livello commerciale in passato, così come le cave di Spinazzola che furono utilizzate negli anni compresi tra il 1950 e il 1978.
All’inizio degli anni ’80, a causa della forte concorrenza di materiale proveniente dall’Africa, più puro ed economico da ricavare, l’attività pugliese di estrazione diminuì e le cave furono chiuse: quella salentina nel 1976 e nella Murgia nel 1978.

Masseria dei Monaci

Le cavità non furono tuttavia ricoperte, lasciando un suggestivo scenario a cielo aperto, che nel caso di Otranto si è riempito di acqua diventando un lago color smeraldo incastonato nella rossa terra argillosa.

Otranto da vivere

Il verde dell’acqua che si raccoglie al fondo è dovuto alla presenza dei residui dei giacimenti di estrazione mineraria in combinazione con le infiltrazioni di una falda acquifera ed è esaltato dalle pareti di roccia vermiglia sulle quali cresce una folta vegetazione che fa da quinta al laghetto in cui hanno trovato il loro habitat naturale diverse specie di anfibi.

zone rosse

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L’acqua è spesso presente anche sul fondo del cratere delle cave di Spinazzola, dove occhieggia e brilla tra le canne a 50 metri di profondità. Inoltrarsi tra le gole rosso fuoco o passeggiare sulle dolci gobbe vermiglie delle zone rosse che si sviluppano intorno alle cave riporta alla mente panorami come quelli dei canyon del Colorado nel continente americano, di Ayers Rock nell’emisfero australe o di un altro pianeta: pensiamo a Marte di cui la Nasa ha pubblicato alcune spettacolari foto panoramiche scattate da Perseverance nell’area in cui il rover è atterrato giorni fa.

zone rosse

Non a caso chiamato il “pianeta rosso”, il suolo di Marte è ricco di ossidi di ferro, che danno il caratteristico colore ai profondi crateri che caratterizzano la sua superficie dipinta di tutte le sfumature di questa tinta rendendo unico il suo paesaggio.

zone rosse

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Ma se per andare su Marte con i mezzi attuali il tempo di viaggio necessario è di circa nove mesi, molto più semplice è raggiungere le “zone rosse” pugliesi: si tratta soltanto di affrontare passeggiate non impegnative su percorsi sterrati. Unica raccomandazione: non usate scarpe di colore bianco perché inevitabilmente ve le ritrovereste vermiglie!

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Comments

  1. Nel paese azzurro si evocavano altri mondi, ora quella foto di terra rossa con ciuffi verdi per me è come se anticipasse il gran deserto oltreconfine. A Bardonecchia in Piemonte avevo scoperto il marmo verde, se aggiungi le cave di quello bianco in Toscana abbiamo la bandiera!
    Bellissimo l’abbraccio di copertina, ci vuole proprio!!

  2. Che bella immagine ritrovare il tricolore nelle viscere della nostra terra!
    Grazie per aver colto il senso di un abbraccio che va oltre i confini di un territorio, un abbraccio virtuale ma sincero 🤗

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